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Il modo migliore per conservare i ricordi? Dipende dal contenuto

Nuovi esperimenti di psicologi dell'Università di Pittsburgh e della Temple University suggeriscono che variare ciò che studiamo e spaziare l'apprendimento nel tempo possono essere azioni utili per mantenere i ricordi; dipende semplicemente da ciò che stiamo cercando di ricordare. Il lavoro, pubblicato su PNAS, fornisce nuove informazioni su come apprendiamo e ricordiamo le nostre esperienze nel mondo reale.


"Molte ricerche precedenti hanno dimostrato che l'apprendimento e la memoria sono migliori se spaziamo lo studio", ha affermato Benjamin Rottman, professore associato di psicologia e direttore del laboratorio Causal Learning and Decision-Making della Pitt. “Ad esempio, se concentri lo studio la sera prima di un esame, potresti ricordare le informazioni il giorno successivo per il test, ma probabilmente le dimenticherai abbastanza presto. Al contrario, se studi il materiale in diversi giorni che precedono il test, avrai maggiori probabilità di ricordarlo per un periodo di tempo più lungo".


Questo 'effetto di spaziatura' è uno dei risultati più replicati nella ricerca psicologica, ma gran parte di quel lavoro si è basato sull'idea che ciò che stai cercando di imparare si ripete in modo identico ogni volta. Eppure questo raramente avviene nella vita reale, quando alcune caratteristiche delle nostre esperienze possono rimanere le stesse mentre altre è probabile che cambino.


Ad esempio, immagina di andare ripetutamente al tuo bar preferito. Potresti vedere gli stessi tavoli, sedili e decorazioni, ma potrebbe servirti un nuovo barista. Non è chiaro se l'effetto di spaziatura funzionerebbe allo stesso modo di fronte a tali cambiamenti. In due esperimenti, i ricercatori hanno chiesto ai partecipanti di studiare ripetutamente coppie di oggetti e scene che erano identiche a ogni ripetizione oppure in cui l'oggetto era invariato ma la scena cambiava ogni volta.


Uno degli esperimenti chiedeva ai partecipanti di apprendere questi accoppiamenti e quindi di testare la loro memoria tramite i loro smartphone, un approccio insolito per l'apprendimento e la ricerca sulla memoria. Ciò ha permesso ai ricercatori di chiedere ai partecipanti di memorizzare le coppie in vari momenti della giornata in 24 ore, rappresentando in modo più accurato il modo in cui le persone apprendono effettivamente le informazioni, rispetto agli esperimenti di laboratorio precedenti. Nel secondo esperimento, i ricercatori hanno raccolto dati online in un'unica sessione.


L'impostazione ha permesso al team di studiare gli effetti della memorizzazione sia su diverse scale temporali che per il contenuto di ciò che viene memorizzato, ha spiegato Emily Cowan, prima autrice dello studio, post-dottorato alla Temple:

"Con questo, siamo stati in grado di analizzare in che modo la memoria è influenzata, sia da ciò che si sta apprendendo (che si tratti di una ripetizione esatta o con variazioni o cambiamenti) che quando viene appresa su ripetute opportunità di studio".


Come negli esperimenti precedenti, i ricercatori hanno scoperto che l'apprendimento distanziato ha aiutato i partecipanti a ricordare gli oggetti. Ma hanno anche scoperto che la memoria dei partecipanti era migliore per gli elementi che erano stati accoppiati con scene diverse rispetto agli elementi mostrati ripetutamente con la stessa scena. Ad esempio, se vuoi ricordare il nome di una nuova persona, può essere utile ripetere il nome, ma associandolo a informazioni diverse sulla persona.


Dall'altra parte, ha detto la Rottman, la stabilità sembrava aiutare il tipo di memoria che abbina oggetti e scene:

"La spaziatura ha beneficiato solo della memoria per le coppie che sono state ripetute esattamente, e solo se c'erano intervalli piuttosto lunghi, da ore a giorni, tra le opportunità di studio. Ad esempio, se stai cercando di ricordare il nome della nuova persona e qualcosa su di lei, come il cibo preferito, è più utile ripetere lo stesso accoppiamento esatto di cibo più volte con la spaziatura tra ciascuna ripetizione".


Gli esperimenti Pitt-Temple rappresentano la ricerca sulla memoria di base e quindi la ricerca potrebbe non essere necessariamente applicata ad alcuni tipi di compiti di memorizzazione del mondo reale.

"Essendo la memoria così sfumata, è difficile dare consigli chiari per cose come studiare per un esame, perché il tipo di materiale può essere molto diverso", ha detto Rottman. "Ma in teoria le nostre scoperte dovrebbero essere rilevanti per diversi tipi di compiti, come ricordare il nome di qualcuno e le cose su di lui, studiare per un esame e imparare nuove parole di una lingua straniera".


La Cowan ha concluso:

"Il nostro lavoro suggerisce che sia la variabilità che la spaziatura possono costituire metodi per migliorare la nostra memoria per caratteristiche isolate e informazioni associative, rispettivamente, sollevando importanti implicazioni per la ricerca futura, l'istruzione e la nostra vita quotidiana".

 

 

 


Fonte: Bruce Steele in University of Pittsburgh (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: ET Cowan, [+2], VP Murty. The effects of mnemonic variability and spacing on memory over multiple timescales. PNAS, 2024, DOI

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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