Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Delirium: sindrome comune e spaventosa che sembra demenza, ma arriva molto più velocemente

old woman delirium caregiving Image by freepik.com

"Durante il giorno è completamente calmo, ma di notte si agita molto".

"Stasera non ha smesso di chiamare sua madre, che è morta molti anni fa. Ma ha dormito tutto il giorno ed era quasi impossibile svegliarla".


Queste testimonianze saranno familiari a molti parenti e caregiver di una persona anziana che deve trascorrere del tempo in ospedale. Attestano una situazione fin troppo comune: una persona anziana è ricoverata in ospedale e sperimenta un improvviso deterioramento della salute, caratterizzata in gran parte da disorientamento spaziale e temporale e agitazione.


Sembra demenza, ma potrebbe essere qualcos'altro?

 

Demenza o delirium?

Demenza non è una malattia specifica, ma un termine generale usato per descrivere la perdita progressiva delle funzioni cognitive: attenzione, concentrazione, orientamento, capacità di risoluzione dei problemi e così via. Alla fine, impedisce l'autonomia di un individuo e la sua capacità di svolgere attività quotidiane.


Mentre molti di questi sintomi si sovrappongono a quelli di un paziente anziano inaspettatamente agitato, la demenza si sviluppa progressivamente, per un lungo periodo di tempo. Nel caso delle testimonianze di cui sopra, i pazienti possono sperimentare uno stato confusionale acuto, noto anche come delirium. Questa complicazione complessa e prevalente del ricovero in ospedale può avere un impatto diretto sulla malattia e sui tassi di mortalità dei pazienti.


È quindi estremamente importante prevenirlo o, in mancanza di ciò, stabilire una diagnosi precoce per trattarlo correttamente. Secondo diversi studi, può colpire dal 20% al 30% degli anziani ricoverati in ospedale. Un paziente che soffre di delirium potrebbe sperimentare i seguenti sintomi:

  • Cambiamenti nei livelli di attenzione e vigilanza, che possono variare nel corso della giornata. Spesso un individuo interessato è iper-vigile di notte, ma molto assonnato durante il giorno.
  • Cambiamenti nella funzione cognitiva, tra cui la perdita di memoria (non ricordare cosa è successo durante la notte), disorientamento (pensare di essere effettivamente a casa), linguaggio disordinato o sconnesso, e così via.
  • Altri sintomi possono includere cambiamenti nella percezione o allucinazioni, agitazione o sbalzi d'umore improvvisi e imprevedibili.

 

Vari fattori al lavoro

Ci sono molti fattori che convergono in un paziente anziano e danno origine a questi sintomi. Alcuni di essi sono intrinseci al processo di invecchiamento, come la politerapia (uso simultaneo di diversi farmaci) o la compromissione sensoriale. Molti altri sono correlati al processo stesso di ricovero in ospedale, come lo stress causato da malattie acute, la somministrazione di determinati farmaci o la chirurgia. Anche i fattori ambientali hanno una parte, come le interruzioni costanti da parte del personale infermieristico e altri pazienti che rendono difficile dormire bene la notte.


Nonostante condividano alcune caratteristiche, demenza e delirium sono clinicamente abbastanza distinti. Tuttavia, possono essere presenti insieme, e spesso lo sono; in effetti, un paziente con diagnosi di demenza ha maggiori probabilità di presentare un delirium durante ricovero in ospedale. Ciò può essere dovuto a un calo della riserva cognitiva, il che significa che una persona ha meno risorse cerebrali disponibili per far fronte a situazioni stressanti.

 

Può essere trattato?

La buona notizia è che il delirium può davvero essere trattato ... prima è, meglio è. Dobbiamo tenere presente che uno dei rischi principali è che passi inosservato e non venga intrapresa alcuna azione. Ciò è aggravato nei pazienti con demenza, poiché la demenza è associata ad alterazioni dei livelli di vigilanza.


Se il delirio è una reazione a un determinato medicinale, la soluzione è semplicemente toglierlo. Se la causa è un'infezione, il trattamento dell'infezione può alleviare i sintomi. In altre occasioni, un trattamento farmacologico specifico aiuterà a controllare i disturbi comportamentali. Tutte queste opzioni dovrebbero, ovviamente, essere considerate solo dopo una valutazione approfondita di uno specialista.


Ci sono anche misure per aiutare a impedire che il delirium insorga. Iniziative come HELP (Hospital Elder Life Program) negli Stati Uniti includono misure non farmacologiche come riorientamento, gestione del sonno, mobilizzazione precoce, uso di dispositivi sensoriali (come occhiali o apparecchi acustici), idratazione e salute digestiva. Implementare tali programmi e formare in continuo gli operatori sanitari sono azioni essenziali per prevenire e diagnosticare prontamente un problema che sta rapidamente diventando un'epidemia silenziosa.

 

Come i caregiver possono gestire o prevenire il delirium

Ci sono alcuni passi essenziali per aiutare un paziente in ospedale anziano a evitare o gestire l'insorgenza del delirium:

  • Mantieni un normale programma giorno e notte. Apri le tende per far entrare la luce solare durante il giorno e aiutalo a dormire la notte riducendo il rumore e spegnendo le luci.
  • Mantieni la stanza tranquilla, in modo che il paziente possa essere il più comodo possibile.
  • Mantieni una conversazione di base, usando frasi brevi e semplici e dando al paziente un ampio tempo per rispondere.
  • Se il paziente diventa confuso o spaventato, ricordagli dove è e cosa sta succedendo.
  • Se il paziente viene agitato o irritato da qualcosa in particolare, mantieni la calma ed evita di discutere. Un cambio di argomento, o scenario, può aiutare molto.
  • Se il paziente ha allucinazioni, non respingerle o sfidarlo. Devi riconoscere i suoi sentimenti e cercare di calmarlo delicatamente.


In conclusione, la prevenzione e il rilevamento precoce sono essenziali per il trattamento ottimale del delirium, un disturbo che può avere un impatto notevole sulla salute fisica e mentale di una persona, per non parlare delle gravi conseguenze per i sistemi di assistenza sanitaria pubblica.

 

 

 


Fonte: Laura Zaurín Paniagua, docente e ricercatrice dell'Università di San Jorge in Conversation (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

Notizie da non perdere

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.