Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Featured

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer

Ideogram human chromosome 5L'Interleuchina 3 (IL-3) è una proteina che nell'uomo è codificata dal gene IL3 localizzato sul cromosoma 5 (Wikipedia)

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di segnalazione che può aiutare a modificare l'infiammazione e il sistema immunitario, e proteggere dal morbo di Alzheimer (MA). Il lavoro, guidato da investigatori del Massachusetts General Hospital (MGH) affiliato dell'Università di Harvard, è pubblicato su Nature.


Il declino cognitivo associato al MA si sviluppa quando i neuroni iniziano a morire.


"La morte del neurone può essere causata da risposte immunitarie improprie e da eccessiva neuroinfiammazione (infiammazione nel cervello) innescata da alti livelli di depositi di amiloide-beta e grovigli tau, due tratti distintivi del MA"
, spiega il coautore senior Filip Swirski, che ha condotto il lavoro mentre era ricercatore principale al Centro Biologia dei Sistemi del MGH.


"Una volta che i neuroni iniziano a morire in quantità crescente, le cellule cerebrali chiamate microglia e astrociti (che di norma sono cellule di nutrimento che puliscono i detriti) si attivano causando neuroinfiammazione, nel tentativo di proteggere il cervello. Sono programmate evolutivamente per pulire una regione del cervello dove c'è morte eccessiva dei neuroni, perché può essere dovuta a un'infezione, la cui diffusione deve essere fermata", spiega il coautore senior Rudolph Tanzi, condirettore del McCance Center for Brain Health del MGH.


Nel caso del MA, la morte delle cellule neuronali, causata da depositi di amiloide-beta e grovigli di tau, attiva questa risposta.


"Quando insorge la neuroinfiammazione, la quantità di morte cellulare è almeno 10 volte superiore a quella causata da placche e grovigli", afferma Tanzi. "In effetti, senza l'induzione della neuroinfiammazione, non ci sarebbero sintomi di demenza. Lo sappiamo dai cervelli 'resilienti', in cui ci sono molte placche e grovigli nel cervello di un individuo, ma nessun sintomo di morte perché c'è una minima, o nessuna, neuroinfiammazione".


Tanzi fornisce un'analogia, notando che l'amiloide-beta è il «fiammifero» che accende la diffusione dell'«incendio» di grovigli, ma è solo quando questo porta ad aumentare il numero di «incendi boschivi» attraverso la neuroinfiammazione attivata da microglia e astrociti che si perdono abbastanza neuroni da subire il declino cognitivo e la demenza.


Questo nuovo studio in Nature ha rivelato che un sottoinsieme di astrociti tenta effettivamente di spegnere il fuoco rilasciando una molecola chiamata interleuchina-3 (IL-3), che converte poi le microglia killer in celle nutrienti e protettive che non eliminano più i neuroni e al contrario si concentrano sulla pulizia dei depositi di amiloide-beta e dei grovigli di tau.


"Potrebbero esserci implicazioni cliniche importanti nel sapere che gli astrociti parlano con le microglia attraverso la IL-3, per informarle e aiutarle a ridurre la gravità del MA", afferma Swirski. "Possiamo ora pensare a come usare la IL-3 non solo per aiutare a frenare la neuroinfiammazione che causa la maggior parte delle morti di neuroni nel MA, ma anche per invogliare le microglia a riprendere il compito benefico di eliminare i depositi e i grovigli che sono la patologia che inizia il MA".


"È stato sorprendente trovare la IL-3 nel cervello", dice il primo autore Cameron McAlpine, al tempo dello studio istruttore al Center for Systems Biology. "I nostri risultati suggeriscono che la comunicazione tra astrociti e microglia, via IL-3, è un importante meccanismo che evita il MA, istruendo le microglia ad adottare funzioni di protezione. Con ulteriori studi, la segnalazione della IL-3 può fornire una nuova opportunità terapeutica per combattere le malattie neurologiche".

 

 

 


Fonte: Tracy Hampton in Massachusetts General Hospital (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Cameron McAlpine, Joseph Park, Ana Griciuc, Eunhee Kim, Se Hoon Choi, Yoshiko Iwamoto, Máté Kiss, Kathleen Christie, Claudio Vinegoni, Wolfram Poller, John Mindur, Christopher Chan, Shun He, Henrike Janssen, Lai Ping Wong, Jeffrey Downey, Sumnima Singh, Atsushi Anzai, Florian Kahles, Mehdi Jorfi, Paolo Fumene Feruglio, Ruslan Sadreyev, Ralph Weissleder, Benjamin Kleinstiver, Matthias Nahrendorf, Rudolph Tanzi, Filip Swirski. Astrocytic interleukin-3 programs microglia and limits Alzheimer’s disease. Nature, 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


Notizie da non perdere

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Antiossidanti aiutano contro vari problemi di salute, ma è complicato capire q…

3.11.2025 | Esperienze & Opinioni

La descrizione di antiossidante è tutta nel nome: gli antiossidanti contrastano gli ossi...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

I tuoi ricordi sono governati da timer nascosti nel tuo cervello

10.12.2025 | Ricerche

Uno dei compiti più essenziali del cervello è decidere quali esperienze immagazzinare co...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)