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Alzheimer e veganismo

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa cronica caratterizzata da perdita di memoria e altre funzioni cognitive. È la causa più comune di demenza nella popolazione anziana ed è tra le principali cause di morte a livello globale. La formazione di placche amiloidi e grovigli tau nel cervello sono le due caratteristiche peculiari più comuni del MA.


Diversi studi hanno rivelato che una combinazione di fattori genetici, ambientali e legati allo stile di vita scatenano l'insorgenza e la progressione del MA. Gli studi hanno anche suggerito che i disturbi vascolari (come ipertensione, malattie cardiache e ictus) e le anomalie metaboliche (come obesità e diabete) sono collegati con la fisiopatologia del MA. Dieta sana, attività fisica e impegno sociale hanno un ruolo significativo nel ridurre il rischio di MA.

In che modo la dieta influisce sul MA

La dieta ha dimostrato di avere un ruolo importante nella patogenesi del MA. È stato riscontrato che il consumo elevato di carne animale è associato con forza al rischio di MA tra alcune popolazioni. Si crede che una maggiore prevalenza di obesità, insieme a livelli elevati di colesterolo, grassi saturi e livelli di ferro sia la causa principale del MA in queste popolazioni.


Secondo il Chicago Health and Ageing Project, il Washington Heights-Inwood and Columbia Aging Project di New York e lo studio Cardiovascular Risk Factors, Aging, and Dementia della Finlandia, il consumo di acidi grassi saturi, che provengono principalmente da prodotti lattiero-caseari e carne, aumenta il rischio di sviluppare MA. L'associazione tra consumo di acidi grassi saturi e sviluppo di malattie cardiovascolari e metaboliche può contribuire notevolmente alla patogenesi del MA.


È stato anche stabilito un legame tra il livello di colesterolo nel sangue e il rischio di MA. Si è riscontrato che individui con livelli alti di colesterolo plasmatico (≥ 240 mg/dl) in mezza età hanno il 57% in più di probabilità di sviluppare MA più tardi nella vita, rispetto ai soggetti con livelli plasmatici bassi di colesterolo (<200 mg/dL). Un consumo elevato di acidi grassi saturi e/o livelli elevati di colesterolo nel sangue può indurre la formazione di placche di amiloide nel cervello, indicando possibili contributi di questi fattori al MA.


La dieta mediterranea, che è caratterizzata da un'elevata assunzione di verdure, frutta, cereali, legumi e acidi grassi insaturi e un basso apporto di carne, pollame e acidi grassi saturi, è nota per ridurre il rischio e il tasso di mortalità associato al MA.


Molti alimenti a base vegetale sono ricchi di vitamine, che partecipano al metabolismo dell'omocisteina come cofattori. La carenza di vitamina B6, vitamina B12 o acido folico è associata a un livello elevato di omocisteina, che a sua volta aumenta il rischio di MA. Pertanto, il consumo di alimenti ricchi di queste vitamine è estremamente utile per ridurre il rischio di MA.


Considerando l'impatto della dieta sul MA, sono state definite diverse linee guida per la prevenzione della malattia dagli esperti della Conferenza Internazionale sulla Nutrizione e il Cervello nel 2013. Queste linee guida includevano i seguenti punti chiave:

  • Ridurre al minimo l'assunzione di grassi saturi e grassi trans.
  • Sostituire i prodotti lattiero-caseari e la carne con frutta, verdura, legumi (piselli, fagioli e lenticchie) e cereali integrali, nella dieta primaria di base.
  • Affidarsi a fonti alimentari di vitamina E (come noci, semi, cereali integrali e verdure a foglia verde) anziché a integratori. L'assunzione dietetica raccomandata (RDA) di vitamina E è di 15 mg al giorno.
  • Includere nella dieta quotidiana una fonte affidabile di vitamina B12, come i cibi fortificati o un integratore, che fornisca almeno la RDA di 2,4μg al giorno per gli adulti.
  • Se si utilizzano più vitamine, scegliere quelle senza ferro e rame e prendere integratori di ferro solo su richiesta del medico.
  • Anche se il ruolo dell'alluminio nel MA rimane materia di ulteriori indagini, coloro che desiderano minimizzare l'esposizione possono evitare l'uso di pentole, antiacidi, lievito in polvere o altri prodotti che contengono alluminio.
  • Includere un esercizio aerobico nella routine, equivalente a 40 minuti di camminata rapida per 3 volte alla settimana.

Nonostante i numerosi benefici nella prevenzione del MA, alcuni studi hanno sollevato la questione "Seguire o meno una dieta vegetariana / vegana è salutare sotto tutti gli aspetti?"


In questo contesto, uno studio ha rilevato che seguire solo una dieta vegetariana riduce le capacità cognitive rispetto alla dieta che comprende pesce. Degli studi hanno anche suggerito che le persone che aderiscono ad una dieta vegetariana rigida soffrono spesso di carenza di vitamina B12; quindi, hanno un rischio alto di sviluppare iperomocisteinemia e MA.


Un altro svantaggio della dieta vegetariana / vegana è che tale dieta non contiene acidi grassi omega-3, compresi l'acido alfa-linoleico, l'acido eicosapentaenoico e l'acido docosaesaenoico, che sono molto importanti per lo sviluppo cognitivo.


L'integrazione della dieta con acidi grassi omega-3, che provengono principalmente da pesce e frutti di mare, ha dimostrato di ridurre il rischio di malattie cardiovascolari e demenza, compreso il MA.

 

 

 


Fonte: Sanchari Sinha Dutta PhD in News Medical (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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