Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Posso continuare a lavorare dopo una diagnosi di Alzheimer?

Una diagnosi di morbo di Alzheimer (MA) è spaventosa e cambia la vita, per non dire altro. Ci sono molte domande senza risposta, paure e ansie dell'ignoto.


Molto spesso, la persona diagnosticata ha già lasciato il lavoro attivo, quindi le preoccupazioni su un lavoro e le prestazioni legate al lavoro non entrano nella pianificazione futura. Tuttavia, per coloro che stanno ancora lavorando, sorgono domande importanti.


Sebbene tu possa essere riservato nel far sapere al datore di lavoro la tua malattia, ti sarebbe di grande aiuto essere il più trasparente e proattivo possibile. Inizia quanto prima la conversazione e informa il tuo supervisore sulla diagnosi prima che la tua prestazione lavorativa ne risenta e/o ci siano azioni disciplinari.


Portare avanti questo approccio dimostrerebbe che ti fidi e confidi nell'azienda e instaurerebbe anche una relazione più positiva con il datore di lavoro, il che potrebbe in definitiva significare una permanenza più lunga nel tuo lavoro.


Dovresti essere consapevole del fatto che ci sono leggi e risorse in atto per aiutare qualcuno con MA a rimanere al lavoro. L’articolo 1 della Legge 68/99: “La presente legge ha come finalità la promozione dell'inserimento e dell’integrazione lavorativa delle persone disabili nel mondo del lavoro attraverso servizi di sostegno e di collocamento mirato” (*)


Chiedi consiglio al rappresentante delle risorse umane della tua azienda su come l'azienda stessa può fornire una sistemazione ragionevole per te, che potrebbe includere la revisione delle tue mansioni, incorporando promemoria scritti o verbali nella giornata lavorativa, riducendo il numero di ore lavorative giornaliere o settimanali, dividendo grandi compiti in altri più piccoli e fornire formazione aggiuntiva attraverso i cambiamenti sul posto di lavoro.


Potrebbe essere necessario prendere in considerazione la possibilità di ridurre le ore di lavoro o passare a una posizione meno esigente. Dovresti anche informarti sui programmi di assistenza ai dipendenti, come i congedi familiari e se sei coperto da disabilità o altri benefici per i dipendenti.


Ogni caso di MA è unico per ogni individuo, quindi la tua azienda deve concentrarsi sulla sistemazione specifica necessaria per svolgere il tuo lavoro. Inoltre, più il datore di lavoro viene informato sul MA attraverso te e altre risorse, migliore sarà il servizio che può fornire a te e ai dipendenti come te, presenti e futuri.


A causa della natura del MA, come la perdita di memoria e delle funzioni esecutive, la realtà è che il lavoro potrebbe diventare una grande sfida per te e causare più ansia e angoscia, cosa che può esacerbare la tua malattia.


Dovresti continuare a ricevere cure mediche regolari e trovare risorse e supporto per gestire la malattia. Contatta l'assistente sociale del comune, l'INPS, l'ASL o altro ente pubblico delegato all'assistenza e/o  previdenza sociale (*) per informarti sulle prestazioni di invalidità. Informati sui piani legali, finanziari e a lungo termine per assicurare il tuo futuro.


Inoltre, prenditi cura di te stesso seguendo una dieta appropriata, facendo esercizio e rimanendo sociale il più a lungo possibile. Potresti anche prendere in considerazione la possibilità di partecipare a una sperimentazione clinica, che contribuirebbe allo sviluppo della prossima generazione di trattamenti per MA. [...]

 

 

 (*) testo adattato all'Italia

 

 


Fonte: Dana Territo in The Advocate (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Come evitare che la demenza derubi i tuoi cari del loro senso di personalità, …

25.11.2025 | Esperienze & Opinioni

Ogni tre secondi, qualcuno nel mondo sviluppa la demenza; sono oltre 57 milioni di perso...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.