Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Test LIBRA potrebbe essere un modo per determinare il rischio di demenza?

Libra test factorsIl contributo di ciascun fattore al punteggio totale del test LIBRA.

Le persone i cui punteggi su un test di rischio di demenza avevano indicato uno stile di vita meno sano per il cervello (con fumo, ipertensione e cattiva alimentazione), possono anche avere punteggi inferiori sui test di abilità di pensiero, più cambiamenti sulle scansioni cerebrali e un rischio più elevato di decadimento cognitivo.


Queste le conclusioni di uno studio pubblicato lo scorso 25 agosto su Neurology®, che ha anche scoperto, solo per gli uomini, che i punteggi del test erano associati a una funzione scadente di memoria e a marcatori di restringimento del cervello.


"I punteggi del rischio di demenza potrebbero essere utili per aiutare a identificare presto le persone con un rischio più alto di demenza, così da poter affrontare prima e monitorare più da vicino i potenziali fattori di stile di vita responsabili", ha detto l'autore senior dello studio Sebastian Köhler PhD, dell'Università di Maastricht in Olanda. "Il nostro studio ha scoperto che una parte sostanziale dei cambiamenti cerebrali potrebbe essere attribuibile ai fattori di rischio che possono essere modificati".


Lo studio ha coinvolto 4.164 persone con un'età media di 59 anni, che hanno eseguito un test chiamato LIBRA-Lifestyle for Brain Health (stile di vita per la salute del cervello). Il punteggio totale riflette il potenziale di una persona di sviluppare la demenza. Questo studio ha preso in considerazione 11 fattori di stile di vita sui 12 del test, che includono pressione alta, malattie cardiache, fumo, dieta e attività fisica.


Punteggi più alti, nella gamma da -2,7 a +12,7, riflettono un rischio superiore di demenza. Nel complesso, il gruppo di studio ha avuto un punteggio medio di 1,19. I ricercatori hanno diviso i partecipanti in tre gruppi: quelli con rischio di demenza basso (punteggio medio di -1,47), quelli con rischio medio (punteggio medio di 1,20) e quelli con rischio alto (punteggio medio di 4.6).


I partecipanti allo studio hanno avuto test di memoria e altre capacità di pensiero, come la velocità di elaborazione delle informazioni, la funzione esecutiva e l'attenzione. I ricercatori hanno anche esaminato le scansioni cerebrali per rilevare i segni della malattia dei piccoli vasi cerebrali (microangiopatia o malattia microvasclare), che sono segni di danni vascolari del cervello spesso presenti nei pazienti con demenza. Essi hanno anche cercato i cambiamenti nel volume delle sostanze bianca e grigia.


I ricercatori hanno scoperto che le persone che erano nel gruppo ad alto rischio sul test LIBRA, indice di uno stile di vita meno sano per il cervello, avevano più lesioni cerebrali (1,27 ml rispetto a 0,48 ml di quelli nel gruppo di rischio più basso). Il gruppo ad rischio alto aveva anche punteggi inferiori su due test di pensiero: velocità di elaborazione delle informazioni e funzione esecutiva / attenzione.


Solo negli uomini, tuttavia, i ricercatori hanno trovato associazioni tra punteggi più elevati sul test LIBRA e volumi minori di materia grigia, nonché punteggi inferiori sui test della memoria.


"È necessaria altra ricerca per confermare queste scoperte e determinare il motivo per cui c'erano differenze tra uomini e donne", ha detto Köhler. "È entusiasmante che un semplice punteggio di test possa effettivamente essere un indice di salute del cervello. Dobbiamo capire se le persone possono migliorare il punteggio con cambiamenti nella dieta, aumentando l'attività fisica o limitando gli alcolici a un uso da basso a moderato".


Lo studio non dimostra che i punteggi dei test di stile di vita prevedono la demenza, mostra solo un'associazione.

 

 

 


Fonte: American Academy of Neurology (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Irene Heger, Kay Deckers, Miranda Schram, Coen Stehouwer, Pieter Dagnelie, Carla van der Kallen, Annemarie Koster, Simone Eussen, Jacobus Jansen, Frans Verhey, Martin van Boxtel, Sebastian Köhler. Associations of the Lifestyle for Brain Health Index With Structural Brain Changes and Cognition: Results From the Maastricht Study. Neurology, 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.