Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Prevenire l'Alzheimer con indizi da donna geneticamente predisposta, ma senza la malattia

Rompere Il legame tra le fasi precoci e quele tardive della malattia può prevenire la demenza

Il morbo di Alzheimer (MA) colpisce da generazioni una grande famiglia colombiana, abbattendo la metà dei suoi membri nel pieno della vita. Ma una donna appartenente a quella famiglia sta scampando a ciò che sembrava il suo destino: nonostante abbia ereditato il difetto genetico che causa lo sviluppo della demenza nei suoi parenti, è rimasta cognitivamente sana fino a dopo i 70 anni.

I ricercatori della Washington University di St. Louis ora pensano di sapere perché. Uno studio precedente aveva riferito che, a differenza dei suoi parenti, la donna era portatrice di 2 copie di una rara variante del gene ApoE chiamata 'mutazione Christchurch'.

In questo studio, i ricercatori hanno usato topi geneticamente modificati per dimostrare che la mutazione Christchurch interrompe il legame tra la fase iniziale del MA (quando la proteina chiamata amiloide-beta si accumula nel cervello) e la fase successiva (quando si accumula un'altra proteina chiamata tau) e inizia il declino cognitivo.

Quindi la donna è rimasta mentalmente acuta per decenni, anche se il suo cervello aveva enormi quantità di amiloide. I risultati, pubblicati l'11 dicembre su Cell, suggeriscono un nuovo approccio alla prevenzione della demenza di MA.

"Qualsiasi fattore protettivo è molto interessante, perché ci dà nuovi indizi su come funziona la malattia", ha dichiarato l'autore senior David M. Holtzman MD, professore illustre di neurologia. “Man mano che le persone invecchiano, molti iniziano ad accumulare un po' di amiloide nel cervello. Inizialmente, rimangono cognitivamente normali. Tuttavia, dopo molti anni la deposizione amiloide inizia a portare all'accumulo della proteina tau. Quando ciò accade, presto ne deriva un deterioramento cognitivo. Se riuscissimo a trovare un modo per imitare gli effetti della mutazione ApoE Christchurch, potremmo indurre le persone che sono già sulla strada della demenza di MA di abbandonarla".

Il MA si sviluppa per circa 30 anni, i primi due decenni circa sono silenziosi: l'amiloide si accumula lentamente nel cervello senza causare effetti negativi. Quando i suoi livelli raggiungono un punto di svolta, tuttavia, danno il via alla seconda fase, che coinvolge più processi distruttivi integrati: la proteina tau forma grovigli che si diffondono nel cervello, il metabolismo cerebrale rallenta, il cervello stesso inizia a restringersi, e le persone iniziano ad avere problemi di memoria e pensiero. La malattia segue questo modello nelle persone con forme sia genetiche che nongenetiche di MA.

I membri della famiglia colombiana sono portatori di una mutazione in un gene chiamato presenilina-1 che fa sì che il loro cervello accumuli troppa amiloide a partire dai 20 anni. Ciò avviene così rapidamente da raggiungere il punto di svolta e iniziare a mostrare segni di declino cognitivo in mezza età. Una rara eccezione è una donna che aveva più amiloide nel cervello dopo i 70 anni che i suoi parenti a 40 anni, ma solo segni molto minimi di lesioni cerebrali e compromissione cognitiva.

"Una delle domande più grandi senza risposta nel campo del MA è il motivo per cui l'accumulo di amiloide porta alla patologia tau", ha detto Holtzman. “Questa donna era molto, molto insolita in quanto aveva una patologia amiloide ma non molta tau e solo sintomi cognitivi molto lievi che sono apparsi tardi. Questo ci ha suggerito che potrebbe darci indizi su questo legame tra amiloide e tau".

Uno studio del 2019 aveva rivelato che, insieme a una mutazione nella presenilina-1, la donna aveva anche la mutazione Christchurch in entrambe le copie del gene ApoE, un altro gene associato al MA. Ma essendo la sola persona al mondo nota per avere questa particolare combinazione di mutazioni genetiche, non c'erano abbastanza dati per dimostrare che la mutazione Christchurch determinava la sua notevole resistenza al MA e non era una mera coincidenza.

Per risolvere questo puzzle, Holtzman e il primo autore Yun Chen, si sono rivolti a topi geneticamente modificati, predisposti alla produzione in eccesso di amiloide e li hanno modificati per portare il gene ApoE umano con la mutazione Christchurch. Hanno quindi iniettato un po' di tau umana nel loro cervello, che di norma, essendo già pieno di amiloide, scatena un processo patologico in cui la tau si raccoglie in aggregati nel sito di iniezione, seguito dalla diffusione di tali aggregati ad altre parti del cervello.

Non era così nei topi con la mutazione Christchurch. Proprio come la donna colombiana, i topi hanno sviluppato meno patologia tau nonostante ampie placche amiloidi. I ricercatori hanno scoperto che la differenza chiave era nei livelli di attività delle microglia, le cellule che puliscono i rifiuti del cervello. Le microglia tendono a raggrupparsi attorno alle placche amiloidi. Nei topi con la mutazione Christchurch ApoE, le microglia che circondano le placche amiloidi erano molto attive e iperefficienti nel consumare e smaltire gli aggregati di tau.

"Queste microglia stanno assorbendo la tau e degradandola prima che la patologia tau possa diffondersi efficacemente alla cellula successiva", ha detto Holtzman. “Ciò ha bloccato gran parte del processo a valle; senza la patologia tau, non insorge neurodegenerazione, atrofia e problemi cognitivi. Se potessimo imitare l'effetto della mutazione, potremmo rendere innocuo l'accumulo di amiloide, o almeno molto meno dannoso, e proteggere le persone dallo sviluppo di deterioramento cognitivo".

 

 

 


Fonte: Tamara Bhandari in Washington University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Y Chen, [+14], DM Holtzman. APOE3ch alters microglial response and suppresses Aβ-induced tau seeding and spread. Cell, 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)