Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Come la restrizione dietetica rallenta l'invecchiamento del cervello e allunga la vita

Il meccanismo fornisce potenziali obiettivi terapeutici per rallentare le malattie neurodegenerative legate all'età e l'invecchiamento.

Sappiamo che limitare le calorie migliora la salute e aumenta la durata della vita, ma gran parte del modo in cui lo fa rimane un mistero, soprattutto come protegge il cervello. Scienziati del Buck Institute di Novato (California) hanno scoperto il ruolo di un gene chiamato OXR1 che è necessario per l'allungamento della vita osservato con la restrizione dietetica ed è essenziale per invecchiare con un cervello sano.

"Quando le persone limitano la quantità di cibo che mangiano, in genere pensano che questo influenzi il loro tratto digestivo o l'accumulo di grassi, ma non necessariamente che influisca sul cervello", ha affermato Kenneth Wilson PhD, postdottorato del Buck e primo autore dello studio, pubblicato l'11 gennaio 2024 su Nature Communications. "Si è invece scoperto che questo è un gene importante nel cervello".

Il team ha inoltre dimostrato il meccanismo cellulare dettagliato che permette alla restrizione dietetica di ritardare l'invecchiamento e rallentare la progressione delle malattie neurodegenerative. Il lavoro, svolto nei moscerini della frutta e nelle cellule umane, identifica anche potenziali bersagli terapeutici per rallentare l'invecchiamento e le malattie neurodegenerative legate all'età.

"Abbiamo trovato una risposta neurone-specifica che media la neuroprotezione della restrizione dietetica", ha affermato il professor Pankaj Kapahi PhD, coautore senior dello studio. "Strategie come il digiuno intermittente o la restrizione calorica, che limitano i nutrienti, possono migliorare i livelli di questo gene mediando i suoi effetti protettivi".

"Il gene è un importante fattore di resilienza cerebrale che protegge dall'invecchiamento e dalle malattie neurologiche", ha affermato la prof.ssa Lisa Ellerby PhD, coautrice senior dello studio.

 

Capire la variabilità in risposta alla restrizione dietetica

In precedenza i membri del team avevano dimostrato i meccanismi che allungano la vita e migliorano la longevità in salute con la restrizione dietetica, ma c'è così tanta variabilità in risposta alle calorie ridotte tra gli individui e i diversi tessuti, che è chiaro che sono ancora molti i processi in gioco da scoprire. Questo progetto è partito per capire perché persone diverse rispondono alle diete in modo diverso.

Il team ha iniziato scansionando circa 200 ceppi di moscerini di diversi ambiti genetici. I moscerini sono stati allevati con due diete diverse, normale o con restrizione dietetica, che era solo il 10% della nutrizione normale. I ricercatori hanno identificato 5 geni con varianti specifiche che hanno influenzato in modo significativo la longevità nella restrizione dietetica. Di questi, due hanno un corrispondente nella genetica umana.

Il team ha scelto un gene da esplorare accuratamente, chiamato mustard (mtd) nei moscerini della frutta e Oxidation Resistance 1 (OXR1) nell'uomo e nei topi. Il gene protegge le cellule dai danni ossidativi, ma il meccanismo del suo funzionamento non era chiaro. La perdita di OXR1 nell'uomo provoca gravi difetti neurologici e morte prematura. Nei topi, l'aggiunta di OXR1 migliora la sopravvivenza in un modello di sclerosi laterale amiotrofica (SLA).

 

Legame tra invecchiamento cerebrale, neurodegenerazione e longevità

Per capire come un gene che è attivo nei neuroni influisce sulla durata generale della vita, il team ha fatto una serie di test approfonditi. Ha scoperto che l'OXR1 influenza un complesso chiamato retromer, che è un insieme di proteine necessarie per il riciclaggio di proteine e lipidi cellulari.

"Il retromer è un meccanismo importante nei neuroni perché determina il destino di tutte le proteine che vengono portate nella cellula", ha detto Wilson. "La disfunzione del retromer è stata associata a malattie neurodegenerative legate all'età che sono protette dalla restrizione dietetica, in particolare Alzheimer e Parkinson".

Nel complesso, le scoperte del team raccontano la storia di come la restrizione dietetica rallenta l'invecchiamento cerebrale attraverso l'azione di mtd/OXR1 nel mantenere il retromer.

"Questo lavoro mostra che il percorso retromer, che è coinvolto nel riuso delle proteine cellulari, ha un ruolo chiave nella protezione dei neuroni quando i nutrienti sono limitati", ha affermato Kapahi.

Il team ha scoperto che mtd/OXR1 preserva la funzione del retromer ed è necessario per la funzione neuronale, per l'invecchiamento cerebrale sano e per l'allungamento della vita osservata con le restrizioni dietetiche.

“La tua alimentazione influenza questo gene. Nel mangiare meno, stai effettivamente migliorando questo meccanismo di proteine che viene ordinato correttamente nelle tue cellule, perché le tue cellule stanno migliorando l'espressione di OXR1", ha detto Wilson.

Il team ha anche scoperto che aumentare l'mtd nei moscerini li ha fatti vivere più a lungo, portando i ricercatori a ipotizzare che una maggiore espressione di OXR1 potrebbe aiutare ad estendere la durata della vita.

"Il nostro prossimo passo è identificare composti specifici che aumentano i livelli di OXR1 durante l'invecchiamento per ritardare l'invecchiamento del cervello", ha affermato Ellerby.

"Speriamo che da questo possiamo avere un'idea migliore del perché il nostro cervello inizia a degenerare", ha detto Wilson. "La dieta influisce su tutti i processi nel corpo. Penso che questo lavoro supporti gli sforzi per seguire una dieta sana, perché ciò che mangi ti influenzerà più di quanto immagini".

 

 

 


Fonte: Buck Institute for Research on Aging (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: KA Wilson, [+22], P Kapahi. OXR1 maintains the retromer to delay brain aging under dietary restriction. Nature Comm., 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

Notizie da non perdere

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.