Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Cos'è la 'perseverazione' riferita all'Alzheimer o alla demenza?

Perseverazione (perseveration) è il persistere a ripetere una parola, una frase o un gesto, anche dopo la fine dello stimolo originale che ha portato alla parola, frase o gesto.


Si tratta di un sintomo molto comune del morbo di Alzheimer (MA), il più delle volte a partire dalla fase iniziale, ed i sintomi aumentano in modo significativo con il progredire della malattia.


Ad esempio, se si chiede a un paziente dove è nato e lui risponde “Baton Rouge”, egli può rispondere di nuovo "Baton Rouge" anche alla domanda “Qual è il tuo colore preferito?”. “Baton Rouge” sarà la risposta a una serie di domande. E' praticamente bloccato su questa risposta particolare e non è in grado di cambiare tra le idee. La persona interessata è inconsapevole della sua ripetizione; è involontario.


La perseverazione è presente nel MA e nella demenza fronto-temporale, nonché in altre forme di demenza e altri disturbi cerebrali, come la schizofrenia o le lesioni cerebrali traumatiche.


È stato osservato anche un tipo di perseverazione chiamato 'perseverazione grafica' nelle persone con MA, demenza da corpi di Lewy e demenza vascolare. C'è perseverazione grafica quando una persona continua a disegnare la stessa forma o figura che è le stato originariamente chiesto di disegnare. Per esempio, a un paziente può essere chiesto di disegnare un quadrato e lo fa. Invitato a disegnare un cerchio, continua a disegnare il quadrato ogni volta.


Caregiver e professionisti sanitari, naturalmente, diventano molto irritati e impazienti per questa costante ripetizione. Ci sono consigli e strategie per aiutare la persona colpita a uscire da questa proverbiale 'ruota del criceto'.


Cerca sempre la ragione dietro il comportamento perseverante. Il comportamento insorge attorno a certe persone, in un ambiente particolare o ad una certa ora del giorno? La persona può tentare di comunicare in queste circostanze, così il caregiver dovrebbe fare un respiro profondo e cercare di non essere reattivo, ma pensare a come la persona cara si sente al momento.


Rassicurare, reindirizzare verso un'attività piacevole e significativa, andare a fare una passeggiata o qualche altra forma di esercizio fisico, ascoltare musica e stare calmi e pazienti, sono tutti modi in cui il caregiver può contribuire a mettere la persona a suo agio e a ridurne la paura.


Evita di sfidare ciò che la persona interessata sta dicendo o di farle notare che si sta ripetendo; ciò causerà solo più ansia e agitazione.

 

 

 


Fonte: Dana Territo in The Advocate (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)