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Gli architetti fanno la loro parte con la demenza?

I cambiamenti nella progettazione dell'ambiente costruito possono aiutare i malati di demenza? Gli architetti fanno abbastanza per considerare le loro esigenze?


Níall McLaughlin, uno dei pochi architetti che hanno approfondito e affrontato questi problemi, pensa che sia gli architetti che i clienti debbano fare molto di più. "È straordinario che la cura ambientale per le persone con demenza non sia considerata un argomento assolutamente di prima linea per le persone che hanno commissionato il lavoro", afferma. "Ma non esistono molti buoni architetti che lavorano in questo settore".


L'anno scorso il suo studio, in collaborazione con Yeotyia Manolopoulou di AY Architects, ha affrontato questo tema alla Biennale di Venezia. La loro esibizione 'Losing Myself' del padiglione irlandese intendeva comunicare i diversi modi in cui le persone con demenza percepiscono lo spazio.


La messa in opera dello spettacolo e le sue esperienze con pazienti di demenza, hanno cambiato il modo di pensare di McLaughlin: "Non solo sull'invecchiamento", dice, "ma su quello che io sono e cosa siamo". Ma aggiunge: "Vedo pochissimi edifici interessanti progettati per persone con demenza".


La demenza rimane uno dei problemi più gravi per la nostra popolazione che invecchia, causando più disabilità nell'anzianità del cancro, delle malattie cardiache o dell'ictus, e costa al Regno Unito circa 26 miliardi di sterline all'anno.


Il supporto e il trattamento per i malati, inclusi degli ambienti ben progettati, possono aiutarli a condurre una vita soddisfacente. Il mese scorso, l'Alzheimer's Society ha lanciato la Dementia Friendly Housing Charter, con l'obiettivo di integrare le migliori pratiche dei professionisti, in settori che comprendono l'architettura. Anche se la responsabile del progetto Emma Bould dice che la risposta è stata "positiva", lei sta esortando l'industria ad impegnarsi di più.


"Per un vero e proprio cambiamento avremo bisogno che organismi industriali come il RIBA e il Design Council lavorino con organizzazioni specializzate per garantire che demenza e vecchiaia siano protette, considerandole nella fase iniziale di tutti i progetti di architettura", ha affermato. "Devono essere integrate nella formazione di architetti qualificati, per garantire che l'accessibilità e l'inclusione per le persone con demenza e per gli anziani diventino dei requisiti".


La presidente di RIBA, Jane Duncan, afferma che l'istituto è "impegnato a difendere l'importanza dell'inclusività e del design amichevole con l'età". E ha aggiunto che la sfida della progettazione, per tutti nella società, "richiede agli architetti di essere consapevoli delle esigenze specifiche delle persone con demenza", e ha messo in evidenza i consigli pratici forniti dalla RIBA, incluso il suo Alternative Age-Friendly Handbook. E sembra che l'istituto stia aumentando il suo sostegno al design favorevole alla demenza.


Il mese scorso un gruppo regionale di valutazione ha premiato un centro di assistenza per la demenza nel Derbyshire progettato da Glancy Nicholls Architects. E lo scorso Luglio, la RIBA ha aggiudicato £ 8,000 ad un progetto di ricerca intitolato «Progettare per la demenza: le sfide architettoniche internazionali e le risposte» di Bill Halsall e Robert MacDonald. Il progetto di ricerca, elaborato con lo studente di dottorato Davide Landi, confronterà gli schemi di diversi paesi, compreso The Hogeweyk, un villaggio nei Paesi Bassi progettato specificamente per le persone con demenza.


MacDonald, docente di architettura alla Liverpool John Moores University, crede che un punto di partenza fondamentale per qualsiasi architetto che opera nel settore è parlare con persone affette da demenza e includere le loro esperienze nei progetti. "La cosa migliore da fare è permettere alle persone con demenza di impegnarsi con gli architetti", dice. "Si produce un dialogo molto fecondo che modifica la natura di ciò che stai progettando".


MacDonald, che vuole anche che i suoi studenti di architettura si informino sulla demenza, afferma che esistono molteplici aspetti della progettazione, di cui gli architetti potrebbero non essere consapevoli, che possono causare disturbo ai malati di demenza. Ad esempio, un tappeto nero alla porta di ingresso può essere percepito come un buco nero non superabile.


Clare Cameron, che si occupa di alloggi specialistici, e ha progettato edifici amichevoli con la demenza per oltre 25 anni, afferma che i piani aperti sono fondamentali per fornire accessibilità visiva alle persone con demenza, cosa che deve essere inclusa nelle fasi iniziali del progetto.


"Le persone parlano di segnali visivi come il colore e l'arte e gli oggetti - sono tutti importanti - ma queste cose puoi farle nell'edificio una volta terminato", dice. "Devi avere le cose più fondamentali, ad esempio la disposizione dell'edificio, l'accesso ai giardini e allo spazio all'aperto in un ambiente sicuro". E aggiunge che è importante anche includere delle visuali fuori dall'edificio, "in modo che le persone sappiano dove si trovano nell'edificio, qual è il momento della giornata, come è il tempo".


Beatrice Fraenkel, presidente del Mersey Care NHS Foundation Trust ed ex presidente dell'ARB, afferma che il design favorevole alla demenza può ridurre il numero di incidenti "incredibilmente dannosi" come "inciampi e cadute" e creare luoghi che permettano "alla capacità di recupero di avvenire più rapidamente". Ciò potrebbe potenzialmente portare a notevoli risparmi nel NHS (Servizio sanitario nazionale in GB).


Tuttavia, Lesley Palmer, capo architetto al Dementia Services Development Center (DSDC) dell'Università di Stirling, afferma che l'interesse visto dal suo centro è arrivato in prevalenza da clienti come le fondazioni del NHS, dai fornitori di assistenza infermieristica privata, dalle autorità locali e da cooperative edilizie, piuttosto che da architetti. "Dalla revisione che abbiamo fatto sull'interesse per il nostro centro, gli architetti hanno rappresentato la quota più bassa dei nostri servizi di progettazione, formazione o pubblicazione", afferma.


John Nordon, direttore progettazione dello sviluppatore PegasusLife, che fornisce case di riposo amichevoli con la demenza, concorda che sono i  clienti a guidare la crescente consapevolezza della questione. "Sono le persone che hanno la visione e la prospettiva per creare questi tipi di edifici", dice. "Sanno che devono progettare per il loro potenziale cliente, quindi sono quelli che fissano le direttive".


Alcuni architetti, tra cui Richard Murphy, sostengono che le regole restrittive degli appalti pubblici sono barriere per gli architetti socialmente consapevoli e di talento che vogliono lavorare nel settore. Otto anni fa, lo studio di Murphy ha progettato due ospedali nel Fife (in Scozia) per le persone affette da demenza, ma da allora non ha più completato un programma simile. "Le persone vedono gli edifici per la demenza che abbiamo costruito - e pensano che sono fantastici - ma non ci danno un'altra opportunità", dice. "E' sgradevole. Tutta l'esperienza che esiste nel nostro studio è sprecata. Fa parte di un livello generale di frustrazione".


Anche McLaughlin dice che dal 2009, dal centro sollievo per Alzheimer di Dublino, non gli è più stato chiesto di fare molto lavoro in progetti amichevoli con la demenza. "Sembra che abbiamo molta riserva di esperienza che non è usata". Per McLaughlin, gli architetti hanno il dovere di rendere i loro progetti più inclusivi e alcune cose sono facili da realizzare.


"Sta a noi esercitare una certa empatia aperta nei confronti delle persone per cui stai progettando e cercare di comprendere il mondo attraverso le loro esperienze", afferma. "Naturalmente la demenza è terribile, ma hai a che fare con persone che hanno avuto vite straordinarie e può essere molto commovente. Puoi creare momenti di grande bellezza".


Suggerimenti per una progettazione amichevole per la demenza:

  • Usare una disposizione a pianta aperta che sia facile da capire, orientata attorno ad un giardino.
  • Ridurre la quantità di lunghi corridoi interni illuminati artificialmente.
  • Assicurarsi che ci sia luce naturale e vedute dall'edificio.
  • Assicurarsi che sia possibile accedere facilmente ai giardini protetti.
  • Usare punti di riferimento come piante o opere d'arte per aiutare le persone a trovare i percorsi.
  • Evidenziare chiaramente tutte le porte in vetro; il vetro non può essere visto dalle persone con demenza.
  • Usare segnaletica chiara e attraente con caratteri grandi e con un buon contrasto tra il testo e lo sfondo.
  • Assicurarsi che i bagni siano progettati in modo che chi ha una demenza possa ottenere assistenza senza causare imbarazzo.
  • Usare colori contrastanti, il bianco o l'avorio non aiutano a trovare la strada. I seggiolini da bagno di colore contrastante con le pareti e con il resto della toilette sono più facili da vedere se qualcuno ha problemi visivi.
  • Non usare materiali scintillanti, strisce, macchie scure o tappeti sui pavimenti, ed evitare qualsiasi variazione nella pavimentazione.
  • Segnare il bordo di ogni scalino su qualsiasi scala.
  • Creare un ambiente familiare e domestico; questo aumenta il senso di sicurezza e il comfort. Cercare di creare un ambiente sicuro senza essere istituzionale.
  • Non usare motivi arricciati sui pavimenti o sulle pareti; per chi soffre di demenza possono apparire in movimento.

 

L'approccio radicale dei Paesi Bassi alla demenza

Aperto nel 2009, Hogeweyk, nella provincia olandese dell'Olanda settentrionale, è un villaggio di 1,6 ettari progettato dall'architetto Molenaar & Bol & VanDillen per 152 anziani affetti da demenza.

Gli ospiti con demenza sono immersi in una "falsa realtà" - che è stata paragonata a quella raffigurata nel film The Truman Show - dove sono sicuri di girare liberamente tra le strade del paese, le piazze, i giardini e il parco. Sono inoltre liberi di fare shopping, visitare il teatro o andare in caffetteria.


Le case sono state progettate specificamente per adattarsi a uno dei 7 ambienti diversi offerti dal villaggio, dal Stedelijk - per coloro che abitano in ambienti urbani - al Cultureel, per coloro che sono cresciuti in un ambiente culturale e artistico.


I 250 membri del personale, che fornisce cure 24 ore al giorno - non sono vestiti in abbigliamento clinico, ma "mascherati" in divise che vanno dal cassiere, all'assistente di negozio, al giardiniere.

 

 

 


Fonte: Ella Braidwood in The Architects' Journal (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

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