Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scienziati si rivolgono alla medicina Ayurvedica per curare la demenza

Scienziati si rivolgono alla medicina Ayurvedica per curare la demenzaVijayalakshmi Ravindranath (Foto: Giovanni Cavulli / Università di Trento)A Kolar, un distretto agricolo a due ore di macchina da Bangalore, il polo informatico dell'India, i ricercatori stanno arruolando 10.000 abitanti per uno studio pioneristico di 10 anni sulla demenza nell'India rurale.


L'indagine, la prima di questo tipo nel sud dell'Asia, terrà traccia per un decennio della salute e dell'acutezza mentale dei partecipanti, sondando la relazione tra benessere fisico e demenza. E puntando a identificare i fattori che aumentano e riducono il rischio di sviluppare la demenza.


Vijayalakshmi Ravindranath, presidente del Center for Neuroscience dell'Indian Institute of Science, afferma: "La demenza inizia da due a tre decenni prima dell'apparizione effettiva dei sintomi. Crediamo anche che i fattori dello stile di vita contribuiscano alla demenza".


"Voglio che sia il Framingham dell'India", aggiunge, riferendosi al famoso studio cardiovascolare degli abitanti della città di Framingham, negli Stati Uniti, che ha fornito molte informazioni moderne sulle malattie cardiache e sulla sua prevenzione.


C'è stata poca ricerca sulla demenza nei paesi in via di sviluppo, dove i problemi di salute pubblica si concentrano tipicamente sulle malattie infettive o sulla riduzione della mortalità infantile e materna. Ciò costituisce uno squilibrio che molti scienziati e esperti di salute pubblica stanno cercando di correggere.


Due terzi dei malati di demenza del mondo risiedono in realtà nei paesi a reddito basso e medio, secondo Alzheimer's Disease International, un'organizzazione di ricerca e attivismo globale, che ha creato un gruppo di ricerca internazionale chiamato '10/66 Dementia Research Group', nome riferito proprio al 66% dei malati di demenza che vivono in quei paesi e al 10%, o meno, della ricerca condotta lì.


"Abbiamo bisogno di ricerca per scoprire l'entità della demenza e le modalità di cura"
, afferma il dott. Amit Dias, professore al Goa Medical College e coordinatore in India del 10/66 Dementia Research Group. I finanziamenti filantropici per la ricerca scientifica sulla malattia stessa sono in crescita anche in India, dove aumentano le preoccupazioni per la cura geriatrica.

"Non ci siamo mai preoccupati prima dell'invecchiamento", afferma la prof.ssa Ravindranath, sottolineando però che sempre meno anziani vivono con i loro figli adulti. "A causa del sistema familiare congiunto [o esteso], le persone erano al riparo da questo. Ma con l'ordine sociale che si rompe, la gente ci sta pensando molto di più".


Nel 2014, Kris Gopalakrishnan, uno dei co-fondatori del gigante IT indiano Infoysys, ha donato $ 35 milioni per la creazione del nuovo Centro per la Ricerca sul Cervello presso l'IIS di Bangalore. Il centro sta collaborando con l'Istituto Nazionale di Salute e Scienze Mentali allo studio di Kolar. La prof.ssa Ravindranath ha anche ricevuto una sovvenzione di $ 11 milioni dal Tata Trust per la ricerca sull'Alzheimer, in particolare per concentrarsi sulla diagnosi precoce, prima che emergano sintomi evidenti.


Lavorando con i topi, il suo team ha già identificato un potenziale biomarcatore per la diagnosi precoce dell'Alzheimer. Le loro scoperte sono state pubblicate nel Journal of Neuroscience lo scorso dicembre. Ora stanno progettando uno studio su 600 professionisti della classe medio-alta di Bangalore come parte del progetto.


Oltre a studiare il progresso della malattia, molti ritengono che il sistema medico tradizionale indiano, l'Ayurveda, possa fornire indizi su come rallentare, fermare o persino invertire i progressi dell'Alzheimer, un obiettivo che finora ha eluso le compagnie farmaceutiche occidentali, nonostante i miliardi di dollari spesi. "Se si guarda alla situazione dell'Alzheimer, è deprimente", dice la prof.ssa Ravindranath.


Dieci anni fa, ha iniziato a testare sui topi le formule tradizionali ayurvediche di stimolazione della memoria, senza alcun successo all'inizio. Ma poi ha isolato la radice di una pianta chiamata Withania somnifera, Ashwaghandha in sanscrito.


E ha scoperto che i topi trattati per 30 giorni con dosi orali di radice di Ashwaghandha purificata hanno mostrato una forte riduzione della placca amiloide e della relativa proteina nel cervello - condizioni che sono state fortemente associate all'Alzheimer - e hanno mostrato un miglioramento delle prestazioni mentali. "Il topo che stava dimenticando e aveva tonnellate di amiloide, lo ha completamente invertito", dice la scienziata.


Portare avanti quella ricerca iniziale è stato impegnativo. La prof.ssa Ravindranath ha lavorato per purificare un grande lotto di piante per i test tossicologici, ma il suo istituto manca dell'esperienza o delle finanze per un serio sviluppo di farmaci. Tuttavia, dice che continuerà a spingere la sua ricerca perché progredisca.

"Abbiamo bisogno di collaborare con qualcuno ora", dice. "Quando siamo nella fase in cui nulla di ciò che pensavamo funzionasse ha funzionato, dovremmo esplorare nuove strade. E una di queste sta nell'uso della conoscenza antica. Ma, a meno che non lo basiamo su solide basi scientifiche, non ci sarà accettazione".

 

 

 


Fonte: Amy Kazmin in Financial Times (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.