Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Abitudini sane di vita possono migliorare la longevità e prevenire l'Alzheimer

Le abitudini quotidiane che fungono da spina dorsale di uno stile di vita sano possono mantenere il tuo cervello acuto e aiutarti a vivere più a lungo, secondo le nuove ricerche degli esperti di invecchiamento della Rush University.


Uno studio pubblicato di recente sul British Medical Journal ha scoperto che gli over-65 che avevano uno stile di vita sano vivevano più a lungo - 3,1 anni in più per le donne e 5,7 anni in più per gli uomini - rispetto ai loro coetanei che non avevano lo stesso stile di vita sano e hanno anche vissuto una parte maggiore degli anni residui senza il morbo di Alzheimer (MA).

 

Cosa costituisce uno stile di vita sano?

Nello studio, i partecipanti hanno avuto un punteggio di vita elevato se riferivano almeno 4 di queste 5 abitudini, che i ricercatori hanno chiamato 'fattori sani':


"Abbiamo valutato questi fattori di stile di vita in combinazione perché possono avere effetti sinergici sul rischio di demenza", afferma Klodian Dhana MD/PhD, professore associato del Rush Institute for Healthy Aging e del Dipartimento di Medicina Interna al Medical Center della Rush University. "In precedenza, i ricercatori hanno dimostrato che la dieta MIND, che fa parte del punteggio dello stile di vita, è associata a un declino cognitivo più lento e a un rischio inferiore di demenza".


La dieta MIND predilige i grassi sani e le piante rispetto agli alimenti a base animale e altamente trasformati.

 

Eccellenza nella ricerca sull'invecchiamento

Quest'ultimo studio si basa sulla ricerca in corso alla Rush, che dimostra che i fattori dello stile di vita possono potenzialmente ridurre fino al 60% il rischio di MA e di demenza, afferma Kumar Rajan PhD, professore di epidemiologia e direttore del Rush Institute for Healthy Aging.


Il programma di ricerca è focalizzato sull'epidemiologia del MA e delle demenze correlate, e attinge da uno studio longitudinale di oltre 10.000 residenti di Chicago chiamato Chicago Health and Aging Project (CHAP).


"Il CHAP è uno studio birazziale basato sulla popolazione con oltre il 60% di afroamericani e circa 20 anni di follow-up, eseguito in quattro comunità urbane di Chicago"
, spiega Rajan.


I ricercatori stanno cercando di capire i fattori epidemiologici, focalizzati sui processi biologici, sui biomarcatori di sangue e sulle neuroscansioni, e i fattori di rischio (compresi i determinanti psicologici e sociali) che contribuiscono allo sviluppo della demenza, aggiunge.

 

Studiare un fattore genetico del MA

In uno studio precedente pubblicato su Alzheimer’s and Dementia, i ricercatori della Rush si erano concentrati sulle differenze di razza e hanno studiato il ruolo protettivo di uno stile di vita sano negli afroamericani e negli americani di origine europea. Hanno anche monitorato l'allele E4 dell'apolipoproteina (ApoE4), un fattore di rischio per il MA. "Gli afroamericani hanno maggiori probabilità degli americani europei di essere portatori dell'allele ApoE4", afferma Dhana.


Negli afroamericani e negli europei, i ricercatori hanno scoperto che le persone che hanno riferito uno stile di vita più sano (nel senso che avevano almeno 4 fattori sani, come dieta di alta qualità, esercizio fisico regolare, niente fumo e alcol solo leggero o moderato) avevano un tasso più lento di declino cognitivo rispetto agli individui che hanno riferito solo uno fattore sano o nessuno. Questo era vero nelle persone con e senza il fattore di rischio genetico ApoE4, afferma Dhana.


La ricerca, finanziata dal National Institute on Aging, fornisce ulteriori prove del fatto che i fattori di stile di vita modificabili potrebbero potenzialmente ridurre il rischio di MA e demenza, afferma Rajan.


In futuro, i ricercatori della Rush cercheranno di scoprire se alcuni stili di vita potrebbero proteggere meglio di altri le persone con un rischio genetico più elevato di demenza.

 

 

 


Fonte: Laura Hegwer in Rush University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Klodian Dhana, ...[+10], Kumar B Rajan. Healthy lifestyle and life expectancy with and without Alzheimer’s dementia: population based cohort study. BMJ, 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)