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Scoperta proteina nel cervello legata alla demenza frontotemporale

Bernardino GhettiBernardino Ghetti MD, professore distinto alla IU, studia demenze neurodegenerative da 50 anni.

Con uno studio pubblicato su Nature, un team internazionale di ricercatori che comprendeva esperti della Indiana University, ha scoperto una proteina nel cervello di persone con demenza frontotemporale (FTD), delineando un nuovo obiettivo per potenziali trattamenti della malattia.

Secondo i National Institutes of Health, la FTD deriva da un danno ai neuroni nei lobi frontali e temporali del cervello. Le persone con questo tipo di demenza presentano dei sintomi, in genere tra i 25 e i 65 anni, come comportamenti insoliti, problemi emotivi, difficoltà a comunicare, difficoltà con il lavoro o in alcuni casi difficoltà a camminare.

I disturbi neurodegenerativi, che comprendono le demenze e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA), insorgono quando proteine specifiche formano filamenti amiloidi nelle cellule nervose del cervello e del midollo spinale. Il team multidisciplinare di ricercatori ha scoperto che in casi di FTD, una proteina chiamata TAF15 forma questi filamenti amiloidi nelle cellule del cervello e del midollo spinale.

Bernardino Ghetti MD è professore distinto della Facoltà di Medicina della IU e studia le demenze neurodegenerative da 50 anni. Come responsabile neuropatologo del progetto, Ghetti e il suo team hanno studiato gli aggregati proteici nei cervelli donati da 4 persone che avevano demenza frontotemporale e debolezza motoria.

Insieme ai colleghi britannici, i ricercatori dell'IU hanno usato tecniche neuropatologiche e molecolari e la microscopia crioelettronica di avanguardia (cryo-EM) con risoluzione atomica per scoprire la presenza dei filamenti amiloidi composti di proteine TAF15 in diverse aree cerebrali. Da notare pure che l'amiloide TAF15 colpisce anche le cellule nervose del sistema motorio.

"Questa scoperta rappresenta una svolta importante che riconosce la TAF15 come potenziale obiettivo per lo sviluppo di strategie diagnostiche e terapeutiche contro una forma meno nota di degenerazione lobare frontotemporale associata alla demenza frontotemporale", ha affermato Ghetti.

 

 

 


Fonte: Indiana University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: S Tetter, [+10], B Ghetti. TAF15 amyloid filaments in frontotemporal lobar degeneration. Nature, 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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