Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Capire l'importanza dei caregiver

I caregiver sono persone speciali. Lavorano sodo, ma quel lavoro passa in gran parte inosservato per gli altri. Quindi raramente ricevono il credito che meritano per il loro duro lavoro. Inoltre tendono a dare più di quello che devono dare: emotivamente, mentalmente e fisicamente.


È difficile trovare una parola che renda giustizia al livello di sacrificio dei caregiver. Lo so per un paio di motivi: (1) sono rimasto fisso sul cursore lampeggiante e ho cercato di pensare a quella parola più a lungo di quanto ammetterò, e (2) i miei risultati nella vita non sarebbero stati possibili senza i sacrifici che alcuni caregiver hanno fatto per me.


Perché i caregiver fanno un sacrificio così indefinibile? La loro risposta sarebbe perché devono farlo. Tuttavia, questa risposta è giusta solo a metà. È vero che i loro cari dipendono da loro, ma lo stesso vale per tutti gli altri.


La ricerca sul caregiving negli Stati Uniti eseguita dalla AARP ha rilevato che ci possono essere fino a 44 milioni di caregiver non retribuiti per un periodo di un anno. Di questi caregiver, il 92 per cento assiste adulti con disabilità o malattie.


Il numero stimato di adulti che ricevono assistenza da un caregiver è uno sbalorditivo 17% dell'intera popolazione degli Stati Uniti. AARP e National Alliance for Caregiving hanno entrambe concluso che nel 2015 il valore economico di tale assistenza superava la spesa totale di Medicaid [ndt: assicurazione sanitaria USA].


È importante notare che arti rotti e influenza non gonfiano le statistiche. The Family Caregiver Alliance ha riferito che il 70% dei caregiver fornisce assistenza per più di 1 anno, e il 40% di loro per più di 5 anni. Inoltre, il caregiver medio passa 25 ore alla settimana fornendo assistenza, e il 25% passa più di 40 ore alla settimana.


Fortunatamente, alcuni programmi hanno riconosciuto l'importanza dei caregiver. I programmi variano a seconda dello stato, e, anche se il risarcimento non è affatto vicino a ciò che i caregiver meritano, è un inizio. Angela Stringfellow ha svolto un lavoro incredibile nell'assemblare informazioni su questo argomento e che si possono trovare cliccando su questo link.


Tuttavia, i caregiver hanno bisogno di più del supporto finanziario. L'AARP ha riscontrato che il 46% dei caregiver segnala un carico fisico da moderato ad alto e il 64% segnala uno stress emotivo da moderato ad alto.


Molto probabilmente conosci un caregiver e potrebbe anche sopportare carichi alti e/o stress. Considera di fare qualcosa per aiutarla/o. Se non sei sicuro di cosa fare, puoi chiederlo.

 

 

 


Fonte: Joshua Wilder in Psychology Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Antiossidanti aiutano contro vari problemi di salute, ma è complicato capire q…

3.11.2025 | Esperienze & Opinioni

La descrizione di antiossidante è tutta nel nome: gli antiossidanti contrastano gli ossi...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)