Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Perdita di serotonina può contribuire al declino cognitivo all'inizio dell'Alzheimer

neuron communication

Confrontando le scansioni PET di oltre 90 adulti con e senza lieve decadimento cognitivo (MCI, mild cognitive impairment), dei ricercatori della Johns Hopkins University di Baltimora (Maryland/USA) affermano che livelli relativamente più bassi di serotonina, il cosiddetto neurotrasmettitore della 'felicità', in alcune parti del cervello di chi ha MCI, possono avere un ruolo nei problemi di memoria che includono il morbo di Alzheimer (MA).

I risultati, pubblicati online il 13 settembre sul Journal of Alzheimer's Disease, avvalorano le crescenti evidenze che nel cervello delle persone con MCI ci sono cambiamenti misurabili molto prima della diagnosi di MA, e possono offrire nuovi obiettivi per trattamenti atti a rallentare o fermare la progressione della malattia.

“Lo studio mostra che già le persone con MCI mostrano perdita del trasportatore della serotonina. Questo fatto, che riflette la degenerazione della serotonina, è associato a problemi con la memoria, anche quando si considerano le risonanze magnetiche del nostro modello statistico di neurodegenerazione e le scansioni PET della proteina amiloide che sono associate al MA", afferma Gwenn Smith PhD, prof.ssa di psichiatria e scienze comportamentali alla Johns Hopkins University.

L'MCI è uno stadio diagnostico tra la funzione cerebrale normale nell'invecchiamento e il MA. I suoi sintomi includono dimenticanza frequente di eventi recenti, difficoltà a trovare le parole e perdita del senso dell'olfatto. Quelli con MCI possono rimanere in questa fase a tempo indeterminato o progredire verso forme più gravi di deficit cognitivo, rendendo urgente cercare marcatori predittivi e possibili interventi di prevenzione precoce, affermano gli autori.

I ricercatori avvertono che il loro studio mostra una correlazione tra livelli più bassi del trasportatore di serotonina e problemi di memoria nell'MCI, ma non è stato progettato per scoprire la causalità o il ruolo della serotonina nella progressione dall'MCI al MA. Per rispondere a queste domande, sono necessarie ulteriori ricerche per studiare nel tempo controlli sani e individui con MCI, e dimostrare il ruolo della serotonina nella progressione della malattia.

Per lo studio, gli scienziati della Hopkins hanno reclutato 49 volontari con MCI e 45 coetanei sani over-55 che hanno avuto una risonanza magnetica per misurare i cambiamenti nella struttura cerebrale e due scansioni a tomografia a emissione di positroni (PET) del loro cervello alla Johns Hopkins tra il 2009 e il 2022.

Il team di ricerca ha usato le scansioni PET per esaminare specificamente il trasportatore della serotonina, un neurotrasmettitore, o prodotto chimico cerebrale, da tempo associato all'umore positivo, all'appetito e al sonno, e osservare la distribuzione della proteina amiloide-beta (Aβ) nel cervello. Si pensa che l'Aβ abbia un ruolo centrale nella patologia del MA.

Gli studi sui topi condotti alla Johns Hopkins hanno dimostrato che la degenerazione della serotonina si verifica prima dello sviluppo di depositi di Aβ diffusi nel cervello. La perdita di serotonina è spesso associata a depressione, ansia e disturbi psicologici.

I ricercatori hanno scoperto che i pazienti con MCI avevano livelli più bassi del trasportatore di serotonina e livelli più elevati di Aβ rispetto ai controlli sani. I pazienti di MCI avevano livelli di trasportatore di serotonina fino al 25% inferiori nelle regioni corticali e limbiche rispetto ai controlli sani. In particolare, riferiscono, livelli più bassi di trasportatore di serotonina sono stati trovati nelle regioni corticali, limbiche e subcorticali del cervello in chi aveva MCI, aree specificamente responsabili della funzione esecutiva, delle emozioni e della memoria.

"La correlazione che abbiamo osservato tra trasportatori di serotonina più bassi e problemi di memoria nell'MCI è importante perché potremmo aver identificato una sostanza chimica del cervello che possiamo preparare in sicurezza, e che può migliorare i deficit cognitivi e, potenzialmente, i sintomi depressivi", afferma la Smith. “Se si potesse dimostrare che la perdita di serotonina nel tempo è direttamente coinvolta nella transizione da MCI a MA, i farmaci antidepressivi sviluppati di recente possono essere un modo efficace per migliorare i deficit di memoria e i sintomi depressivi e quindi possono essere un modo potente per rallentare la progressione della malattia".

I ricercatori affermano che i loro studi futuri includono seguire  nel tempo i partecipanti con MCI per confrontare la degenerazione della serotonina con l'aumento dei livelli di Aβ, nonché l'aumento dei livelli della proteina tau che è associata al MA rispetto agli adulti sani. Stanno anche studiando farmaci antidepressivi multimodali per trattare i deficit di depressione e memoria nella speranza di mitigare e bloccare i sintomi.

 

 

 


Fonte: Johns Hopkins Medicine (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: GS Smith, [+14], JM Leoutsakos. Serotonin Degeneration and Amyloid-β Deposition in Mild Cognitive Impairment: Relationship to Cognitive Deficits. J Alz Dis, 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)