Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Certi farmaci per il diabete riducono il rischio di Alzheimer?

Le persone che prendono certi farmaci per abbassare la zucchero nel sangue nel diabete di tipo 2 avevano meno amiloide nel cervello, un biomarcatore del morbo di Alzheimer (MA), rispetto sia alle persone con diabete di tipo 2 che non prendevano il farmaco che a quelle senza diabete.


Il nuovo studio, pubblicato l'11 agosto 2021 su Neurology®, ha anche trovato che le persone che prendevano questi farmaci, chiamati inibitori della dipeptidil-peptidasi IV, avevano un declino cognitivo più lento delle persone degli altri due gruppi.


Nelle persone con diabete di tipo 2, il corpo non usa più in modo efficiente l'insulina per controllare la glicemia. Gli inibitori della dipeptidil-peptidasi IV, chiamati anche gliptine, possono essere prescritti quando altri farmaci diabetici non funzionano. Aiutano a controllare lo zucchero nel sangue quando sono combinati con dieta ed esercizio fisico.


"Le persone con diabete hanno dimostrato di avere un rischio più elevato di MA, probabilmente a causa dei livelli elevati di zucchero nel sangue, che sono stati collegati all'accumulo di amiloide-beta nel cervello", ha detto l'autore senior dello studio Phil Hyu Lee MD/PhD, della Yonsei University di Seoul, in Corea del Sud. "Non solo il nostro studio ha mostrato che le persone che prendono gli inibitori della dipeptidil-peptidasi IV per abbassare i livelli di zucchero nel sangue avevano meno amiloide nel cervello in generale, ma ha anche mostrato livelli più bassi nelle aree del cervello coinvolte nel MA".


Lo studio ha coinvolto 282 persone con un'età media di 76 anni che sono stati seguiti fino a sei anni. Tutti avevano la diagnosi di MA pre-clinica, precoce o probabile. Del gruppo, 70 persone avevano il diabete e venivano trattate con gli inibitori della dipeptidil-peptidasi IV, 71 avevano il diabete ma non venivano trattati con quei farmaci e 141 non avevano il diabete. Quelli senza diabete sono stati abbinati a quelli con il diabete per età, sesso e educazione. Tutti avevano punteggi simili su test cognitivi all'inizio dello studio. I partecipanti hanno avuto scansioni cerebrali per misurare la quantità di amiloide nel cervello.


I ricercatori hanno scoperto che le persone con il diabete che hanno preso i farmaci avevano quantità medie inferiori di placche amiloidi nel cervello rispetto alle persone con diabete che non prendevano i farmaci e rispetto a quelle senza diabete.


Tutti i partecipanti hanno fatto il test comune di pensiero e di memoria chiamato Mini-Mental State Exam (MMSE), in media ogni 12 mesi per 2,5 anni. Le domande del test includono chiedere a una persona di contare da 100 all'indietro per 7 o di copiare un'immagine su un pezzo di carta. Il punteggio totale può andare da zero a 30.


I ricercatori hanno scoperto che le persone con diabete che avevano preso i farmaci avevano un declino medio annuo di 0,87 punti sul punteggio MMSE, mentre le persone con diabete che non prendevano i farmaci avevano un declino annuale medio di 1,65 punti. Le persone senza diabete avevano un declino medio annuo di 1,48 punti.


Quando i ricercatori hanno aggiustato i dati per altri fattori che potrebbero influenzare i punteggi dei test, hanno scoperto che i punteggi delle persone che prendevano i farmaci hanno avuto un declino più lento di 0,77 punti all'anno rispetto alle persone che non prendevano i farmaci.


"I nostri risultati, che mostrano meno amiloide nel cervello delle persone che assumono questi farmaci e meno declino cognitivo, rispetto alle persone senza diabete, sollevano la possibilità che questi farmaci possano avere vantaggi anche per le persone senza diabete che hanno problemi di pensiero e di memoria", ha detto Lee. "È necessaria più ricerca per dimostrare se questi farmaci possono avere proprietà neuroprotettive in tutte le persone".


Una limitazione dello studio è la mancata disponibilità di dati per mostrare l'accumulo di amiloide nel cervello dei partecipanti nel tempo. Questo studio non mostra causa ed effetto; evidenzia solo un'associazione.

 

 

 


Fonte: American Academy of Neurology (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Seong Ho Jeong, ..., Phil Hyu Lee. Association of Dipeptidyl Peptidase-4 Inhibitor Use and Amyloid Burden in Diabetic Patients With AD-Related Cognitive Impairment. Neurology, 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.