Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il lato solare di chi soffre di sundowning, la sindrome del tramonto

'Sindrome del tramonto' (o sundowning) è un termine che descrive l'aggravamento della confusione e l'intensificazione dell'agitazione di coloro che vivono con la demenza. Di solito questo inizia in un momento qualsiasi dal tardo pomeriggio al tramonto.


Tuttavia, in realtà, potrebbe accadere in qualsiasi ora della giornata. Gli esperti ritengono che uno dei fattori contribuenti sia uno scambio dell'orologio biologico, causato dal passaggio dalla luce del giorno all'oscurità.


Mantenere la casa ben illuminata durante questi pomeriggi e nelle ore serali aiuterà immensamente. La ricerca mostra che il 20% - 45% dei pazienti con demenza sperimenta una sorta di confusione al tramonto. Personalmente credo che questa percentuale sia più alta.


L'esaurimento fisico / mentale è un altro grande contributore. Una persona che convive con la demenza per un'intera giornata vive un arco di tempo che consiste nel far fronte a 'chi-è-chi', a 'dove sono' e al vivere nel passato. Ciò drenerebbe mentalmente e fisicamente chiunque, quando è sommato alla dimensione del deterioramento dell'orologio biologico interno.


Nell'assistere entrambi i miei genitori che hanno sviluppato la demenza (mio padre l'Alzheimer e mia madre la demenza vascolare) ho sperimentato la sindrome del tramonto in molte forme diverse e in diversi momenti della giornata. Tra i due, i sintomi di mia madre sono senza dubbio molto peggiori di quelli di mio padre.


Tuttavia, l'unica cosa che ho imparato è che l'aria fresca e i grandi spazi aperti aiutano immensamente. Ogni pomeriggio, quando il tempo lo permette, porto mia madre sulla veranda posteriore, dove ci godiamo una tazza di caffè e qualche conversazione ripetuta. Sì, parliamo degli stessi argomenti e rispondo sempre alle stesse domande.


Ma va bene, ci sono del tutto abituato. Lo faccio da quasi due decenni. Ci sediamo pacificamente e ci divertiamo insieme per almeno un'ora. Mi piace pensare a questo momento come a una terapia 'sondowner' (son=figlio, invece di sun=sole), che prepara al riposo della notte.


Con mio padre, che ho perso all'Alzheimer, avevo una panca doppia sul davanti della mia casa, dove trascorrevamo i tardi pomeriggi. Ridacchiavo perché, quando gli chiedevo cosa stava facendo, lui rispondeva: "Sto contando le macchine". Vivo vicino all'autostrada US 41 in Florida! Allora mi guardava e diceva: "Beh, conto solo quelle bianche".


Quelli sono i momenti che mi mancano molto. Ci sono giorni in cui giuro che il sundowning di mio padre durava dalla mattina alla notte. Ricordo anche di aver notato reazioni simili nei giorni deprimenti di pioggia. Una volta che l'ansia parte dalla sindrome, è eccezionalmente difficile invertirla.


Dobbiamo mantenere le serate quanto più calme, di routine e semplici possibile. So che a volte è più facile da dire che da fare. Puoi solo fare il meglio che puoi. Tutto questo, quindi, è il motivo per cui dobbiamo essere proattivi come caregiver quando si tratta di sundowning.


Dobbiamo spostare l'attenzione di coloro che vivono con la demenza prima che si sviluppi la loro confusione. Una volta che sono in modalità tramonto, diventa terribilmente difficile disinnescarla. Se sai, ad esempio, che ciò avviene intorno alle 17 di ogni giorno, dalle 15:30 alle 16:00 circa devi assicurarti che abbiano qualcosa per tenere attiva la loro mente e le loro mani.


Accendi quelle luci nella stanza in modo che le ombre della sera non inizino a insinuarsi. Ci possono essere realmente diversi tentativi di mantenere queste persone calme in questo momento della giornata. La musica è sempre una buona scelta.


Oppure, molte volte mettevo la nostra gatta al lavoro in questo momento. Con lei in grembo, la maggior parte della confusione di mio padre svaniva nel momento in cui le faceva le fusa. C'è davvero qualcosa da dire sulla pet therapy: sembra avere il suo tipo di magia.


E la variabilità di tipi di animali incorporati in questa terapia è praticamente infinita: dal pesce rosso, a cani e gatti. Le creature docili e viventi sono il meglio della salvezza curativa del Creatore.

 

 

 


Fonte: Gary Joseph LeBlanc in Common Sense Caregiving (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)