Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Come può la lesione cerebrale traumatica essere collegata all'Alzheimer?

401 2024 2810Photo by cottonbro studio via pexels.com

Ogni anno, circa 2,5 milioni di persone soffrono di lesioni cerebrali traumatiche (TBI), che spesso aumentano il rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA) più avanti nella vita. Dei ricercatori guidati dalla Ohio State University hanno usato topi modello e tessuto cerebrale post mortem per studiare le basi molecolari che possono aumentare il rischio di MA dopo una TBI.


“A causa della prevalenza sia di TBI che di MA negli umani, è vitale capire il meccanismo molecolare che sottende la transizione da TBI a MA, e sviluppare in futuro terapie che riducono questo rischio”, ha dichiarato l'autore senior dello studio Hongjun 'Harry' Fu PhD, assistente professore di neuroscienze della Ohio State.


Con lo studio pubblicato su Acta Neuropatologica, i ricercatori hanno scoperto che la TBI aumenta la tau iperfosforilata, l'astrogliosi e la microgliosi, la disfunzione sinaptica e il deterioramento cognitivo legato allo sviluppo del MA. Inoltre, hanno scoperto che la sotto-regolazione di BAG3, una proteina coinvolta nell'eliminazione delle proteine ​​attraverso il percorso autofagia-lisosoma, contribuisce all'accumulo di tau iperfosforilata nei neuroni e negli oligodendrociti dopo la TBI, nei topi modello e nel tessuto cerebrale post-mortem con una storia di TBI.


Usando una approccio basato su AAV (=Virus Adeno-Associato) per sovra-esprimere BAG3 nei neuroni, hanno scoperto che la sovra-espressione di BAG3 migliora l'iperfosforilazione di tau, la disfunzione sinaptica e i deficit cognitivi, probabilmente attraverso il miglioramento della via autofagia-lisosoma.


"Sulla base delle nostre scoperte, riteniamo che puntare la BAG3 neuronale possa essere una strategia terapeutica per prevenire o ridurre la patologia di tipo MA", ha affermato il primo autore dello studio Nicholas Sweeney, assistente di ricerca sulle neuroscienze della Ohio State.


Questo lavoro si basa su precedenti ricerche del team che avevano identificato la BAG3 come un gene centrale che controlla l'omeostasi della tau, nel tessuto post-mortem umano sano. Pertanto, la BAG3 può essere un fattore che contribuisce alla vulnerabilità cellulare e regionale alla patologia tau nel MA, ha affermato la prima coautrice Tae Yeon Kim, dottoranda del programma di scienze biomediche della Ohio State.


"Dato che le ricerche precedenti su tessuto umano e topi modello hanno mostrato che la patologia tau aumenta dopo una TBI, ci siamo chiesti se la BAG3 potesse essere un fattore che contribuisce all'accumulo di tau dopo la TBI", ha detto Fu. "In effetti, abbiamo scoperto che la disfunzione di BAG3 contribuisce alla rottura dei meccanismi di eliminazione delle proteine, ​che si traduce nell'accumulo di tau nei topi modello e nel tessuto post mortem umano con TBI e MA".


La ricerca futura cercherà di convalidare la relazione tra TBI, BAG3, patologia tau, gliosi e neurodegenerazione usando un nuovo modello di TBI chiamato Closed Head Induced Model of Engineered Rotational Acceleration (CHIMERA), che imita le condizioni TBI più comuni nell'uomo, ha affermato Fu.


"Studi futuri ci consentiranno di comprendere ulteriormente come TBI e MA sono biologicamente legati e sviluppare nuove terapie che possono ridurre il rischio di sviluppare il MA dopo una TBI", ha affermato Fu.

 

 

 


Fonte: Ohio State University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: N Sweeney, [+22], Hongjun Fu. Neuronal BAG3 attenuates tau hyperphosphorylation, synaptic dysfunction, and cognitive deficits induced by traumatic brain injury via the regulation of autophagy-lysosome pathway. Acta Neuropathol, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)