Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


30 anni di ricerca di Alzheimer: strategie preventive promettono calo del rischio, ma ancora nessuna cura

Un supplemento del Journal of Alzheimer's Disease celebra il 100° volume e fornisce una panoramica unica e approfondita dello stato dell'arte sul campo.

JAD cover

Per più di 30 anni, i ricercatori hanno identificato e quantificato i fattori genetici e di stile di vita del morbo di Alzheimer (MA) e di altre demenze. Nonostante una ricerca approfondita, i meccanismi fondamentali alla base di queste malattie neurodegenerative non sono ancora completamente chiari e un'efficace gestione del MA sta richiedendo più tempo del previsto.


C'è la necessità fondamentale di nuovi approcci per combattere questa malattia secolare. Un supplemento speciale che celebra il 100° volume del Journal of Alzheimer’s Disease (JAD) fornisce una panoramica unica e approfondita dello stato dell'arte nel settore.


L'invecchiamento è associato a un declino graduale della stabilità cellulare, che porta a una diminuzione della salute generale. Nel cervello, questo processo è strettamente legato ad un aumento del rischio di malattie neurodegenerative, incluso il MA. Comprendere i meccanismi dell'invecchiamento cerebrale è cruciale per sviluppare strategie volte a migliorare sia la longevità che la vita sana.


Recenti progressi nella geroscienza, lo studio della relazione tra invecchiamento e malattie legate all'età, hanno iniziato a ridefinire la nostra comprensione del MA, guidando lo sviluppo di strategie mediche preventive che puntano il processo di invecchiamento stesso, piuttosto che affrontare semplicemente le manifestazioni sintomatiche della malattia.


Un editoriale di Virginia Boccardi MD/PhD, dell'Università di Perugia, e colleghi, presenta i seguenti interventi di stile di vita modificabili che potrebbero influenzare la progressione della malattia o mitigare i suoi fattori di rischio:

  • dieta sana - un'alimentazione nutriente è fondamentale per mantenere la salute del cervello;
  • esercizio fisico regolare - in particolare attività aerobiche come cammino veloce per 40 minuti 3 volte alla settimana:
  • impegno sociale - l'isolamento sociale prolungato può peggiorare la salute neurologica e aumentare il rischio di demenza;
  • sonno di qualità - le rotture dei modelli di sonno possono aumentare le proteine ​​cerebrali legate al MA;
  • gestione dello stress - lo stress cronico è associato ad un aumento del rischio di compromissione cognitiva;
  • stimolazione mentale - mantenere il cervello attivo aiuta a costruire riserva cognitiva e rafforza le connessioni neurali.

La dott.ssa Boccardi avverte: "Sebbene la prevenzione con lo stile di vita prometta di ridurre il rischio di demenza, non possiamo trascurare le sfide pratiche di raggiungere e sostenere il cambiamento di comportamento, in particolare tra le popolazioni ad alto rischio".


"Per più di 30 anni, i ricercatori hanno identificato e quantificato i fattori genetici e di stile di vita del MA e di altre demenze"
, aggiunge William B. Grant PhD, del Sunlight, Nutrition e Health Research Center di San Francisco in una revisione della letteratura. "La genetica ha un ruolo importante nel rischio di MA. Ma anche molte scelte di vita hanno un ruolo. Si potrebbe dire che la genetica carica la pistola e lo stile di vita / nutrizione preme il grilletto".


Il supplemento si concentra anche su altri approcci per raggiungere la riduzione e la prevenzione del rischio:

  • Jürgen Götz PhD dell'Università del Queensland di Brisbane e i colleghi, illustrano in dettaglio l'uso della neuromodulazione per migliorare la connettività neuronale e attivare la plasticità, nonché altri meccanismi che mediano la resilienza e la compensazione neurale.

  • Gary W. Arendash PhD, dell'RF Longevity di Phoenix e di NeuroEM Therapeutics di Tampa e i colleghi, presentano i risultati del primo studio clinico che valuta il 'fattore di crescita vascolare endoteliale' (VEGF, Vascular Endothelial Growth Factor) delle citochine sulla pulizia cerebrale di tau e amiloide-β (Aβ), fornendo prove del trattamento con onde transcranicaIl a radiofrequenza come terapia nuova e non invasiva che modula 'clinicamente' i livelli di VEGF all'interno e intorno ai vasi linfatici meningei, influenzando così il loro flusso e la conseguente rimozione di tossine come Aβ e tau dal cervello.


Il supplemento si concentra anche sulla valutazione del MA, sulla codifica genetica, sui fattori ambientali, sui sintomi, sulla progressione della malattia, sul trattamento e sugli studi clinici, sulla rilevazione precoce, usando approcci recentemente sviluppati come i biomarcatori, il benessere e gli esiti dei pazienti.

 

 

 


Fonte: IOS Press via AlphaGalileo (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)