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I miti sull'Alzheimer: l'opinione di un famoso neuroscienziato

I miti sull'Alzheimer: l'opinione di un famoso neuroscienziatoJames E. Galvin MD/MPH, preside associato di ricerca clinica e professore di scienza medica integrata alla FAU.

Giugno è il mese mondiale della Consapevolezza sull'Alzheimer e sul Cervello (in USA). Circa 47 milioni di persone in tutto il mondo vivono con il morbo di Alzheimer (MA) e altre forme di demenza. Negli Stati Uniti, il MA interessa oltre cinque milioni di pazienti e 15 milioni di caregiver per 24 ore al giorno, 365 giorni all'anno.


James E. Galvin MD/MPH, uno dei neuroscienziati più conosciuti del paese, decano associato di ricerca clinica e professore di scienza medica integrata della Florida Atlantic University, ci spiega 8 miti e verità sul MA per far luce su questa forma di demenza che causa problemi con la memoria, il pensiero e il comportamento.


Galvin ha anche sviluppato il QDRS-Quick Dementia Rating System (sistema rapido di valutazione della demenza), che usa una metodologia basata sull'evidenza per differenziare in modo valido e affidabile le persone con e senza demenza. Può essere completato da chiunque in 3-5 minuti, e può rilevare quando la demenza è presente e stabilire lo stadio accurato della condizione per determinare se è molto mite, lieve, moderata o grave.


Miti e verità sul MA:

1-La mia perdita di memoria fa parte del normale invecchiamento.

Falso: sebbene le persone possano pensare e spostarsi un po' più lentamente man mano che invecchiano, la dimenticanza generalmente non fa parte del processo di invecchiamento. Potrebbe essere necessario più tempo per ricordare dove hai messo le chiavi, per ricordare cosa hai mangiato a colazione o per ricordare gli appuntamenti del giorno, ma la risposta di solito ti ritorna, o sai dove trovarla rapidamente. Problemi costanti e quotidiani con l'apprendimento e la memorizzazione di nuove informazioni potrebbero invece essere un segnale precoce di MA. È interessante notare che, sebbene molte abilità cognitive sembrino rallentare man mano che invecchiamo, il vocabolario (l'apprendimento e l'uso di nuove parole) continua a crescere per tutta la vita.

 

2-Se penso che la mia memoria sia peggiorata, anche se vado bene nei test, dovrei preoccuparmi.

Vero: le lamentele soggettive sulla memoria possono essere un segnale di avvertimento precoce di MA. Gli studi suggeriscono, da più di 20 anni, che le persone che credono che la loro memoria stia cambiando, anche se vanno ancora bene nei test, hanno il rischio più alto di sviluppare il MA. Questo concetto è stato recentemente incorporato in un nuovo quadro di ricerca sostenuto dal National Institute on Aging e dall'Alzheimer's Association. Ma ricorda, un fattore di rischio non significa che svilupperai il MA, ma suggerisce invece che c'è una probabilità maggiore. Se ritieni che la tua memoria stia cambiando, parlane con il tuo medico e pianifica delle valutazioni annuali. O magari partecipa a uno studio di ricerca.

 

3-Un po' di tristezza non è nulla di cui preoccuparsi.

Falso: la depressione è un sintomo comune che colpisce molti anziani. Se la depressione si sviluppa in età avanzata, questo potrebbe essere un segno precoce di MA, e comincia forse 2/3 anni prima di qualsiasi perdita di memoria evidente. Se ti senti triste, giù di corda o depresso, con poca energia o interesse per i tuoi hobby o attività, hai cambiamenti del sonno o dell'appetito, o pensieri di colpa, inutilità o bassa autostima, dovresti discuterne con il medico. La depressione è una condizione molto trattabile e nessuno dovrebbe soffrirne.

 

4-Tutte le cause dei problemi di memoria sono dovute all'Alzheimer.

Falso: anche se il MA è la causa più comune dei problemi di memoria, è solo una delle oltre cento condizioni che possono influenzare la memoria e le capacità di pensiero di una persona. Molte malattie che colpiscono il cervello come il Parkinson, gli ictus o la sclerosi multipla possono influenzare la memoria. Anche molte condizioni che colpiscono altre parti del tuo corpo possono influire sulla memoria, come il diabete, le malattie della tiroide o le carenze vitaminiche. Infine, molti farmaci da prescrizione e da banco, da soli o in combinazione, possono influenzare la memoria, il pensiero, l'attenzione e la concentrazione. Dovresti sempre portare con te tutti i tuoi farmaci, comprese le medicine da banco, le vitamine e gli integratori quando vai dal medico, in modo da poter effettuare una revisione approfondita.

 

5-È tutto nei geni.

Falso (più o meno): la maggior parte dei disturbi della memoria come il MA sono sporadici, cioè si verificano casualmente nella popolazione anziana. Alcune ricerche suggeriscono che se tua madre avesse il MA, potresti avere un rischio maggiore, ma il più grande fattore di rischio è la vecchiaia. A 85 anni, circa la metà degli anziani ha il MA. Tuttavia, dal 2 al 5% dei casi di MA sono causati da mutazioni geniche. La maggior parte di questi sono ad esordio precoce (di età inferiore ai 65 anni). Se sei preoccupato e c'è una forte storia familiare di AD, parlane con il tuo medico.

 

6-Esercizio fisico, dieta e attività mentali possono ridurre il rischio di contrarre il MA.

Vero (o quasi): grandi studi sulla popolazione suggeriscono che le persone che fanno giochi (dama, scacchi, carte, ...), rimangono socialmente impegnati (musei, concerti, mostre, ...), provano nuove attività (pittura, musica, ...), fanno esercizio fisico almeno tre volte alla settimana e seguono una dieta sana per il cuore (cereali integrali, frutta, pesce, verdure), possono avere un rischio minore di ottenere il MA. Ulteriori studi suggeriscono che questi stessi cambiamenti nello stile di vita possono ridurre la progressione dei sintomi per le persone che hanno già il MA. Tuttavia, su base individuale, non è chiaro se alcune di queste attività ci proteggano veramente o se le persone che non stanno facendo queste attività hanno già segni della malattia. D'altra parte, uno stile di vita sano e attivo sicuramente non può far male e in realtà può migliorare la qualità della tua vita. Una buona regola empirica da ricordare è ciò che fa bene al cuore, fa bene al cervello.

 

7-Olio di pesce, molte vitamine, Gingko e altri integratori sono trattamenti efficaci per i problemi di memoria.

Falso: in numerosi studi, ciascuno di questi integratori non ha mostrato alcun beneficio nel trattamento della perdita di memoria o della riduzione dei sintomi del MA. Non è stato studiato rigorosamente se questi integratori possono ridurre il rischio di sviluppare malattie. Se guardi e ascolti attentamente, tutti gli annunci di integratori includono le seguenti due affermazioni: "Queste dichiarazioni non sono state valutate dalla Food and Drug Administration" e "Questo prodotto non si propone di diagnosticare, prevenire, trattare o curare le malattie". Cerca queste frasi; sono lì, di solito in caratteri piccoli o dette molto velocemente dall'annunciatore!

 

8-Il morbo di Alzheimer può essere prevenuto.

Ancora da determinare, ma credo che la risposta sia SI: gran parte del nostro lavoro nell'ultimo decennio si è concentrato sullo sviluppo di strumenti e protocolli che permettano il rilevamento del deterioramento cognitivo a prescindere dal contesto razziale, etnico, socioeconomico o geografico. Mentre i due fattori di rischio più forti per l'AD - età e storia familiare - non possono essere modificati, la nostra ricerca ha identificato fattori forti di rischio che possono essere alterati o moderati, compresi diabete e insulino-resistenza, ipercolesterolemia, obesità, ipertensione, bassa forza muscolare e attività fisica, infiammazione aumentata e modelli dietetici scadenti. Considerando l'invecchiamento della popolazione americana, le implicazioni di questo sono sbalorditive; riguardano 40-50 milioni di persone che hanno molti di questi fattori di rischio.

 

 

 


Fonte: Gisele Galoustian in Florida Atlantic University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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