Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Farmaci anti-amiloide e Alzheimer

microglia responses in amyloid cascadeUn modo per rappresentare la cascata amiloide. I singoli passaggi nella cascata evocano risposte microgliali distinte. Fonte: C Haass & D Selkoe, 2022

Si stima che 50 milioni di persone in tutto il mondo abbiano il morbo di Alzheimer (MA) e altre cause di demenza, e forse il doppio di quel numero sta 'incubando' inconsapevolmente la malattia durante il suo lungo periodo presintomatico.


Il costo totale della cura dei pazienti con MA negli Stati Uniti supera quello di tutti i casi di malattie cardiache o cancro. Eppure esiste una sola terapia modificante la malattia approvata negli Stati Uniti (ma non altrove) e le controversie che circondano sia il suo obiettivo, l'amiloide, che la sua efficacia, ne hanno notevolmente limitato l'uso.


In questa analisi aggiornata, pubblicata il 21 luglio su PLOS Biology, Christian Haass del Centro Tedesco Malattie Neurodegenerative di Monaco e Dennis Selkoe della Harvard Medical School negli Stati Uniti, che hanno lavorato a lungo per decifrare le basi molecolari del MA, provano a rispondere al perché il progresso terapeutico è così limitato nonostante le forti prove genetiche, e dai biomarcatori, che l'accumulo di amiloide può guidare la malattia.


Gli autori esaminano i vasti dati biologici che supportano un ruolo fondamentale delle alterazioni della proteina amiloide-beta, che iniziano circa due decenni prima che i sintomi siano evidenti. Esaminano anche le questioni sui meccanismi alternativi all'amiloide e propongono che la funzione (infiammatoria) anormale delle microglia sia parte integrante della cascata amiloide.


Discutono della relazione cruciale tra l'accumulo di amiloide e l'altra lesione che definisce il MA, i grovigli di tau: la prima porta alla diffusione di quest'ultima in tutto il cervello.


Gli autori esaminano quindi i risultati disponibili ad oggi degli studi clinici di quattro distinti anticorpi monoclonali che hanno dimostrato di eliminare in modo robusto le placche amiloidi dal cervello; si sta appena iniziando a mettere a fuoco i potenziali benefici clinici di questi prodotti.


È importante notare che gli autori descrivono in dettaglio alcune delle ragioni specifiche per cui i precedenti approcci anti-amiloide non hanno funzionato, sottolineando che nessuno di questi ha dimostrato di abbassare l'amiloide. Queste e altre recenti intuizioni sulla complessa patobiologia del MA hanno messo le basi per quello che probabilmente sarà un flusso critico di nuovi dati da esperimenti di fase 3 nei prossimi mesi.


Contrariamente a quanto scritto di frequente, la ricerca dei trattamenti per il MA sta andando avanti con un buon ritmo. Haass scrive:

"Ci sono circa 50 milioni di persone con MA e altre demenze in tutto il mondo. Nonostante controversie e fraintendimenti continui, la ricerca biologica ci ha portato di recente all'apice di trattamenti che rallentano veramente la malattia".

 

 

 


Fonte: PLOS via EurekAlert! (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: C Haass, D Selkoe. If amyloid drives Alzheimer disease, why have anti-amyloid therapies not yet slowed cognitive decline? PLoS Biol, 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)