Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Studio: i farmaci anti-colesterolo abbassano il rischio di Alzheimer

Dei farmaci comuni anti-colesterolo si sono rivelati promettenti nel ridurre il rischio di Alzheimer, secondo uno studio guidato dalla University of Southern California su dati Medicare.


La nuova ricerca dimostra che, su un campione di 399.979 beneficiari di Medicare [assicurazione sanitaria USA], gli uomini e le donne che hanno preso statine per due o più anni hanno visto una riduzione del rischio di Alzheimer nel periodo 2009-2013.


I ricercatori dell'USC e dell'Università dell'Arizona hanno scoperto che l'incidenza di Alzheimer era minore in chi aveva avuto spesso prescrizioni di statine (alti fruitori), rispetto a quelli bassi. Tra le donne che erano alte fruitrici, il tasso di incidenza era inferiore del 15%, e negli uomini del 12%.


I ricercatori, nello studio pubblicato ieri ​​12 dicembre su JAMA Neurology, hanno notato che gli uomini neri sono l'unico gruppo che non ha mostrato una riduzione statisticamente significativa del rischio, probabilmente a causa delle dimensioni del campione.


"Potremmo non dover attendere una cura per fare qualcosa per i pazienti attualmente a rischio di malattia. I farmaci esistenti, da soli o in combinazione, possono influenzare il rischio di Alzheimer", ha detto il primo autore Julie Zissimopoulos, direttore associato del Centro Politica Sanitaria ed Economica e assistente professore della Facoltà di Politiche Pubbliche della USC. "Ci siamo rivolti alle statine come candidato perché sono molto usate e hanno portato alla riduzione del colesterolo".


Studi precedenti avevano dimostrato un legame tra il colesterolo e il segno distintivo dell'Alzheimer: le placche di amiloide-beta che interferiscono con la memoria e le altre funzioni cerebrali.

 

Necessità urgente di un trattamento

Ogni progresso della medicina che può ritardare l'insorgenza dell'Alzheimer potrebbe salvare vite e tradursi in un risparmio nell'assistenza sanitaria. Anche se sappiamo molto sull'Alzheimer, gli scienziati non hanno avuto successo finora a sviluppare trattamenti efficaci per prevenire e rallentare la malattia che cancella la memoria.


Le speranze erano alte per il farmaco sperimentale solanezumab della Eli Lilly, che era stato progettato per attaccare le placche amiloidi, ma in un recente ampio studio clinico il farmaco ha fallito nei pazienti con demenza lieve.


"L'amiloide-beta continua ad essere un obiettivo terapeutico; tuttavia, una volta che un paziente è sintomatico e ha le placche, potrebbe essere troppo tardi", ha detto la Zissimopoulos. "Alcuni ricercatori ritengono che un trattamento di successo possa comportare un 'cocktail' di farmaci diversi che puntano bersagli multipli".


Le malattie legate all'età sono tra i problemi intrattabili che i ricercatori della USC in diverse discipline stanno cercando di dipanare. Gli sforzi per comprendere l'Alzheimer e la demenza, e per trovare interventi di prevenzione e trattamenti precisi, sono molto più pressanti con l'invecchiamento della generazione del baby boom.


In uno studio precedente, la Zissimopoulos aveva scoperto che se i progressi della medicina potessero ritardare l'insorgenza della malattia di un anno, più di 2 milioni di americani eviterebbero di sviluppare il morbo. Ciò si tradurrebbe anche in risparmi per 220 miliardi di dollari nei costi sanitari e assistenziali entro il 2050. La Zissimopoulos ha avvisato che un 'silver tsunami' di baby boomer invecchiati aumenterà di 9,1 milioni il numero di pazienti di Alzheimer over 70 entro il 2050 con i costi annuali dell'assistenza sanitaria che saliranno a $ 1,5 trilioni.

 

Fruitori alti vs. bassi

Altri studi hanno confrontato gli utilizzatori di statine con gli utenti non-statine in una gamma di stati di salute. Tuttavia, la Zissimopoulos ha detto che il team guidato dalla USC si è concentrato solo su utilizzatori di statine.


Il gruppo di ricerca ha diviso i pazienti in due gruppi: quelli ad alto uso (hanno preso le statine per due o più anni tra il 2006 e il 2008) e quelli a basso uso, che li hanno presi con meno frequenza o che hanno iniziato a prendere le statine dopo il 2008. Entrambe le serie di beneficiari avevano una salute simile e non avevano la diagnosi di Alzheimer. I ricercatori hanno studiato le registrazioni risalenti al periodo 2009-2013 per monitorare l'insorgenza dell'Alzheimer.


I circa 400.000 beneficiari di Medicare esaminati dallo studio, avevano almeno 65 anni a Gennaio 2006 e sono stati continuamente coperti dalle prescrizioni Medicare fee-for-service e Part D. Lo studio ha cercato risultati per 4 delle statine prescritte con più frequenza: simvastatina, atorvastatina, pravastatina e rosuvastatina.


I ricercatori hanno trovato una riduzione del rischio in alcuni gruppi demografici che ricevevano spesso prescrizioni di statine da due o più anni:

  • Il calo più grande di incidenza dell'Alzheimer (29%) si è verificato tra gli uomini ispanici.
  • Tra gli uomini bianchi, gli alti utilizzatori di statine avevano un rischio dell'11% più basso nell'incidenza della malattia.
  • Una riduzione simile del rischio (12%) è stato trovato tra le donne ispaniche.
  • Il rischio di Alzheimer è stato inferiore per le donne bianche che erano alti utenti (il 15% meno delle donne che hanno preso statine con meno frequenza).

 

Rischio di malattia dalle statine

  • La simvastatina è stata collegata a un rischio ridotto di Alzheimer per le donne bianche, le donne ispaniche e quelle nere, così come per gli uomini bianchi e quelli ispanici.
  • L'atrovastatina è stata associato ad un rischio ridotto di Alzheimer per le donne bianche, le donne ispaniche, le donne nere e gli uomini ispanici.
  • I risultati della pravastatina e della rosuvastatina hanno mostrato una riduzione statisticamente significativa del rischio di Alzheimer solo per le donne bianche.


Alcuni scienziati ritengono che le statine chiamate liposolubili (come l'atorvastatina e la simvastatina), sarebbero più efficaci come trattamento preventivo di Alzheimer, perché attraversano la barriera emato-encefalica, uno strato protettivo di cellule che limita i tipi di sostanze che possono entrare nel cervello. "Abbiamo riscontrato che, in generale, sono tutti associati a un rischio ridotto", ha detto la Zissimopoulos.


I ricercatori hanno in programma di studiare combinazioni di altri farmaci esistenti per misurare i loro effetti sul rischio di Alzheimer. "I farmaci anti-diabetici sono stati collegati a una minore incidenza di Alzheimer, come pure alcuni anti-ipertensivi", ha scritto il co-autore dello studio Geoffrey Joyce, direttore della politica sanitaria all'USC Schaeffer Center e professore associato della Facoltà di Farmacia della USC. "Ma ci sono prove incoerenti tra le classi di farmaci cardiovascolari".

 


***********
Lo studio è stato sovvenzionato dal National Institute on Aging e dal Zumberge Research Fund della USC. Hanno collaborato Douglas Barthold della USC e Roberta Diaz Brinton, ora alla University of Arizona.

 

 

 


Fonte: University of Southern California (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Julie M. Zissimopoulos, Douglas Barthold, Roberta Diaz Brinton, Geoffrey Joyce. Sex and Race Differences in the Association Between Statin Use and the Incidence of Alzheimer Disease. JAMA Neurology, 2016; DOI: 10.1001/jamaneurol.2016.3783

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.