Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Stress, gratificazioni e poche sorprese nel sondaggio tra caregiver di demenza

Non hanno paga, riconoscimenti o pause. Passano molte ore ogni giorno ad aiutare qualcuno che non li riconosce più.


Ora, un nuovo sondaggio dà uno sguardo alla vita dei coniugi, dei figli e di altri famigliari e amici che fungono da caregiver per i circa 5 milioni di americani con una demenza.

  • Lo sforzo di fornire tali cure per i propri cari con il Morbo di Alzheimer (MA) e altre condizioni è evidente, visto che il 78% ha detto che il caregiving 'è stressante'.
  • Ma il sondaggio rivela anche il lato positivo del caregiving, con l'85% dei familiari che lo definisce un'«esperienza gratificante». Infatti, il 45% lo ha classificato come 'molto gratificante', rispetto al 19% che lo ha chiamato 'molto stressante'.
  • Tuttavia, il 40% di coloro che ha definito il caregiving di demenza 'molto stressante' ha detto anche che non è gratificante.
  • Un altro beneficio potenziale? La prospettiva. Il 90% dei caregiver ha dichiarato di aver pensato alle proprie necessità di cura future, a causa dell'esperienza di prendersi cura di qualcuno con la demenza.
  • Per adesso però, il 66% dei caregiver di demenza dice che i compiti collegati interferiscono con la propria vita e lavoro, compreso il 27% che ha dichiarato di aver trascurato qualcosa di legato alla propria salute a causa delle esigenze di assistenza.
  • Solo uno su quattro ha sfruttato le risorse destinate ad aiutare i caregiver, ma il 41% di loro non ha espresso interesse a tale supporto.

Il sondaggio è stato condotto dall'Institute for Healthcare Policy and Innovation (IHPI) dell'Università del Michigan, sponsorizzato dall'AARP e da Michigan Medicine, la clinica universitaria dell'università.

 

Conoscenza da cui partire

I risultati sono basati sulle risposte da 148 persone di età compresa tra i 50 e gli 80 anni che si occupano di una persona cara con più di 65 anni con una demenza. Questo gruppo rappresenta il 7% di un campione rappresentativo nazionale, così da rappresentare un notevole numero di anziani della popolazione generale. Il team del sondaggio spera che i risultati possano costituire la base per un'ulteriore esplorazione dei problemi dei caregiver, specifici per la demenza.


"Dobbiamo comprendere le sfide, i vantaggi e le barriere che affrontano i caregiver della demenza, a causa del ruolo importante che svolgono per i loro cari, nelle loro famiglie, nella nostra società e nell'economia"
, afferma Erica Solway PhD, direttrice associata del sondaggio e senior project manager dell'IHPI. "Possiamo vedere da questo rapporto che è necessario un sostegno migliore a questi caregiver famigliari, che può essere affrontato dai fornitori di assistenza sanitaria, dalla famiglia, dagli amici, dalle organizzazioni di servizi sociali, dal clero e dai responsabili politici".


I caregiver avevano più probabilità di essere donne, sotto i 65 anni, e di prendersi cura di un genitore. Quasi la metà aveva un lavoro, oltre ad essere caregiver. Si prendono cura dei bisogni medici, dei compiti domestici e delle altre attività che mantengono sicura la persona cara. Un quarto ha detto che la persona di cui si occupava non poteva essere lasciata da sola per più di un'ora.


La Solway osserva che l'esperienza del caregiving può effettivamente contribuire a incoraggiare il tipo di pianificazione che molti americani non fanno, ma che dovrebbero fare, come ad esempio completare le direttive anticipate (testamento biologico), designare qualcuno a prendere decisioni mediche in caso di malattia grave o a impegnarsi in conversazioni sui loro desideri quando invecchiano.


"Il caregiving è un'esperienza complessa che colpisce le persone in ogni demografia", afferma Alison Bryant PhD, vice presidente senior della ricerca per AARP. "Fornire ai caregiver familiari risorse per sostenerli nel bilanciare il lavoro e le pressioni della vita, e ridurre il loro stress, è fondamentale non solo per loro ma anche per quelli che potrebbero prendersi cura di loro in futuro".

 

Necessità di risorse

L'aumento del numero di persone affette da demenza ha portato alla creazione di molte risorse per i caregiver, che possono fornire un sostegno vitale. Queste spaziano dagli strumenti di auto-aiuto ai corsi per apprendere nuove competenze richieste dal ruolo, per supportare i gruppi e i centri sollievo che possono aiutare i caregiver a fare una pausa dalle loro funzioni.


Anche se il questionario non chiedeva perché i caregiver avevano cercato o no tali risorse, i dati suggeriscono che molti caregiver, che attualmente non lo fanno, vogliono accedervi. La mancanza di tempo può essere un fattore chiave, dal momento che due terzi dei caregiver del sondaggio hanno affermato che i loro doveri di assistenza interferiscono con il lavoro, il tempo in famiglia o persino le visite dal medico quando avevano un problema di salute.


Organizzazioni come l'AARP stanno sviluppando e distribuendo risorse locali e on-line per i caregiver. I fornitori di assistenza sanitaria che servono i bisogni medici dei pazienti affetti da demenza potrebbero essere una porta per determinate risorse locali ed elettroniche per i caregiver dei loro pazienti, nota la Solway.


Ma lei osserva anche che i fornitori di assistenza sanitaria dovrebbero chiedere regolarmente ai pazienti se fungono da caregiver per una persona cara, in modo da poter identificare e rispondere alle esigenze e alle preoccupazioni durante gli appuntamenti del caregiver.


I risultati del sondaggio sono basati sulle risposte di coloro che si sono identificati come caregiver di demenza in un campione nazionale rappresentativo di 2.131 persone da 50 a 80 anni di età. Gli intervistati hanno risposto a molte domande online. Le domande sono state scritte, e i dati sono stati interpretati e compilati dal team dell'IHPI. Sono stati forniti i laptop e l'accesso a Internet agli intervistati che non li avevano ancora.

 

 

 


Fonte: University of Michigan (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Rapporto completo dei risultati e della metodologia su www.healthyagingpoll.org.

Copyright:
Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)