Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'obesità si affronta con programmi specifici per tipo di persona

Non c'è una soluzione valida per tutti, quando si tratta di affrontare l'obesità, secondo un nuovo studio dell'Università di Sheffield.


I ricercatori che hanno esaminato come affrontare il problema dell'obesità del paese, che costa al Servizio Sanitario Nazionale (NHS) circa 10 miliardi di euro all'anno, hanno scoperto che attualmente le persone sono spesso trattate allo stesso modo, indipendentemente da quanto sono sane, da dove vivono o dalle loro caratteristiche comportamentali.


La ricerca ha scoperto chi ha un Indice di Massa Corporea (IMC/BMI) di 30 o superiore, in realtà rientra in uno dei sei gruppi e le strategie atte a puntare con successo la perdita di peso dovrebbero essere adattate al gruppo a cui appartiene.


Lo studio, condotto dal dottor Mark Green dalla Scuola di Sanità e Ricerca Correlata dell'Università, ha determinato i 6 gruppi in questo modo:

  1. maschi giovani forti bevitori,
  2. persone di mezza età infelici e ansiose,
  3. anziani felici, pur avendo patologie fisiche,
  4. donne giovani sane,
  5. anziani sani ricchi,
  6. individui con pessime condizioni di salute.


I ricercatori hanno sottolineato l'importanza per i responsabili della politica sanitaria di riconoscere le differenze degli individui con obesità e di affrontare o definire interventi su misura conseguenti. Questo approccio può essere più efficace nell'aiutare le persone a raggiungere uno stile di vita più sano. Un approccio sanitario mirato potrebbe anche fare un uso più efficiente dei servizi del NHS.

Può essere rilevante perché:

L'obesità e i problemi metabolici correlati (ipertensione, colesterolo, diabete, ...) sono anche fattori di rischio importanti per l'Alzheimer.

 
Il Dr Green, ha detto: "Le politiche progettate per combattere l'obesità e promuovere stili di vita più sani, spesso puntano gli individui solo perché sono obesi. Ma focalizzarsi sul gruppo nel suo insieme non è molto efficiente. Siamo tutti diversi e per persone diverse funzionano diversi approcci per la promozione della salute. La nostra ricerca ha dimostrato che chi fa parte dei gruppi che abbiamo identificato ha probabilmente bisogno di servizi molto diversi, e risponderà in modo molto diverso alle diverse politiche di promozione della salute. In futuro speriamo che i medici non mancheranno di tenere conto di questi 6 gruppi quando offrono consigli ai loro pazienti".


I ricercatori hanno suggerito che per affrontare l'obesità:

  1. per i giovani adulti bevitori potrebbero aiutare dei messaggi sulla riduzione dell'alcol;
  2. per le persone di mezza età che sono infelici e ansiose potrebbe essere utile un intervento che coinvolge sempre più esercizio fisico abbinato a consulenza psico-sociale;
  3. [ndt: per gli anziani con patologie fisiche, ma felici, nessun suggerimento; si arrangino, o restino obesi];
  4. le donne giovani sane possono non avere bisogno di alcun intervento;
  5. per gli anziani sani benestanti la perdita di peso potrebbe essere una priorità;
  6. per quelli del gruppo con la salute più scadente lo studio ha dimostrato che i consigli sull'esercizio fisico forse non sono ragionevoli e potrebbe essere necessario puntare a obiettivi molto più modesti.


I ricercatori hanno usato i dati dallo Yorkshire Health Study che comprendeva 4.144 individui obesi. Essi sperano che i risultati, pubblicati nel Journal of Public Health, possano fornire ispirazione ai responsabili politici e che possano guidare gli studi futuri sul contrasto all'obesità.

 

 

 

 

 


Fonte: University of Sheffield (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: M.a. Green, M. Strong, F. Razak, S.v. Subramanian, C. Relton, and P. Bissell. Who are the obese? A cluster analysis exploring subgroups of the obese. Journal of Public Health, April 2015 DOI: 10.1093/pubmed/fdv040

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)