Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Farmaco per HIV impedisce l'accumulo delle proteine della demenza nei topi

Degli scienziati hanno dimostrato che la capacità del cervello di eliminare proteine tossiche è compromessa nell'Huntington e in altre forme di demenza e che un farmaco HIV riproposto è riuscito a ripristinare questa funzione nei topi, contribuendo a prevenire questo pericoloso accumulo e rallentando la malattia.

Microglia function healthy vs diseased

Una caratteristica comune delle malattie neurodegenerative come l'Huntington e varie forme di demenza è l'accumulo nel cervello dei grumi (aggregati) di proteine mal ripiegate, come l'huntingtina e la tau. Questi aggregati portano alla degradazione e infine alla morte delle cellule cerebrali e all'inizio dei sintomi.


Un metodo usato dal nostro corpo per liberarsi di materiali tossici è l'autofagia ('auto-mangiare'), un processo in base al quale le cellule 'mangiano' il materiale indesiderato, lo scompongono e lo scartano. Ma questo meccanismo non funziona correttamente nelle malattie neurodegenerative, il che significa che il corpo non è più in grado di sbarazzarsi delle proteine mal ripiegate.


In uno studio pubblicato su Neuron, un team del Cambridge Institute for Medical Research e dell'UK Dementia Research Institute all'Università di Cambridge ha identificato un processo che impedisce all'autofagia di funzionare correttamente nel cervello dei topi modello dell'Huntington e di una forma di demenza e, soprattutto, ha identificato un farmaco che aiuta a ripristinare questa funzione vitale.


Il team ha condotto la ricerca su topi che erano stati geneticamente alterati per sviluppare forme di Huntington o un tipo di demenza caratterizzata dall'accumulo della proteina Tau. Il cervello e il sistema nervoso centrale hanno le loro cellule immunitarie specialistiche (microglia), che dovrebbero proteggere da materiali indesiderati e tossici. Nelle malattie neurodegenerative, le microglia si attivano, ma in modo tale da compromettere il processo di autofagia.


Sui topi, il team ha mostrato che nelle malattie neurodegenerative, le microglia rilasciano un insieme di molecole che a loro volta attivano un interruttore sulla superficie delle cellule. Se attivato, questo interruttore (chiamato CCR5) altera l'autofagia e quindi la capacità del cervello di liberarsi delle proteine tossiche. Queste proteine si aggregano e iniziano a causare danni irreversibili al cervello, e in effetti le proteine tossiche creano anche un circuito di reazione, portando ad una maggiore attività del CCR5, provocando un accumulo ancora più rapido degli aggregati.


Il professor David Rubinsztein dell'UK Dementia Research Institute all'Università di Cambridge, autore senior dello studio, ha dichiarato:

"Le microglia iniziano a rilasciare queste sostanze chimiche molto prima che siano evidenti tutti i segni fisici della malattia. Ciò suggerisce - proprio come ci aspettavamo - che se trovassimo trattamenti efficaci per malattie come Huntington e demenza, questi trattamenti dovranno iniziare prima che un individuo inizi a mostrare sintomi".


Quando i ricercatori hanno usato topi allevati per 'eliminare' l'azione del CCR5, hanno scoperto che questi topi erano protetti dall'accumulo di huntingtina e tau mal ripiegate, portando a meno aggregati tossici nel cervello rispetto ai topi di controllo. Questa scoperta ha dato indizi su come questo accumulo potrebbe in futuro essere rallentato o impedito nell'uomo.


L'interruttore CCR5 non è sfruttato solo dalle malattie neurodegenerative, ma è usato anche dall'HIV come 'porta' nelle nostre cellule. Nel 2007, USA e UE hanno approvato come trattamento per l'HIV un farmaco chiamato maraviroc, che inibisce il CCR5.


Il team ha usato il maraviroc per curare i topi con Huntington, somministrandolo per 4 settimane quando i topi avevano 2 mesi. Quando i ricercatori hanno esaminato il cervello dei topi, hanno trovato una riduzione significativa del numero di aggregati di huntingtina rispetto ai topi non trattati. Tuttavia, poiché l'Huntington si manifesta solo con sintomi lievi nei topi a 12 settimane, anche senza trattamento, era troppo presto per vedere se il farmaco avrebbe avuto un impatto sui sintomi dei topi.


Lo stesso effetto è stato osservato nei topi di demenza. In questi topi, non solo il farmaco ha ridotto la quantità di aggregati tau rispetto ai topi non trattati, ma ha anche rallentato la perdita di cellule cerebrali. I topi trattati si sono comportati meglio dei topi non trattati in un test di riconoscimento degli oggetti, suggerendo che il farmaco ha rallentato la perdita di memoria.


Il professor Rubinsztein ha riassunto:

"Siamo molto entusiasti di questi risultati perché non abbiamo trovato solo un nuovo meccanismo del modo in cui le nostre microglia accelerano la neurodegenerazione, abbiamo anche dimostrato che questo può essere interrotto, potenzialmente anche con un trattamento esistente e sicuro.

“Il maraviroc potrebbe non rivelarsi il proiettile magico, ma mostra una possibile via da seguire. Durante lo sviluppo di questo farmaco come trattamento per l'HIV, c'era un certo numero di altri candidati che hanno fallito nel percorso, perché non erano efficaci contro l'HIV. Potremmo scoprire che uno di questi funziona efficacemente nell'uomo per prevenire le malattie neurodegenerative".

 

 

 


Fonte: University of Cambridge (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: BP Festa, ...[+6], DC Rubinsztein. Microglial-to-neuronal CCR5 signalling regulates autophagy in neurodegeneration. Neuron, 26 Apr 2023, DOI 

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

Notizie da non perdere

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)