Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Le lesioni alla testa possono provocare malattie neurodegenerative ai giocatori di rugby

Un nuovo articolo pubblicato ieri online sul Quarterly Journal of Medicine ha riferito il primo caso che mostra un'associazione tra lesioni alla testa di giocatori di rugby e un aumento del rischio di malattie neurodegenerative.


Fino ad oggi, l'associazione tra lesioni alla testa e una malattia neurodegenerativa, nello specifico l'encefalopatia traumatica cronica (CTE), è stata fatta principalmente nei pugili. Tuttavia il dottor Michael Farrell e colleghi hanno presentato il primo caso clinico di CTE in un ex giocatore di rugby dilettante, morto sei anni dopo aver esibito i primi sintomi di declino neurologico a 57 anni.


Il paziente nella relazione aveva giocato a rugby per la maggior parte della sua vita, dai primi anni dell'adolescenza e fino a 50 anni e per la gran parte della sua carriera è stato appena sotto lo standard internazionale. La sua famiglia ha detto che ha avuto molte lesioni alla testa e sintomi di commozione cerebrale lieve per tutto questo tempo.


Il rapporto dimostra che si tratta di CTE, chiamata anche «Sindrome Ubriaco-Pugile», emersa in un giocatore di rugby dilettante, che aveva avuto ripetute commozioni cerebrali attraverso la partecipazione nello sport. Tuttavia, la relazione lascia ancora qualche porta aperta: il Dr Farrell dice che, "nonostante il crescente riconoscimento dell'associazione tra commozione cerebrale e CTE, i casi confermati rimangono pochi".


E continua dicendo: "Resta una consapevolezza limitata nei clinici che la condizione si verifichi nello sport al di fuori della boxe ... Una maggiore consapevolezza della CTE ci impone di suggerire che la diagnosi dovrebbe essere considerata in ogni paziente che si presenta ai servizi di demenza con una storia precedente di esposizione a lesioni traumatiche cerebrali (TBI)".


In questo caso clinico, il paziente non è stato diagnosticato con CTE prima della morte, che è stata scoperta solo post mortem. Il dottor Farrell e colleghi ritengono che i risultati dimostrino la necessità di rivedere la comprensione attuale della CTE, soprattutto dal momento che i casi di concussione segnalati nel rugby sono tra i più alti negli sport di contatto.

 

 

 

 

 


Fonte: Oxford University Press via AlphaGalileo (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: W. Stewart, P. H. McNamara, B. Lawlor, S. Hutchinson, M. Farrell. Chronic traumatic encephalopathy: a potential late and under recognized consequence of rugby union?QJM, 2015; DOI: 10.1093/qjmed/hcv070

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)