Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Domenico Praticò: I vaccini e la malattia di Alzheimer

covid still life with vaccineImage by freepik.com

Di solito, quando pensiamo a un vaccino, immaginiamo una sostanza somministrata per stimolare la risposta immunitaria di un individuo a un particolare microrganismo infettivo (ad esempio, un virus) con l'obiettivo di proteggerlo dalla malattia causata da quell'agente. Tuttavia, potrebbe anche esserci un legame positivo tra vaccini e il morbo di Alzheimer (MA).


Alcuni studi clinici recenti hanno iniziato a fornire nuove prove a favore dell'ipotesi che le vaccinazioni contro alcune delle malattie infettive più comuni proteggerebbero anche dall'insorgenza o dalla progressione del MA. Tuttavia, è importante sottolineare subito che questa notizia non è del tutto nuova o sorprendente, poiché da alcuni anni c'erano delle osservazioni empiriche a supporto dell'idea che l'attivazione del sistema immunitario conseguente alla somministrazione di un vaccino antivirale potesse prevenire o rallentare l'insorgenza del MA.


In effetti, alcuni studi precedenti condotti su un numero limitato di pazienti hanno presentato dati molto incoraggianti su una possibile relazione tra le vaccinazioni ricevute e il rischio di sviluppare demenza negli anni successivi. Approfondiamo quindi ciò che gli studi finora suggeriscono su vaccini e MA.


In uno studio recente, gli autori hanno valutato oltre 200.000 adulti che avevano ricevuto vaccinazioni comuni normalmente raccomandate negli Stati Uniti dal National Center for Disease Control and Prevention, come quella contro difterite, tetano e pneumococco. I ricercatori hanno valutato e utilizzato come confronto un gruppo di adulti molto simili al primo, sotto ogni aspetto demografico, come età, sesso, istruzione, ecc., ma che non avevano ricevuto alcun vaccino.


Al momento dell'arruolamento nello studio, nessuno di questi individui, né nel primo né nel secondo gruppo, presentava evidenti segni clinici di deterioramento cognitivo o demenza nei due anni precedenti la vaccinazione. Tutti i soggetti arruolati avevano almeno 65 anni all'inizio dello studio e sono stati poi seguiti per almeno altri 8 anni. Al termine di questo periodo, i ricercatori hanno esaminato il numero totale di casi di MA sviluppati in ciascuno dei due gruppi. Effettuando questa analisi, si è visto che, rispetto a coloro che non erano mai stati vaccinati, gli individui che avevano ricevuto uno o più dei vaccini da noi indicati sopra avevano una significativa riduzione del rischio di sviluppare il MA, tra il 25 e il 30%.


Questo studio è molto importante non solo perché conferma le osservazioni preliminari sulla somministrazione di vaccini e sul rischio di sviluppare demenza, ma anche perché è in linea con alcune osservazioni molto recenti che hanno indicato come l'esposizione ad agenti infettivi (come il virus herpes) potrebbe essere considerata un nuovo fattore di rischio per lo sviluppo del MA. A questo proposito, è interessante notare che un nuovo studio, che ha esaminato la relazione tra la vaccinazione contro il virus dell'herpes zoster (responsabile del 'fuoco di Sant'Antonio') e l'insorgenza di demenza, ha di fatto confermato che questa vaccinazione ha un effetto decisamente positivo nella prevenzione della demenza.


Sebbene tutti questi risultati siano molto interessanti e incoraggianti per tutti noi, ci sono ancora alcune domande alle quali non abbiamo una risposta chiara. Una domanda chiave è ad esempio la seguente: qual è il meccanismo attraverso il quale la somministrazione di questi vaccini proteggerebbe dall'insorgenza del MA?


Una possibile risposta è che i vaccini, fornendo istruzioni al sistema immunitario per rispondere a un particolare agente infettivo, preparerebbero indirettamente le altre cellule immunitarie a rispondere più efficacemente a un insulto o a un danno cerebrale. Un'altra ipotesi, anch'essa valida, è che i vaccini preparerebbero le cellule immunitarie del cervello a produrre una risposta reattiva di natura esclusivamente infiammatoria protettiva, priva di aspetti negativi, e quindi in grado di rimuovere eventuali agenti nocivi senza causare danni al cervello, anzi proteggendolo.


In conclusione, i vaccini non solo salvano la vita di milioni di persone da malattie che altrimenti sarebbero fatali, ma oggi c'è un motivo in più per vaccinarsi poiché questi strumenti terapeutici che sono accessibili a tutti possono anche avere benefici a lungo termine che non avevamo mai considerato prima: la salute del nostro cervello.

 

 

 


Fonte: Domenico Praticò in Pratico Lab

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)