Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Usare Internet quando si è in pensione potenzia la funzione cognitiva

Un nuovo studio ha scoperto che l'uso di Internet mentre si è in pensione è in grado di aumentare la funzione cognitiva.

Ricercatori dell'Università di Lancaster, della Norwegian University Science and Technology e del Trinity College di Dublino hanno esaminato la funzione cognitiva di oltre 2.000 persone in pensione di tutta Europa, e hanno scoperto che l'uso di Internet nel post-pensionamento è associato a punteggi sostanzialmente più alti sui test.


Lo studio, pubblicato sul Journal of Economic Behavior and Organization, ha analizzato dati estratti dal Survey of Health, Ageing and Retirement in Europe (SHARE), un sondaggio che raccoglie informazioni sulla salute, sulla storia occupazionale e sullo status socio-economico delle persone anziane.


Concentrandosi su un campione di 2.105 anziani di Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Israele, Spagna, Svezia e Svizzera che sono andati in pensione dal 2004, i ricercatori hanno esaminato la loro funzione cognitiva nel 2013 e nel 2015. Si sono focalizzati specificamente su un test di richiamo delle parole, dove veniva chiesto alle persone di ripetere un elenco di 10 parole subito dopo averle sentite, e di farlo di nuovo 5 minuti dopo.


I risultati hanno rilevato che, in media, le persone che hanno usato Internet dopo che sono andate in pensione sono riuscite a richiamare 1,22 parole in più nel test di richiamo rispetto ai non utenti Internet. I pensionati che hanno usato Internet avevano più probabilità di essere maschi, più giovani, meglio istruiti e in pensione da meno tempo. Sembravano anche avere una salute migliore, anche se bevevano e fumavano di più.


Il dott. Vincent O'Sullivan, co-autore dello studio, della Facoltà di Amministrazione Aziendale della Lancaster University ha dichiarato:

"I nostri risultati rivelano che l'uso di Internet, post-pensionamento, porta ad una riduzione marcata del tasso di declino cognitivo.

"È interessante notare che questo effetto protettivo è risultato essere più significativo tra le donne: le pensionate che navigavano regolarmente su Internet erano in grado di richiamare 2,37 parole in più rispetto alle donne che non lo facevano. I risultati sono stati coerenti anche tra gli uomini, con gli utenti di Internet in pensione in grado di richiamare 0,94 parole in più rispetto agli uomini con caratteristiche simili che non usavano Internet.

"Abbiamo anche scoperto che i pensionati che usavano il computer nel loro lavoro prima del pensionamento erano più propensi a continuare a usarlo una volta in pensione e quindi avevano una migliore funzione cognitiva".


I ricercatori hanno confrontato la funzione cognitiva dei pensionati che lavoravano in posti di lavoro in cui il computer era comune con quella dei pensionati che lavoravano dove il computer non era usato spesso. Ad esempio, tra gli insegnanti, i computer sono diventati comuni sul posto di lavoro molto più tardi rispetto ai settori come i servizi finanziari. I loro risultati hanno rivelato che le persone con esposizione pre-pensionamento ai computer erano più propensi a continuare a usarle una volta in pensione.


Tra i risultati complessivi, i ricercatori hanno anche riscontrato una differenza marcata nei modelli di uso di Internet tra i paesi europei, con non più del 12% dei pensionati che usano Internet in Italia, rispetto a oltre il 60% in Danimarca.


Il co-autore Likun Mao, ex dottorando della Lancaster e ora al Trinity College di Dublino, ha dichiarato:

"La ricerca ha dimostrato che il pensionamento dalla forza lavoro è un periodo critico per la funzione cognitiva, che declina con l'età, e può essere un predittore di vari esiti cruciali della salute tra gli anziani.

"Sebbene ci sia la convinzione diffusa che l'uso del computer migliora la funzione cognitiva degli anziani (come la memoria, l'attenzione, le abilità spaziali e la risoluzione dei problemi), gli studi precedenti hanno dato risultati misti.

"Siamo riusciti a discernere che l'uso pre-pensionamento del computer non influenza direttamente il declino cognitivo post-pensionamento e ci siamo assicurati che i nostri risultati si riferiscano solo all'uso di Internet post-pensionamento".


Il prof. Colin Green, della Norwegian University Science and Technology, ha aggiunto:

"Nel nostro studio abbiamo stimato modelli statistici che controllavano per ogni individuo l'età, i livelli di istruzione, le capacità professionali e gli anni dal pensionamento, quindi siamo fiduciosi che i nostri risultati siano robusti e relativi solo all'uso di Internet post-pensionamento.

"Questo lo distingue da altri studi e solleva la questione interessante di cosa esattamente è legato all'uso di Internet che guida questo effetto positivo sulla funzione cognitiva. Interagire con gli altri online, scoprire informazioni per partecipare alle attività sociali o semplici compiti come lo shopping online può rendere la vita più facile per i pensionati, ma dobbiamo ancora capire quale di questi compiti, se c'è, produce realmente il miglioramento delle prestazioni cognitive.

 

 

 


Fonte: Lancaster University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Colin Green, Likun Mao, Vincent O'Sullivan. Internet usage and the cognitive function of retirees. Journal of Economic Behavior & Organization, 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)