Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Che cosa hanno a che fare le rughe con la demenza?

Nella nostra cultura sembra che siamo eccessivamente preoccupati di prevenire le rughe. C'è l'approccio soft: creme, pulizie e lozioni. C'è la roba seria: laser, botox, filler, chirurgia e alcune scelte dal nome inquietante, come carbossiterapia, che potrebbero sembrare normali nella lista dei servizi di un'autofficina.

Ci sottoponiamo a innumerevoli tecnologie di 'ringiovanimento' per combattere la mancanza di sinergia del collagene che svanisce, della perdita di tessuto osseo e della gravità. Anche se non sto criticando o prendendo le distanze da questa ossessione, ho visto qualcosa di recente a proposito delle rughe e come potrebbero aiutare la dignità.

Ero seduta con un bel 60-enne e sua moglie. Se l'avessi visto solo di sfuggita - aspettando insieme un tavolo in un ristorante o in fila in un aeroporto - avrei potuto descriverlo come intelligente, cortese, di buon umore, elegante. Perché? In gran parte a causa delle sue rughe.

I suoi ultimi anni sono incisi in simpatiche zampe di gallina, sulla curva del labbro ammiccante e quasi arrogante, la linea austera tra le sopracciglia. Il suo è un volto interessante, uno che un ritrattista potrebbe scegliere di dipingere, uno che incute rispetto in pubblico.

Il suo volto continua a dirci chi era prima che la sua mente svanisse, anche se di nascosto: un dirigente aziendale, un padre di famiglia, un conversatore spiritoso e con molte letture, un atleta che ha trascorso molte ore sotto il sole. L'Alzheimer, però, ha ridotto il suo mondo fino al punto che ora trascorre la maggior parte delle giornate seduto tristemente su una sedia, con il suo cane di fianco. Risponde alle domande con una sola parola, sì o no, o uno sguardo privo di senso dell'umorismo.

"Le persone chiedono come possono aiutare", ha detto la moglie, ammettendo il suo isolamento. "Vorrei rispondere 'Potresti passare un paio di notti qui?' Ma non posso dirlo. Potrebbe scendere al piano di sotto e sedersi in poltrona nudo. Potrebbe anche andare a prendere la posta in quel modo. Non posso caricare tutto ciò su un amico. Voglio preservare quanto posso della sua dignità".

Capisco il suo punto. Non siamo condizionati per permettere ai nostri amici una vera e propria perdita di dignità. Cosa potrei fare se il marito di questa amica apparisse nudo al piano di sotto, con l'ingenuità di un bambino? Probabilmente correrei in cucina per prendere lo strofinaccio più grande che trovo, con gesti confusi.

Ma la mia incapacità di conciliare quelle rughe parlanti con una perdita indifesa di inibizione è un mio problema, non suo. La sua anatomia non sorprendere nessuno. E ci siamo trovati tutti in posizioni compromettenti nel corso di cure mediche, chiacchierando prosaicamente con il nostro medico di lavoro, di giardinaggio o di qualsiasi altra cosa. Ci aspettiamo che il nostro medico ci consideri persone rispettabili, nonostante le nostre storie sordide di cattiva condotta sanitaria e il corpo imperfetto.

Non abbiamo questa fiducia perché i medici sono molto intelligenti o perchè hanno avuto anni e anni di allenamento. E' una questione di semplice umanità. In un tale contesto, non possiamo aiutare se non ignorando le trappole della dignità - il nostro abbigliamento, la nostra privacy - e in cambio, insistere sul rispetto.

Forse è giunto il momento di aspettarsi almeno questo da noi stessi nella cura degli amici che hanno perso la capacità di discernere tra un comportamento sociale corretto e uno sbagliato. Che cosa succede se rispondessimo al dilemma della moglie dicendo, con tono impassibile e l'espressione imperturbabile di un medico che ha sentito e visto di tutto, "Posso stare con lui. Se si spoglia mentre sono qui, che cosa devo fare?". Immaginati seduto davanti al tuo medico in camice blu, che descrive un sintomo imbarazzante, e di essere inspiegabilmente grato se non sussulta. Tutti possiamo dare lo stesso tipo di compassione.

Non sarebbe difficile recuperare degli indumenti e dire con voce allegra «Richard, non è meglio se indossi questa vestaglia o queste mutande?" mentre ci concentriamo esclusivamente sulle sue rughe del viso. Allora sarebbe preservata la dignità di tutti. Naturalmente non tutte le persone con demenza più avanzata possono essere assistite da amici, ma per molti è possibile. Rimanendo calmi se le cose partono per una direzione indelicata, gli amici potrebbero trasformare l'incidente bizzarro da una calamità da mano sudaticcia in un sobbalzo leggero della strada.

Inizia a credere che potresti gestire la situazione, che è possibile ignorare il condizionamento e l'imbarazzo del passato. Vedi le rughe dei tuoi amici come testimonianza di una vita adulta di buon umore, di profondità, di determinazione, di realizzazione, di interesse - anche se lui o lei non hanno più modo di dimostrare queste qualità.

Non ci dovrebbe essere alcuna perdita di dignità nella demenza. Difficoltà, forse crepacuore e paura, ma non vergogna o perdita di dignità. La dignità è un diritto che si può continuare a conferire, anche se l'amico non può più chiederla o si comporta in modi che sembrano contraddire la necessità. E quale migliore esempio di umanità?

 

 

 


Fonte: Mary McDaniel Cail in Huffington Post (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)