Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Studio rivela una potenziale strategia per evitare l'Alzheimer

Studio rivela una potenziale strategia per evitare l'AlzheimerSezione del cervello di topo portatore della mutazione P301S nella tau umana, che causa la demenza, con l'accumulo di grovigli neurofibrillari tau (in marrone scuro, a sinistra). Quando i livelli di Nuak1 sono minori del 50% (P301S / Nuak1+/-, a destra), si accumula un minor numero di grovigli tau. (Fonte: autori dello studio)

Un giorno potremo prendere una pillola che impedisce l'accumulo di molecole tossiche nel cervello per prevenire o ritardare l'Alzheimer, secondo gli scienziati della Baylor Univresity, dell'Ospedale dei bambini del Texas e della Johns Hopkins University.


Lo studio, pubblicato di recente su Neuron, ha adottato un triplice approccio per verificare i primi eventi che avvengono nel cervello, molto prima che siano evidenti i sintomi dell'Alzheimer.


Gli scienziati sono riusciti a prevenire quei primi eventi e il successivo sviluppo di patologie cerebrali in modelli animali sperimentali di laboratorio.


"Malattie comuni come il Parkinson, l'Alzheimer e la demenza sono causati in parte dall'accumulo anomalo di alcune proteine ​​nel cervello", ha detto l'autrice senior Dott.ssa Huda Zoghbi, professoressa di genetica molecolare e umana e di pediatria - neurologia e neuroscienze dello sviluppo alla Baylor e direttrice del Jan e Dan Duncan Neurological Research Institute dell'Ospedale dei bambini del Texas. "Alcune proteine ​​diventano tossiche quando si accumulano; rendono vulnerabile il cervello alla degenerazione. La tau è una delle proteine ​​coinvolte nell'Alzheimer e nella demenza".


"Gli scienziati nel settore si sono concentrati soprattutto sulle fasi finali dell'Alzheimer", ha detto il primo autore Dr. Cristian Lasagna-Reeves, borsista post-dottorato nel laboratorio della Zoghbi. "Qui abbiamo cercato di trovare indizi su ciò che accade nelle primissime fasi della malattia, prima che compaiono i sintomi clinici irreversibili, con l'intento di prevenire o ridurre quei primi eventi che portano a cambiamenti devastanti nel cervello nei decenni successivi".


Gli scienziati hanno ragionato che, se potessero trovare un modo per prevenire o ridurre l'accumulo di tau nel cervello, potrebbero svelare nuove possibilità per lo sviluppo di trattamenti farmacologici per queste malattie. Le cellule controllano la quantità delle loro proteine ​​con altre proteine ​​chiamate enzimi. Per capire quali enzimi influenzano l'accumulo della tau, gli scienziati hanno inibito in modo sistematico degli enzimi chiamati chinasi.


"Abbiamo inibito circa 600 chinasi uno per uno e ne abbiamo trovato uno, chiamato Nuak1, la cui inibizione conduce ad una riduzione dei livelli di proteina tau", ha detto la Zoghbi, che è anche ricercatrice all'Howard Hughes Medical Institute. Gli scienziati hanno controllato gli enzimi in due sistemi diversi: colture di cellule umane e nel moscerino della frutta in laboratorio. La selezione nel moscerino della frutta ha permesso agli scienziati di valutare gli effetti dell'inibizione degli enzimi in un sistema nervoso funzionale, in un organismo vivente.


"La selezione di centinaia di chinasi nel modello animale moscerino della frutta è stata fondamentale perché abbiamo potuto valutare la degenerazione causata dalla tau nel sistema nervoso dell'insetto e misurare la disfunzione neuronale. Lo screening di un numero così elevato di sostanze non può essere fatto con altri modelli animali come il topo, e le cellule in coltura non possono modellare funzioni complesse del sistema nervoso", ha detto il co-autore senior Dr Juan Botas, professore di genetica molecolare e umana e di biologia molecolare e cellulare al Baylor.


"Abbiamo trovato un enzima, il Nuak1, la cui inibizione ha portato costantemente a livelli più bassi di tau sia nelle cellule umane che nei moscerini della frutta", ha detto la Zoghbi. "Poi abbiamo applicato questa scoperta a un modello di topo di Alzheimer sperando di vedere una ripetizione dei risultati, ed è successo. Inibire il Nuak1 migliora il comportamento dei topi e impedisce la degenerazione del cervello".


"La conferma in tre sistemi indipendenti - cellule umane, moscerino della frutta e topo - che l'inibizione del Nuak1 riduce la tau e impedisce le anomalie cerebrali indotte dall'accumulo di tau, ci ha convinti che il Nuak1 è un bersaglio potenziale affidabile per i farmaci che puntano a prevenire le malattie come l'Alzheimer", ha detto la Zoghbi. "Il passo successivo è sviluppare farmaci che inibiscono il Nuak1, nella speranza che un giorno saremo in grado di abbassare i livelli di tau, e con bassa tossicità, negli individui a rischio di demenza causata da accumulo di tau".


[...] "Proprio come le persone prendono ora farmaci per abbassare il colesterolo, in futuro potremmo prendere farmaci per mantenere bassi i livelli di tau e prevenire lo sviluppo dell'Alzheimer", ha detto Lasagna-Reeves.

 

 

 


Fonte: Baylor College of Medicine (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Cristian A. Lasagna-Reeves, Maria de Haro, Shuang Hao, Jeehye Park, Maxime W.C. Rousseaux, Ismael Al-Ramahi, Paymaan Jafar-Nejad, Luis Vilanova-Velez, Lauren See, Antonia De Maio, Larissa Nitschke, Zhenyu Wu, Juan C. Troncoso, Thomas F. Westbrook, Jianrong Tang, Juan Botas, Huda Y. Zoghbi. Reduction of Nuak1 Decreases Tau and Reverses Phenotypes in a Tauopathy Mouse Model. Neuron, 2016; 92 (2): 407 DOI: 10.1016/j.neuron.2016.09.022

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.