Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Esercizio e meditazione non sembrano migliorare la funzione cognitiva degli anziani sani

Un ampio studio pubblicato il 13 dicembre su JAMA, e incentrato sull'ipotesi che l'esercizio e l'allenamento alla consapevolezza possono aumentare la funzione cognitiva negli anziani, non ha riscontrato tale miglioramento da nessuno dei due interventi.


Ricercatori della Washington University di St. Louis e dell'Università della California di San Diego, hanno esaminato per 18 mesi gli effetti cognitivi dell'esercizio, dell'allenamento alla consapevolezza, o di entrambi, in anziani che avevano riferito cambiamenti legati all'età nella memoria, ma che non avevano la diagnosi di una qualsiasi forma di demenza.


"Sappiamo oltre ogni dubbio che l'esercizio fisico fa bene agli anziani, che può ridurre il rischio di problemi cardiaci, rafforzare le ossa, migliorare l'umore e avere altri effetti benefici; si pensava che potesse migliorare anche la funzione cognitiva", ha affermato Il primo autore dello studio, Eric J. Lenze MD, professore e capo del Dipartimento di Psichiatria della Washington University. “Allo stesso modo, l'allenamento alla consapevolezza è benefico perché riduce lo stress, che può essere negativo per il cervello. Pertanto, abbiamo ipotizzato che se gli anziani si esercitassero regolarmente, praticassero la consapevolezza o facessero entrambi, potrebbero avere benefici cognitivi, ma non è quello che abbiamo trovato".


Lenze e i suoi colleghi vogliono comunque vedere se potrebbero esserci degli effetti cognitivi su un periodo più lungo, quindi prevedono di continuare a studiare questo gruppo di anziani per capire se l'esercizio e la consapevolezza possono aiutare a prevenire un futuro declino cognitivo. In questo studio, tuttavia, le pratiche non hanno migliorato la funzione cognitiva.


"Molti anziani sono preoccupati per la memoria", ha dichiarato l'autrice senior Julie Wetherell PhD, prof.ssa di psichiatria dell'UC San Diego. "È importante che studi come il nostro sviluppino e testino interventi comportamentali per cercare di fornire loro la neuroprotezione e ridurre lo stress, nonché dare benefici alla salute generale".


I ricercatori hanno esaminato 585 individui da 65 a 84 anni di età, tutti senza diagnosi di demenza, ma tutti con preoccupazioni per problemi minori di memoria e altro declino cognitivo legato all'età.


"I problemi minori di memoria sono spesso considerati una parte normale dell'invecchiamento, ma è anche normale che le persone si preoccupino quando notano questi problemi", ha affermato Lenza, che dirige anche l'Healthy Mind Lab della Washington University. “L'obiettivo principale del nostro laboratorio è aiutare gli anziani a rimanere sani, mantenendo la loro salute mentale e cognitiva mentre invecchiano, ed eravamo ansiosi di vedere se l'esercizio e la consapevolezza potevano offrire un potenziamento cognitivo, proprio come aumentano altri aspetti della salute".


Tutti i partecipanti allo studio sono stati considerati cognitivamente normali per la loro età. I ricercatori li hanno testati quando si sono iscritti allo studio, misurando la memoria e altri aspetti del pensiero, ed eseguendo anche scansioni cerebrali.


I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale a uno dei 4 gruppi: il primo con soggetti seguiti da istruttori di esercizio, il secondo supervisionato da esperti addestrati nella pratica della consapevolezza, il terzo impegnato in esercizio fisico regolare e allenamento della consapevolezza e il quarto che non ha fatto nessuno dei due, ma che si incontrava in sessioni occasionali incentrate su argomenti di educazione sanitaria generale.


I ricercatori hanno condotto test di memoria e scansioni cerebrali di controllo dopo 6 mesi e di nuovo dopo 18 mesi. A sei mesi e di nuovo a 18 mesi, tutti i gruppi sembravano simili. Tutti e quattro i gruppi si sono comportati leggermente meglio nei test, ma i ricercatori ritengono che fosse dovuto agli effetti della pratica, perché i soggetti dello studio hanno rifatto test simili a quelli che avevano fatto in precedenza. Allo stesso modo, le scansioni cerebrali non hanno rivelato le differenze tra i gruppi che avrebbero suggerito un beneficio cerebrale dell'allenamento.


Lenze ha affermato che i risultati dello studio non significano che esercizio fisico o consapevolezza non contribuiscono a migliorare la funzione cognitiva in ogni anziano; solo che quelle pratiche non sembrano aumentare le prestazioni cognitive nelle persone sane senza deterioramento.


"Non stiamo dicendo 'non fare esercizio' o 'non praticare la consapevolezza' ", ha spiegato Lenze. “Ma avevamo pensato di poter trovare un beneficio cognitivo in questi anziani, ma non è così. D'altra parte, non abbiamo studiato se l'esercizio o la consapevolezza possono dare benefici agli anziani che sono deteriorati, per demenza o disturbi come la depressione. Non possiamo estrapolare dai dati che queste pratiche non aiutano alcun individuo a migliorare la funzione cognitiva".


Lenze ha affermato che i ricercatori hanno ricevuto di recente finanziamenti pubblici per continuare a seguire il gruppo di anziani che hanno partecipato a questo studio.


"Sono ancora impegnati nell'esercizio e nella consapevolezza", ha detto. "Non abbiamo visto miglioramenti, ma neanche cali nelle prestazioni cognitive. Nella prossima fase dello studio, continueremo a seguire le stesse persone per altri 5 anni per capire se l'esercizio o l'allenamento alla consapevolezza possono aiutare a rallentare o prevenire il declino cognitivo futuro".

 

 

 


Fonte: Jim Dryden in Washington University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: EJ Lenze, ...[+28], J Loebach Wetherell. Effects of Mindfulness Training and Exercise on Cognitive Function in Older Adults. JAMA, 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.