Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Biologi 'trasferiscono' un ricordo: si possono così recuperare quelli persi?

Biologi 'trasferiscono' un ricordo: si possono così recuperare quelli persi?David Glanzman, autore senior dello studio con una lumaca di mare (Foto: Christelle Snow/UCLA)

Biologi della University of California di Los Angeles (UCLA) riferiscono di aver trasferito un ricordo da una lumaca marina a un'altra, iniettando l'RNA da una all'altra e creando così un ricordo artificiale. Questa ricerca potrebbe portare a nuovi modi per ridurre con l'RNA il trauma dei ricordi dolorosi e ripristinare quelli persi.


"Penso che in un futuro non troppo lontano, potremmo potenzialmente usare l'RNA per migliorare gli effetti dell'Alzheimer o del disturbo da stress post-traumatico", ha detto David Glanzman, autore senior dello studio e professore di biologia integrativa e fisiologia e di neurobiologia dell'UCLA. La ricerca del team è stata pubblicata ieri, 14 maggio, su eNeuro.


L'RNA, o acido ribonucleico, è ampiamente conosciuto come messaggero cellulare che produce proteine ​​ed esegue le istruzioni del DNA in altre parti della cellula. Apprendiamo ora le altre importanti funzioni, oltre alla codifica delle proteine, compresa la regolazione di vari processi cellulari coinvolti nello sviluppo e nella malattia.


I ricercatori hanno dato lievi scosse elettriche alla coda di una specie di lumaca marina chiamata Aplysia. Le lumache hanno ricevuto cinque shock alla coda, uno ogni 20 minuti e poi altri cinque dopo 24 ore. Gli shock migliorano il riflesso di ritiro difensivo della lumaca, una risposta che serve a proteggerla da potenziali danni.


Quando i ricercatori hanno toccato successivamente le lumache, hanno scoperto che quelle a cui erano stati dati gli shock mostravano una contrazione difensiva che durava in media 50 secondi, un tipo semplice di apprendimento chiamato 'sensibilizzazione'. Quelle a cui non erano stati dati gli shock l'hanno contratta solo per circa un secondo.


Il giorno dopo la 2a serie di shock, gli scienziati hanno estratto l'RNA dai sistemi nervosi delle lumache marine che avevano ricevuto gli shock alla coda, e anche da quelle che non l'avevano ricevuta. Quindi hanno iniettato l'RNA del primo gruppo (sensibilizzato) in sette lumache marine che non avevano ricevuto alcun shock e l'RNA del 2° gruppo in un gruppo di controllo di altre sette lumache che non avevano ricevuto alcun shock.


Con sorpresa gli scienziati hanno scoperto che le sette lumache che hanno ricevuto l'RNA da quelle a cui erano stati somministrati gli shock si sono comportate come se esse stesse avessero ricevuto gli shock alla coda: hanno mostrato una contrazione difensiva che è durata in media 40 secondi circa.


"È come se avessimo trasferito la memoria", ha detto Glanzman, che fa parte anche del Brain Research Institute dell'UCLA. Come previsto, il gruppo di controllo delle lumache non ha mostrato la contrazione lunga.


Successivamente, i ricercatori hanno aggiunto RNA su piatti di Petri contenenti neuroni estratti da lumache diverse che non avevano ricevuto alcuno shock. Alcuni piatti avevano l'RNA di lumache marine che avevano ricevuto le scosse e alcuni piatti contenevano RNA di lumache a cui non erano stati somministrati shock. Alcuni piatti contenevano neuroni sensoriali e altri contenevano motoneuroni, che nella lumaca sono responsabili del riflesso.


Quando una lumaca marina riceve una lieve scossa, i suoi neuroni sensoriali diventano più eccitabili. È interessante notare che i ricercatori hanno scoperto che l'aggiunta di RNA delle lumache a cui erano stati somministrati gli shock produceva una maggiore eccitabilità anche nei neuroni sensoriali della capsula di Petri; ciò non succedeva nei motoneuroni. L'aggiunta di RNA di una lumaca marina che non aveva ricevuto scosse nella coda non ha prodotto questa maggiore eccitabilità nei neuroni sensoriali.


Nel campo delle neuroscienze, si pensa da lungo tempo che i ricordi siano immagazzinati nelle sinapsi. (Ogni neurone ha diverse migliaia di sinapsi). Glanzman ha una visione diversa: crede che i ricordi siano memorizzati nel nucleo dei neuroni. "Se i ricordi fossero conservati nelle sinapsi, il nostro esperimento non avrebbe mai potuto funzionare", ha detto Glanzman, che ha aggiunto che la lumaca marina è un modello eccellente per studiare il cervello e la memoria.


Gli scienziati conoscono meglio la biologia cellulare di questa semplice forma di apprendimento in questo animale rispetto a qualsiasi altra forma di apprendimento in qualsiasi altro organismo, ha affermato Glanzman. I processi cellulari e molecolari sembrano essere molto simili tra la lumaca marina e gli esseri umani, anche se la lumaca ha circa 20.000 neuroni nel suo sistema nervoso centrale e si pensa che gli esseri umani ne abbiano circa 100 miliardi.


In futuro, ha detto Glanzman, è possibile che si possa usare l'RNA per risvegliare e ripristinare i ricordi che sono diventati dormienti nelle prime fasi dell'Alzheimer. Lui e i suoi colleghi nel 2014 hanno pubblicato ricerche sulla rivista eLife, che indicavano che i ricordi perduti possono essere ripristinati.


Esistono molti tipi di RNA e, in futuro, Glanzman vuole identificare i tipi di RNA che possono essere usati per trasferire i ricordi.

 

 

 


Fonte: University of California - Los Angeles (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Alexis Bédécarrats, Shanping Chen, Kaycey Pearce, Diancai Cai, David L. Glanzman. RNA from Trained Aplysia Can Induce an Epigenetic Engram for Long-Term Sensitization in Untrained Aplysia. eneuro, 2018; ENEURO.0038-18.2018 DOI: 10.1523/ENEURO.0038-18.2018

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.