Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Che ruolo ha il microbioma intestinale sulla maggiore prevalenza di Alzheimer nelle donne?

Due nuovi studi dell'Università di Chicago hanno indagato su ruoli del microbioma intestinale e degli estrogeni nei diversi tassi di malattia.

microbiome

Secondo l'Alzheimer's Association, quasi i due terzi degli americani con morbo di Alzheimer (MA) sono donne. Sebbene una parte di questa discrepanza possa essere attribuita alla maggiore longevità media delle donne, i ricercatori credono che siano in gioco anche altri fattori.


Una coppia di nuovi studi usciti dall'Università di Chicago ha esplorato le differenze nello sviluppo dei sintomi simili al MA nei topi maschi e femmine. Uno studio ha riscontrato differenze di genere nella risposta a un farmaco di MA approvato di recente; l'altro ha esaminato l'impatto degli estrogeni, un ormone riproduttivo, su due sintomi specifici della malattia.


I risultati suggeriscono che gli estrogeni probabilmente hanno un ruolo nella formazione del MA, in una qualche combinazione con il microbioma intestinale, ma rimane da chiarire come, in dettaglio. I ricercatori sperano, tuttavia, che la ricerca fornisca indizi che un giorno potrebbero aiutare a sviluppare trattamenti.

 

Indizi che puntano al microbioma

Il MA è caratterizzato da placche formati dalla proteina amiloide-beta che si accumulano nel cervello, nonché dall'infiammazione di alcune cellule immunitarie chiamate microglia. Per comprendere meglio la malattia e come funziona, i ricercatori hanno eseguito test su topi progettati per sviluppare questi marcatori di MA.


I ricercatori sospettavano che il microbioma intestinale avesse un ruolo nel MA, ma non è compreso del tutto. Nel 2019, un team di ricerca guidato da Sangram Sisodia, professore di neurobiologia della UChicago, ha scoperto che trattando i topi con antibiotici per spazzare via il microbioma intestinale, i topi maschi hanno sviluppato meno marcatori di MA, ma sorprendentemente, lo stesso non si è verificato nei topi femmina.


Un nuovo studio, pubblicato su Scientific Reports, ha studiato queste differenze più direttamente. Lavorando con il Centro Microbioma della UChicago, la post-dottorato e prima autrice Piyali Saha voleva capire perché le femmine dei topi non presentavano riduzioni del MA dopo essere state trattate con gli antibiotici. Saha si chiedeva se i livelli di estrogeni circolanti potessero essere la ragione.


Ha quindi trattato topi a rischio di MA con antibiotici e ha visto che i livelli di estrogeni sono aumentati di tre volte nei topi femmina. Ha quindi condotto una seconda serie di esperimenti rimuovendo le ovaie dei topi femmina quando avevano solo poche settimane, bloccando effettivamente la produzione di estrogeni. Questa procedura ha ridotto i marcatori di MA.


In un 3° esperimento, ha dato ai topi senza ovaie dell'estradiolo nell'acqua potabile per ripristinare i livelli di estrogeni. Quando lo ha fatto, sono aumentati i marcatori di MA. La composizione del microbioma intestinale variava significativamente tra i topi sottoposti a ovariectomia (quelli che successivamente hanno ricevuto estradiolo) e i gruppi di controllo.


“Questo era inaspettato; non avevo idea che manipolare i livelli di estrogeni avrebbe cambiato le cose così drasticamente", ha detto Sisodia. "Gli estrogeni sembrano essere il motore dei cambiamenti che vediamo nella patologia di MA, ma sappiamo anche che il microbioma sta cambiando. Quindi, c'è questa interazione tra i due".


La scoperta può confutare le pratiche di lunga data con l'uso della terapia ormonale sostitutiva per ripristinare i livelli di estrogeni nelle donne in postmenopausa, e aiutare a prevenire il declino cognitivo, una strategia messa in discussione anche da altri studi epidemiologici recenti. Ad esempio, uno studio su larga scala con oltre 20.000 donne in Danimarca dal 2000 al 2018 ha mostrato che le donne che avevano avuto la terapia di sostituzione degli estrogeni avevano un rischio più elevato di MA e altre demenze rispetto a quelle che non hanno ricevuto questo trattamento.


"Questa evidenza suggerisce che la terapia sostitutiva degli estrogeni non è la cosa giusta da fare", ha detto Sisodia. “Vediamo in questo studio che i livelli di estrogeni hanno sempre un impatto sulla deposizione di amiloide. Se togli la fonte di estrogeni nei topi in una fase molto precoce, la deposizione di amiloide scompare. È piuttosto notevole".


Sisodia ha sottolineato che c'è ancora molto da imparare sulla catena di eventi che porta dai livelli di estrogeni ai cambiamenti nel microbioma intestinale e ai cambiamenti nella deposizione di amiloide. È possibile che gli estrogeni influenzino la composizione e l'abbondanza di alcuni tipi di batteri, che a loro volta cambia i metaboliti e gli enzimi che producono, incidendo ulteriormente sulla funzione cerebrale.


Anche i tempi sono importanti, perché una volta che i sintomi di MA diventano evidenti, è troppo tardi per invertire il danno. Il blocco completo della produzione di estrogeni nelle donne non è una soluzione, ma gli indizi di questi studi suggeriscono possibili passi intermedi.


"Se riuscissimo a identificare alcune molecole obiettivo che sono coinvolte in questa cascata biologica del metabolismo degli estrogeni, forse potremmo sviluppare una sorta di medicina per mitigare gli effetti", ha detto Sisodia. "Penso che sia potenzialmente una grande strada terapeutica, almeno per il 50% della popolazione".

 

Un puzzle farmaceutico

Nel secondo studio, pubblicato su Molecular Neurodegeneration, Sisodia e i suoi colleghi hanno testato gli effetti di un nuovo farmaco chiamato oligomannato di sodio (GV-971) sulla formazione di depositi di amiloide e di neuroinfiammazione. Originariamente derivato da alghe marroni della società farmaceutica cinese Shanghai Green Valley Pharmaceuticals, il composto è stato testato in un esperimento clinico di fase III in Cina ed è ora clinicamente approvato per i pazienti con MA.


Quando Sisodia e il suo team hanno testato il GV-971 sui topi predisposti al MA, hanno visto un calo significativo nei depositi di amiloide, anche alle dosi più basse, e una riduzione dei marcatori infiammatori nelle microglia, ma questi cambiamenti sono avvenuti solo negli animali maschi. Hanno anche notato cambiamenti significativi nella composizione e nell'abbondanza di diversi tipi di batteri intestinali nei topi maschi, ma meno cambiamenti nel microbioma dei topi femmina.


Sisodia ha affermato che sono necessari ulteriori studi per comprendere i collegamenti tra GV-971, il microbioma, la deposizione amiloide e l'infiammazione, introducendo o rimuovendo questi batteri chiave e analizzando gli effetti dei metaboliti che producono.


“Come interagiscono quei percorsi? E in che modo ciò porta ai cambiamenti nella funzione cerebrale? Questo è ancora tutto da determinare", ha detto.

 

 

 


Fonte: Matt Wood in University of Chicago (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:

  1. P Saha, [+12], SS Sisodia. Early modulation of the gut microbiome by female sex hormones alters amyloid pathology and microglial function. Sci Rep, Jan 2024, DOI
  2. EB Bosch, [+21], SS Sisodia. Sodium oligomannate alters gut microbiota, reduces cerebral amyloidosis, and reactive microglia in a sex-specific manner. Mol Degen, Feb 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.