Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Cellule glia controllano l'elaborazione parallela della memoria

glial control of parallel memory processingQuando si mostra a un topo un'immagine che oscilla da sinistra a destra, inizialmente non riesce a seguirla bene, ma dopo un addestramento, la ricerca diventa più accurata. (Fonte: ©Kanaya et al)

Ricercatori dell'Università di Tohoku (Giappone) hanno scoperto che ci sono due processi paralleli coinvolti nella formazione della memoria, quando un topo esegue un compito di apprendimento motorio. Un processo è presente durante la formazione e si chiama 'apprendimento online', mentre l'altro avviene durante il periodo di riposo e viene chiamato 'apprendimento offline'.


L'apprendimento online può essere potenziato o ridotto manipolando l'attività delle glia, ma l'apprendimento offline non è influenzato da queste manipolazioni. Comprendere i meccanismi cellulari alla base di questi processi paralleli e indipendenti di formazione della memoria può portare allo sviluppo di una riabilitazione efficiente post-ictus, al trattamento della demenza o a realizzare intelligenza estesa.


I risultati sono dettagliati su Glia dal 26 giugno 2023.


Siamo da tempo consapevoli che le prestazioni potrebbero non migliorare molto durante l'allenamento, ma aumentano il giorno successivo. In alternativa, eccellere durante l'allenamento potrebbe non mantenersi al giorno successivo. Qui, i ricercatori hanno dimostrato che l'apprendimento online e offline sono effettivamente processi paralleli separati regolati da meccanismi cellulari distinti.


Le cellule gliali nel cervello occupano quasi altrettanto volume dei neuroni; tuttavia, si pensava che colmassero semplicemente le lacune tra i neuroni. Di recente, le cellule gliali hanno dimostrato di essere coinvolte nell'elaborazione delle informazioni nel cervello, sebbene in modo abbastanza diverso da quello dei neuroni. Rilasciando gliotrasmettitori, come il glutammato, le cellule gliali possono modulare la facilità con cui si forma la memoria, un processo definito meta-plasticità.


I ricercatori hanno usato il paradigma orizzontale di risposta optocinetica per comprendere il ruolo delle cellule gliali nell'apprendimento online e offline. Quando ai topi appariva uno stimolo visivo oscillante orizzontalmente, i loro occhi seguivano lo schermo con un'ampiezza minore rispetto allo stimolo stesso.


Con una presentazione prolungata e ripetuta, l'ampiezza aumentava fino a quando i loro occhi non riuscivano a seguire perfettamente lo schermo. L'aumento delle prestazioni durante la presentazione di 15 minuti è stato definito apprendimento online e l'aumento durante il periodo di riposo di 1 ora, che i topi passavano al buio è stato definito apprendimento offline.


I ricercatori hanno espresso geneticamente specificamente nelle cellule gliali le proteine attivate dalla luce channelrhodopsin-2 (ChR2) o archaerhodopsin (ArchT), per controllare manualmente l'attività gliale.


Quando la foto-attivazione delle ChR2 ha facilitato il rilascio di glutammato dalle cellule gliali, è aumentato l'apprendimento online. Tuttavia, il beneficio della modulazione gliale è stato breve e le prestazioni del movimento degli occhi sono diventate presto indistinguibili dai topi di controllo.


Quando l'attività gliale è stata inibita con ArchT, l'apprendimento online è stato completamente soppresso. È interessante notare che l'apprendimento offline procedeva normalmente anche con la completa assenza di apprendimento online.


"I nostri dati mostrano che la formazione della memoria a breve e lungo termine non è un processo seriale, ma è piuttosto un processo parallelo e indipendente", afferma il professor Ko Matsui del Super-Network Brain Physiology Lab dell'Università di Tohoku, che ha guidato la ricerca. "Non è necessario agonizzare le prestazioni ottenute durante ogni sessione di allenamento o di studio, poiché il risultato di lunga durata dipende da un processo totalmente separato".


I meccanismi cellulari alla base della modulazione gliale dell'apprendimento online sono ora chiari, almeno in parte: i canali di conduzione di anioni espressi nelle cellule gliali mediano il rilascio di glutammato, che porta all'aumento della plasticità sinaptica.


Il processo di apprendimento offline è meno chiaro; tuttavia, i ricercatori hanno anche scoperto che la manipolazione optogenetica via ArchT dell'attività gliale durante il periodo di riposo potrebbe facilitare l'apprendimento offline.


"Apparentemente le cellule gliali controllano la probabilità che sia presente la plasticità nei circuiti neurali, durante il processo di apprendimento online o offline"
, afferma il primo autore dello studio, dott. Teppei Kanaya. "Scoprendo i dettagli del processo cellulare, potremmo essere in grado di controllare il nostro adattamento rapido ai cambiamenti nell'ambiente o facilitare i conseguimenti a lungo termine".

 

 

 


Fonte: Tohoku University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: T Kanaya, [+7], K Matsui. Glial modulation of the parallel memory formation. Glia, 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)