Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuove informazioni sull'invecchiamento nel cervello offrono speranze per l'Alzheimer

Scienziati del Trinity College hanno fatto nuova luce sui processi di invecchiamento nel cervello, collegando per la prima volta la maggiore presenza di cellule immunitarie specializzate a condizioni come l'Alzheimer e le lesioni cerebrali traumatiche.

La ricerca, svolta in collaborazione con esperti dell'Università del Maryland, si è concentrata sulle microglia nel cervello e nel midollo spinale, ed è pubblicata su Science Advances.


Le microglia sono un tipo unico di cellula immunitaria il cui compito è supportare le cellule nervose, difendere dai microbi invasori, eliminare i detriti e rimuovere le cellule nervose morenti inglobandole e mangiandole. Sempre più ricerche indicano che le microglia possono avere risposte funzionali diverse a seconda dei cambiamenti molecolari e biochimici che si verificano all'interno di queste cellule specializzate.


In effetti, si possono distinguere vari sottotipi di microglia in base a una proprietà chiamata autofluorescenza, che è la tendenza delle cellule a emettere luce di un colore dopo aver assorbito quella di un altro, e ciò avviene perché sostanze specifiche all'interno delle cellule assorbono la luce. Le sostanze immagazzinate in compartimenti cellulari specializzati includono molecole di grasso, cristalli di colesterolo, metalli e altre proteine mal ripiegate.


David Loane, assistente professore di neuroscienze al Trinity College di Dublino (Irlanda) e coautore senior della ricerca, ha detto:

“Con l'invecchiamento del cervello, questi materiali si accumulano all'interno delle microglia autofluorescenti, che come conseguenza aumentano la loro autofluorescenza. Sfortunatamente, questo accumulo di detriti cellulari rende anche più difficile alle microglia eseguire i loro compiti essenziali di raccolta della spazzatura nel cervello e di prevenire lesioni neurologiche e malattie neurodegenerative.

“In questo studio, su animali anziani, abbiamo scoperto che queste microglia adottano uno stato unico e disfunzionale, che ha una serie di impatti problematici. Ad esempio, c'è un aumento dello stress e del danno cellulare, un accumulo di grassi e ferro, alterazioni dei processi metabolici e un aumento della produzione di molecole che esagerano la risposta immunitaria".


In aggiunta, gli scienziati hanno dimostrato che le microglia autofluorescenti e l'infiammazione associata erano più pronunciate nelle condizioni patologiche, come nei modelli di fattori di rischio genetico dell'Alzheimer e, in modo promettente, sono state invertite dalla sostituzione microgliale via farmaci negli animali invecchiati.


Il prof. Loane ha aggiunto:

“Inoltre, l'esposizione ambientale a lesioni cerebrali traumatiche acute negli animali ha accelerato l'età di insorgenza e la distribuzione tissutale delle microglia autofluorescenti, aumentando il danno da stress ossidativo nel cervello degli animali feriti.

“Di conseguenza, un'evidenza crescente ora suggerisce che l'accumulo di microglia autofluorescenti contribuisce alle malattie dell'invecchiamento e alla neurodegenerazione. Se queste sotto-popolazioni di microglia sono altamente infiammatorie e dannose per il cervello, puntarle potrebbe essere una nuova strategia per trattare le malattie legate all'età".

 

 

 


Fonte: Trinity College Dublin (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: RM Ritzel, ...[+14], J Wu. Brain injury accelerates the onset of a reversible age-related microglial phenotype associated with inflammatory neurodegeneration. Science Advances, 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.