Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Cos'è il delirium?

Il delirium, o stato confusionale acuto, è un improvviso declino della funzione mentale solita di una persona. Insorge quando i segnali nel cervello sono inviati e ricevuti non correttamente, causando confusione nel pensiero e alterazione dei comportamenti o nei livelli di coscienza.


Il delirium non è una malattia: è una sindrome clinica o una condizione che di solito è temporanea e curabile. Spesso è scambiata per demenza perché entrambe le condizioni hanno sintomi simili, come confusione, agitazione e allucinazioni. Se un professionista sanitario non conosce il paziente, può essere difficile capire la differenza.


Fino a un terzo degli anziani ricoverati in ospedale riceve la diagnosi di delirium. Ciò aumenta il rischio di declino funzionale non necessario, degenza più lunga, cadute, trasferimento a una struttura di assistenza per gli anziani e morte. Tuttavia, l'identificazione precoce della condizione riduce questi rischi. Il delirio può anche essere prevenuto identificando chi è vulnerabile alla condizione e trovando modi per ridurre il suo rischio.

 

Cosa causa il delirium?

Il delirium è generalmente causato da una serie di malattie acute (a breve termine) sottostanti e da complicanze mediche. Gli anziani sono vulnerabili al delirium perché il loro corpo ha meno riserve rispetto ai giovani per rispondere a questi fattori di stress. Le persone con demenza sono particolarmente a rischio. I fattori che causano o aumentano il rischio di delirium includono:

  • malnutrizione,
  • disidratazione,
  • nuovi farmaci,
  • una caduta,
  • intervento chirurgico,
  • infezione,
  • ammissione all'unità di terapia intensiva,
  • multipli movimenti a letto,
  • dolore.


Una diagnosi di delirium si può fare sulla base della storia clinica, dell'osservazione comportamentale e una valutazione cognitiva da parte di un medico addestrato a valutare il delirium. Si dovrebbero anche chiedere al paziente, ai familiari o al caregiver informazioni su eventuali cambiamenti recenti nel comportamento o nel pensiero del paziente.

 

Quindi, come può essere prevenuto o trattato?

L'assistenza clinica si concentra sulla prevenzione del delirium, sulla gestione dei fattori di rischio e dei sintomi, e sulla riduzione delle possibilità di complicanze, che prolungano o peggiorano la condizione. Per aiutare a prevenire il delirium possiamo:

  • riorientare spesso la persona (ricordandole la posizione, la data e l'ora),
  • incoraggiare la persona ad alzarsi dal letto e, se è il caso, a camminare, assicurandosi che eviti di cadere,
  • gestire il suo dolore,
  • garantire nutrizione e idratazione adeguate,
  • ridurre le sue menomazioni sensoriali (aiutandola a mettere gli occhiali e gli apparecchi acustici e garantire che funzionino),
  • garantire schemi di sonno adeguati.

 

Perché il delirium è sotto-diagnosticato?

Anche se è potenzialmente prevenibile, il delirium è scarsamente riconosciuto e spesso sono ignorati dei casi. Ciò è dovuto a una conoscenza inadeguata nel personale dell'assistenza sanitaria, a mancanza di esami e di valutazione formali di routine e a personale di assistenza sanitaria che non conosce il paziente.


La diagnosi del delirium può essere difficile quando i sintomi fluttuano durante il giorno. I cambiamenti nell'attenzione vanno e vengono, le persone di solito sono più vigili al mattino e meno di notte. Il delirium è anche sotto riconosciuto perché può presentarsi in modo molto diverso: in alcune persone può provocare iperattività (allucinazioni, vaneggiamenti o comportamenti non collaborativi) e in altre persone ipoattività (stimolazione ridotta che può essere scambiata per affaticamento o depressione) o un misto di entrambe.


Circa il 50% delle persone che vengono dimesse dall'ospedale con sintomi di delirium irrisolto possono sperimentare sintomi che durano per mesi. In modo allarmante, alcune persone passano a stati permanenti di deterioramento cognitivo.

 

L'impatto del delirium sui caregiver

Il delirium costa al governo australiano circa A$ 8,8 miliardi all'anno. L'onere maggiore, tuttavia, ricade sul paziente e sulla sua famiglia. L'improvviso cambiamento nel comportamento e/o nelle emozioni di una persona a causa del delirium provoca alti livelli di stress e ansia per i caregiver familiari.


I caregiver degli anziani diagnosticati con delirium riferiscono alti livelli di disagio psicologico, benessere scadente e minore soddisfazione per la vita a causa del loro ruolo di assistenza. Identificare e gestire il rischio di delirium è quindi indispensabile per dare assistenza sicura e di qualità sia ai pazienti che ai familiari.

 

Collaborare con i caregiver familiari

La collaborazione con i caregiver familiari può migliorare gli esiti delle cure per le persone anziane che sono ricoverate in ospedale. I caregiver familiari e gli amici sono ben posizionati per rilevare i cambiamenti nella cognizione e nel comportamento dei pazienti. I familiari stretti, in particolare, hanno una conoscenza intima dello stato mentale precedente della persona e possono identificare sottili cambiamenti nel suo comportamento.


Tuttavia, molti caregiver di pazienti dimessi dall'ospedale con delirium ricevono pochi consigli o supporto continuo. Nonostante i recenti standard clinici raccomandino ai caregiver familiari di essere partecipanti attivi alle cure, spesso ne vengono esclusi. Questo è stato aggravato dalla pandemia Covid.


Per affrontare questo deficit, abbiamo sviluppato un modello di assistenza per supportare l'integrazione dei caregiver come partner nella prevenzione e nella gestione del delirium, e migliorare gli esiti sanitari. Utilizzando un insieme di strumenti basato sulla rete, speriamo di aumentare la consapevolezza e la conoscenza del delirium tra i caregiver degli anziani in ospedale che sono a rischio di delirium.


Questi strumenti, che puntano anche a supportare il benessere del caregiver, sono attualmente in fase di sperimentazione e valutati al Tweed Hospital e, in caso di successo, potrebbero essere implementati in tutti gli ospedali [dell'Australia].

 

 

 


Fonte: Christina Aggar, prof.ssa associata di infermieristica, Southern Cross University

Pubblicato su The Conversation (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 



Notizie da non perdere

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.