Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Amiloide: una proteina auto-replicante alla base di diverse forme di vita

Gli scienziati dell'ETH (Istituto Federale Svizzero di Tecnologia di Zurigo) sono riusciti a dimostrare che una struttura proteica diffusa in natura - l'amiloide - è teoricamente in grado di moltiplicarsi. Questo la rende un potenziale predecessore di molecole che sono considerate i mattoni della vita.


Gli amiloidi, da lungo tempo considerati una aberrazione biologica, sono aggregati fibrosi di brevi frammenti proteici, e hanno una cattiva reputazione perché sono ritenuti la causa di molteplici malattie neurodegenerative, tra cui l'Alzheimer, il Parkinson e la Creutzfeldt-Jakob.


Solo di recente i ricercatori hanno scoperto che gli amiloidi si presentano come blocchi strutturali e funzionali in un'ampia gamma di forme di vita, dai batteri, ai lieviti, ai funghi, agli esseri umani. Nei vertebrati, hanno un ruolo nella produzione del pigmento melanina, mentre le cellule di lievito usano aggregati amiloidi per formare una sorta di memoria molecolare.


Catalizzatori nell'evoluzione prebiotica

Composte da peptidi corti, le fibre amiloidi possono accelerare le reazioni chimiche in modo simile agli enzimi; così sono state viste per diversi anni come candidati per le prime molecole precursori della vita. Fino ad ora, tuttavia, mancava una importante proprietà chimica nella teoria del ruolo degli amiloidi nell'abiogenesi: l'autoreplicazione.


I primi sostenitori dell'ipotesi dell'amiloide includono il professore Roland Riek e il suo assistente senior Jason Greenwald, del Laboratorio di Chimica Fisica dell'ETH. In un esperimento, ora sono riusciti a dimostrare che gli amiloidi possono fungere da modello chimico per la sintesi di peptidi corti.


E il punto critico è: "Questa capacità si applica potenzialmente anche all'amiloide stesso, il che significa che le molecole possono auto-replicarsi", afferma Riek. I ricercatori hanno riferito la loro scoperta su Nature Communications.


Modello di auto-replica

La capacità di auto-replicarsi è considerata un prerequisito essenziale per ogni forma iniziale di vita. Dimostrando che gli amiloidi si auto-replicano, Riek e il suo team non solo hanno evidenziato un altro aspetto sorprendente di questa proteina molto sottovalutata, ma hanno anche inserito un legame precedentemente mancante nell'argomento dell'ipotesi amiloide.


Quasi due anni prima, gli scienziati dell'ETH avevano già dimostrato in un esperimento che le strutture amiloidi possono formarsi spontaneamente con facilità sorprendente, da semplici aminoacidi che probabilmente esistevano già quando la Terra era ancora senza vita, e in condizioni di reazione che appaiono molto plausibili per la zuppa primordiale (come riportato da ETH News).


Lo stesso vale per la sintesi del peptide appena scoperta: "Il meccanismo di reazione sembra essere di natura generale. È stabile su un'ampia gamma di temperature e concentrazioni di sale, sia in ambiente acido che alcalino", spiega Greenwald.


Questa scoperta rafforza l'opinione dei ricercatori sul fatto che, all'inizio della storia evolutiva, gli amiloidi avrebbero potuto avere un ruolo centrale nello sviluppo delle prime forme di vita, come vettori di informazioni e unità catalitiche.

 

Non solo un mondo di RNA

Fino ad ora, tuttavia, l'idea più diffusa dell'inizio molecolare della vita era l'ipotesi RNA, che vede l'acido ribonucleico (RNA) come l'unico protagonista nella zuppa primordiale prebiotica. Questo perché, come il DNA del materiale genetico, le molecole di RNA possono codificare le informazioni e sono anche in grado di auto-replicarsi.


I ricercatori dell'ETH si stanno ora allontanando dal dogma prevalente di un mondo basato sull'RNA. Pensano che l'ipotesi dell'amiloide sia più plausibile; in primo luogo, perché le molecole di RNA con una funzione biologica sono molto più grandi e più complesse, quindi è improbabile che si formino spontaneamente in condizioni prebiotiche. "Inoltre, gli amiloidi sono molto più stabili dei primi polimeri dell'acido nucleico e hanno una via di sintesi abiotica molto più semplice rispetto alla complessità dei noti catalizzatori RNA", afferma Greenwald.


Riek aggiunge: "Non saremo mai in grado di dimostrare quale è la verità, perché per farlo dovremmo invertire gli ultimi 4/4,5 miliardi di anni di evoluzione. Tuttavia, sospettiamo che non si trattasse di uno solo, ma di vari processi molecolari, con diverse molecole predecessori che sono state coinvolte nella creazione della vita".

 

 

 


Fonte: Michael Keller in ETH Zurich (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Saroj K. Rout, Michael P. Friedmann, Roland Riek, Jason Greenwald. A prebiotic template-directed peptide synthesis based on amyloids. Nature Communications, 2018; 9 (1) DOI: 10.1038/s41467-017-02742-3

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.