Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Gruppo di scienziati avverte che l'Alzheimer può essere provocato da virus, ma non ci sono prove


Un team internazionale di 31 scienziati senior e medici, che comprende specialisti delle Università di Oxford, di Cambridge, di Edimburgo e di Manchester e dell'Imperial College, hanno scritto un editoriale che suggerisce che i microbi sono la principale causa di demenza.


Il virus herpes (quello che causa l'herpes labiale) e i batteri Chlamydia sono considerati i colpevoli principali, così come un tipo di batterio spiraleforme chiamato spirochaete.


Attualmente la maggior parte degli scienziati sta cercando di trovare trattamenti [dell'Alzheimer] che impediscono l'accumulo di placche amiloidi appiccicose e di proteine ​​tau mal ripiegate nel cervello, che impediscono ai neuroni di comunicare tra di loro, portando alla perdita di memoria e al declino cognitivo.


Ma in un editoriale apparso nel Journal of Alzheimer's Disease, si suggerisce che ad innescare inizialmente la formazione di placca è una infezione virale o batterica, e che, puntandola in modo specifico con farmaci antimicrobici, si potrebbe fermare la demenza. Il professor Douglas Kell dell 'Università di Manchester, ha dichiarato: "Stiamo dicendo c'è la prova incontrovertibile che l'Alzheimer ha una componente microbica dormiente. Non possiamo continuare a ignorare tutte le prove".


Attualmente ci sono 850.000 persone che vivono con demenza in Gran Bretagna, che saliranno a un milione entro il 2025 e a due milioni entro il 2050. Ma, nonostante siano stati testati 412 farmaci sperimentali tra il 2002 e il 2012, nulla si è dimostrato in grado di combattere la malattia.


Gli autori dicono che virus e batteri sono comuni nel cervello delle persone anziane e, anche se sono di solito dormienti, possono 'svegliarsi' con lo stress o se il sistema immunitario è compromesso. Circa due terzi delle persone acquisiscono il virus dell'herpes ad un certo punto della vita, e molti non si rendono conto di averlo. Sappiamo che il virus dell'herpes, in particolare, danneggia il sistema nervoso centrale, e il sistema limbico nel cervello che regola l'umore e l'istinto ed è associato al declino mentale e ai cambiamenti di personalità.


Gli scienziati sottolineano il fatto che una mutazione genetica (l'APOEe4, che rende una persona su 5 più incline all'Alzheimer) aumenta anche la suscettibilità alle malattie infettive. Le infezioni virali nel cervello sono già note per causare sintomi simili all'Alzheimer e gli esperti dicono che il collegamento è stato 'trascurato' troppo a lungo.


Essi scrivono:

"L'Alzheimer provoca gravi danni emotivi e fisici ai malati e ai loro caregiver, oltre ad avere conseguenze economiche enormemente dannose".

"Scriviamo per esprimere la nostra preoccupazione che un particolare aspetto della malattia sia stato trascurato, anche se il trattamento basato su di esso potrebbe rallentare o arrestare la progressione della malattia.

"Ci riferiamo ai numerosi studi, soprattutto sugli esseri umani, che implicano dei microbi specifici nel cervello degli anziani, in particolare l'herpes simplex virus di tipo 1, la Chlamydia pneumoniae e diversi tipi di spirochatete.

"Secondo noi sono giustificate ulteriori ricerche sul ruolo degli agenti infettivi nella causalità dell'Alzheimer, compresi studi prospettici di terapia antibiotica".


Essi aggiungono che nuove scoperte potrebbero anche avere implicazioni per il futuro trattamento del Parkinson, e di altre condizioni neurologiche progressive.


Resia Pretorius, professoressa dell'Università di Pretoria, che ha lavorato con il prof Kell all'editoriale, ha dichiarato: "La presenza microbica nel sangue può avere anche un ruolo fondamentale come agente causale di infiammazione sistemica, che è una caratteristica dell'Alzheimer. Inoltre, ci sono ampie prove che questo può causare neuroinfiammazione e formazione di placca".


La no-profit che si occupa di demenza in GB ha dichiarato di aver notato che virus e batteri sono più comuni nelle persone con Alzheimer. Il Dr James Pickett, responsabile ricerca dell'Alzheimer's Society, ha dichiarato:

"Nel cervello delle persone anziane è stato trovato un gran numero di microbi diversi, compresi virus, batteri e funghi, ma sembra che ce ne siano di più nel cervello delle persone che sono morte con Alzheimer.

"Anche se queste osservazioni sono interessanti e meritano ulteriori ricerche, non esistono attualmente prove sufficienti per dirci che i microbi sono la causa dell'Alzheimer nella stragrande maggioranza dei casi. Vorremmo rassicurare la gente che non c'è ancora alcuna prova convincente che l'Alzheimer sia contagiosa o che possa essere trasmessa da una persona all'altra, come un virus.

"Dato l'enorme impatto globale della demenza, c'è un interesse forte da parte della comunità di ricerca di capire tutti i possibili fattori che vi contribuiscono. Accogliamo con favore la ricerca che esplora tutte le possibilità e abbiamo impegnato 100 milioni di sterline per il prossimo decennio per comprendere più a fondo le cause della demenza e per migliorare la diagnosi, il trattamento e la prevenzione della malattia".


L'anno scorso, dei ricercatori hanno scoperto che 'semi' di Alzheimer possono essere passati attraverso trasfusioni di sangue e incidenti medici.


Il Prof John Hardy, professore di Neuroscienze alla University College London, ha dichiarato: "Questa è una visione di minoranza nella ricerca di Alzheimer. Non c'è alcuna prova convincente di infezioni che causano l'Alzheimer. Dobbiamo sempre mantenere una mente aperta, ma questo editoriale non riflette ciò che la maggior parte dei ricercatori pensano della malattia".

 

 

 


Fonte: Sarah Knapton in The Telegraph (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Ruth F. Itzhaki, Richard Lathe, Brian J. Balin, Melvyn J. Ball, Elaine L. Bearer,Maria J. Bullido, Chris Carter, Mario Clerici, S. Louise Cosby, Hugh Field, Tamas Fulop, Claudio Grassi, W. Sue T. Griffin, Jürgen Haas, Alan P. Hudson, Angela R. Kamer, Douglas B. Kell, Federico Licastro, Luc Letenneur, Hugo Lövheim, Roberta Mancuso, Judith Miklossy, Carola Otth Lagunas, Anna Teresa Palamara, George Perry, Christopher Preston, Etheresia Pretorius, Timo Strandberg, Naji Tabet, Simon D. Taylor-Robinson, Judith A. Whittum-Hudson. Microbes and Alzheimer’s Disease. Journal of Alzheimer's Disease, vol. Preprint, pp. 1-6, 2016. DOI: 10.3233/JAD-160152
Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.