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Che cos'è la 'sindrome del tramonto' e perché è frequente nella demenza?

Talvolta si usa il termine sundowning (sindrome del tramonto) per descrivere una tendenza delle persone con demenza a diventare più confuse nel tardo pomeriggio e di notte.


Per cominciare, dovrei sottolineare che il termine sundowning è eccessivamente semplicistico, in quanto è una forma abbreviata che può racchiudere un vasto numero di comportamenti in molti contesti diversi. Quando si valutano i comportamenti cambiati nella demenza, è sempre meglio avere una descrizione completa e accurata di ciò che la persona sta effettivamente facendo in quel momento, piuttosto che accettare semplicemente che hanno il sundowning.


Questo insieme di comportamenti chiamati di solito sundowning spesso include (ma non solo) confusione, ansia, agitazione, stimolazione ed 'essere ombra' di altri. Può variare a seconda dello stadio della demenza, della personalità della persona, dei suoi modelli passati di comportamento e della presenza di scatenanti specifici.


Perché allora, tali comportamenti alterati tendono ad accadere in momenti specifici della giornata? E cosa dovresti fare quando succede alla persona cara?

 

Luce in dissolvimento

Tutti interpretiamo il mondo attraverso le informazioni che entrano nel cervello attraverso i 5 sensi. I più importanti sono vista e udito. Immagina la difficoltà che avresti se ti viene chiesto di svolgere un compito complesso mentre sei in una stanza buia.


Le persone con demenza dipendono allo stesso modo dagli stimoli sensoriali per dare un senso e interpretare correttamente l'ambiente. Quando la luce si attenua verso la fine della giornata, così è anche per la quantità di stimoli sensoriali a disposizione che aiutano un paziente con demenza a interpretare il mondo.


L'impatto di questo su un cervello che lotta per integrare le informazioni sensoriali, nel migliore dei casi può essere significativo, risultando in maggiore confusione e comportamenti inaspettati.

 

Esaurimento cognitivo

Tutti abbiamo sentito dire che usiamo solo una frazione del nostro potere cerebrale, ed è vero che tutti abbiamo molto più potere cerebrale di quanto in genere abbiamo bisogno per la maggior parte dei compiti banali della giornata. Questa 'riserva cognitiva' può essere esercitata quando ci troviamo di fronte a compiti complessi o stressanti che richiedono più sforzi mentali.


Ma cosa succede se non hai molta riserva cognitiva? I cambiamenti che alla fine portano ai sintomi del morbo di Alzheimer (MA) possono iniziare a svilupparsi ben 30 anni prima dell'inizio dei sintomi. Durante quel periodo, in termini semplici, la condizione erode la nostra riserva cognitiva. È solo quando il danno è così significativo che il nostro cervello non può più compensare che sviluppiamo i primi sintomi del MA e di altre demenze.


Quindi, quando qualcuno presenta per la prima volta sintomi di demenza molto precoce, ci sono già molti danni. La riserva cognitiva è persa e i sintomi della perdita di memoria diventano allora evidenti. Di conseguenza, le persone con demenza devono esercitare molto più sforzo mentale nel corso di una giornata di routine rispetto alla maggior parte di noi.


Ci siamo sentiti tutti cognitivamente esausti, malridotti e forse un po' irritabili dopo una lunga giornata con un compito difficile che ha richiesto una quantità estrema di sforzo e concentrazione mentali. Quelli con demenza devono esercitare quantità simili di sforzo mentale anche solo per affrontare la loro routine diurna.


Quindi, può essere una sorpresa che, dopo diverse ore di sforzo mentale concertato solo per cavarsela (spesso in un luogo sconosciuto), le persone tendono a diventare cognitivamente esauste?

 

Cosa devo fare se succede alla mia persona cara?

Le case delle persone con demenza dovrebbero essere ben illuminate nel tardo pomeriggio e alla sera quando il sole scende, per aiutare la persona con demenza a integrare e interpretare gli stimoli sensoriali.


Un breve pisolino dopo pranzo può aiutare ad alleviare la fatica cognitiva verso la fine della giornata. Dà il cervello e, insieme ad esso alla resilienza della persona, l'opportunità di 'ricaricarsi'. Tuttavia, non c'è alcun sostituto per una valutazione più completa delle altre cause che potrebbero contribuire a un comportamento alterato.


Diversi bisogni insoddisfatti come la fame o la sete, la presenza di dolore, depressione, noia o solitudine possono contribuire, così come gli stimolanti come caffeina o zucchero, se vengono somministrati troppo tardi.


I comportamenti troppo spesso descritti dal termine eccessivamente semplicistico sundowning sono complessi e le loro cause sono spesso altamente individuali e interconnesse. Come spesso accade in medicina, spesso si può gestire meglio una particolare serie di sintomi con una comprensione più profonda delle cause della radice.

 

 

 


Fonte: Steve Macfarlane, capo servizi clinici / supporto di Dementia Australia e professore associato di psichiatria alla Monash University

Pubblicato su The Conversation (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

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