Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Alzheimer: l’acido folico può rallentare il declino cognitivo e l’atrofia cerebrale

B9 vitamin folic acid rich foodsCibi ricchi di vitamina B9 / acido folico.

Importante il risultato della ricerca condotta da un team multidisciplinare di ricercatori italiani nell’ambito del morbo di Alzheimer (MA), la causa più comune di demenza, in relazione alla quale, nonostante siano trascorsi più di cento anni dalla sua prima descrizione, ancora oggi non se ne conoscono chiaramente le cause.


Gli autori dello studio, provenienti dalle università della Magna Grӕcia di Catanzaro, di Milano, di Trento e di Pavia, dalla spin-off Universitaria Net4Science e dall’Associazione CRISEA, hanno pubblicato sul Journal of Medicinal Chemistry i risultati, che potrebbero rappresentare una vera e propria svolta nell’ambito della prevenzione e della gestione della malattia, .


La HuD è una proteina legante l’RNA espressa nei tessuti neuronali e coinvolta nelle malattie neurologiche. L’approccio dello studio ha combinato tecniche informatiche, risonanza magnetica nucleare e test biologici su linee cellulari, portando all’identificazione dell’acido folico come potente legante della HuD. Questo composto può rappresentare un nuovo candidato per lo sviluppo di migliori trattamenti contro le malattie neurologiche.


L’indagine scientifica, è il frutto di un lavoro interdisciplinare che ha visto la collaborazione di più gruppi di ricerca, come dice  Simona Collina dell’Università degli Studi di Pavia, coautrice senior dello studio.


Alessia Pascale dell’Università di Pavia studia da parecchi anni il ruolo fisio-patologico della proteina HuD, che ha un ruolo cruciale nel controllo post-trascrizionale dell’espressione genica durante lo sviluppo neuronale, e la sua disfunzione/disregolazione può contribuire alla patogenesi di numerosi disturbi che coinvolgono il sistema nervoso, sia a livello centrale che periferico, e dice:

"Il nostro Gruppo di Ricerca, aveva già dimostrato che la HuD è implicata nella patogenesi del MA, perché contribuisce all’accumulo di peptidi Aβ nel cervello con MA, alla stabilizzazione dell'APP e del BACE1 e alla sovra-regolazione della neuroserpina”.


Giosuè Costa dell’Università degli Studi Magna Græcia di Catanzaro, spiega:

“In questo lavoro, tramite la selezione virtuale, che consiste nell'elaborare da un punto di vista teorico un database con milioni di composti, per arrivare ad un numero ragionevole di molecole potenzialmente attive da puntare, abbiamo cercato di identificare dei composti che potessero riconoscere e stabilizzare la HuD, una proteina legante l'RNA.

"Tra le circa 55.000 molecole esaminate, tra farmaci già approvati dall’FDA e prodotti naturali, 3 dei 4 farmaci migliori che abbiamo identificato nel nostro laboratorio (acido folico, cefazolina ed enalapril) sono già in commercio per il trattamento di altre condizioni patologiche. Questi quindi, potrebbero essere riproposti come nuovi candidati per il trattamento delle malattie neurodegenerative. Il loro processo di sviluppo sarebbe notevolmente più rapido poiché sono già stati testati per la sicurezza in modelli preclinici e in esperimenti umani”.


Francesca Vasile dell’Università degli Studi di Milano aggiunge:

“I risultati teorici però non erano sufficienti, occorreva confermare che i tre composti selezionati interagissero realmente con la HuD. Gli esperimenti non solo hanno convalidato i dati teorici, ma hanno anche confermato che è effettivamente l’acido folico a interagire con maggiore forza verso la proteina HuD … e la conferma finale è arrivata con il saggio cellulare”.


I risultati di questa ricerca potrebbero dunque chiarire un meccanismo d’azione ancora sconosciuto dell’acido folico, una vitamina ampiamente utilizzata, suggerendone il suo uso nella prevenzione di alcune malattie neurodegenerative. La Collina spiega:

“Siamo tutti molto entusiasti delle prospettive aperte dalla nostra ricerca; dato il ruolo della HuD nella genesi e nell’accumulo di Aβ, l’integrazione di acido folico potrebbe rappresentare, insieme ad altri micronutrienti, un valido intervento nutrizionale nel MA. Certo, occorre essere prudenti, ma siamo fiduciosi.

"Una ricerca recente condotta da altri ricercatori, ha infatti evidenziato che i pazienti con MA avevano livelli più bassi di folato rispetto ai controlli sani, e che un’assunzione giornaliera sufficiente di acido folico era in grado di ridurre il rischio di insorgenza del MA. Gli studi hanno quindi già dimostrato che l’integrazione di acido folico può rallentare il declino cognitivo e l’atrofia cerebrale nei pazienti con lieve deterioramento cognitivo”.


Le prime coautrici dello studio, Francesca Ambrosio e Adriana Coricello, due giovani ricercatrici entusiaste che hanno lavorato al progetto con grande passione e determinazione, portando il loro valido contributo, concludono:

“Siamo convinte che i nostri risultati possano aprire la strada alla convalida della HuD come bersaglio farmacologico e potrebbero portare alla scoperta di agenti innovativi per contrastare le malattie neurodegenerative. Ci crediamo, e Nicoletta Marchesi, un’altra giovane ricercatrice impegnata sul progetto, sta già lavorando insieme alla Pascale per approfondire l’aspetto biologico. Incrociamo le dita!”.


Infine, Stefano Alcaro, presidente del centro CRISEA e coordinatore del Dottorato in Scienze della Vita all’ateneo catanzarese, aggiunge:

“Il collegamento tra acido folico e l’obiettivo innovativo HuD coinvolto nelle neurodegenerazioni, evidenziato per la prima volta da questo studio, contribuisce in maniera significativa a rafforzare la reputazione scientifica, anche per il trattamento e la prevenzione del MA, della dieta mediterranea, notoriamente molto ricca di tale vitamina”.

 

 

 


Fonte: In Salute News

Riferimenti: Francesca Ambrosio, Adriana Coricello, Giosuè Costa, Antonio Lupia, Mariachiara Micaelli, Nicoletta Marchesi, Federico Sala, Alessia Pascale, Daniela Rossi, Francesca Vasile, Stefano Alcaro, Simona Collina. Identification of Compounds Targeting HuD. Another Brick in the Wall of Neurodegenerative Disease Treatment. J. Med. Chem., 4 Jul 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)