Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Apnea notturna contribuisce alla demenza negli anziani, in particolare nelle donne

Uno studio svolto all'Università del Michigan, ha trovato che le donne con apnea notturna, nota o sospetta, avevano maggiori probabilità degli uomini di avere sintomi o una diagnosi di demenza a qualsiasi età.

sleep apnea 7556636 by Kampus on pexelsPhoto by Kampus Production via pexels.com

Un disturbo del sonno comune, ma sotto diagnosticato, contribuisce allo sviluppo della demenza negli adulti, in particolare nelle donne, secondo uno studio svolto alla Università del Michigan. Gli investigatori lo hanno scoperto esaminando il sondaggio e gli esami cognitivi di oltre 18.500 adulti, per determinare il potenziale effetto dell'apnea del sonno ostruttiva, nota o sospetta, sul rischio di demenza.


L'apnea ostruttiva del sonno è un disturbo cronico del sonno caratterizzato da episodi di sonno interrotto o limitato mentre si dorme. Per tutti gli over-50, avere l'apnea ostruttiva del sonno nota, o i suoi sintomi (poiché le persone spesso non sanno di avere il problema), si è associato a maggiori possibilità di avere segni o diagnosi di demenza negli anni successivi.


Mentre la differenza complessiva nelle diagnosi di demenza non è mai salita al di sopra del 5%, l'associazione è rimasta statisticamente significativa anche dopo che i ricercatori hanno considerato molti altri fattori che possono influire sul rischio di demenza, come razza e istruzione.


Ad ogni livello di età, le donne con apnea notturna nota o sospetta avevano maggiori probabilità degli uomini di ricevere la diagnosi di demenza. In effetti, il tasso di diagnosi di demenza è diminuito tra gli uomini ed è cresciuto per le donne mentre invecchiavano. I risultati sono pubblicati su Sleep Advances.


"I nostri risultati offrono nuove informazioni sul ruolo di un disturbo del sonno curabile sulla salute cognitiva a lungo termine a livello di popolazione, sia per le donne che per gli uomini", ha affermato la prima autrice Tiffany J. Braley MD/MS, neurologa, direttrice della Divisione Sclerosi Multipla / Neuroimmunologia e cofondatrice della Clinica Multidisciplinare per Fatica e Sonno dell'Università del Michigan.


Le ragioni delle differenze specifiche per sesso nella diagnosi di demenza per stato di apnea notturna, affermano i ricercatori, non sono ancora note, e tuttavia essi ipotizzano diverse possibili spiegazioni. Le donne con apnea notturna moderata possono avere un rischio maggiore di malattie cardiovascolari e hanno maggiori probabilità di avere insonnia, entrambe con un possibile impatto negativo sulla funzione cognitiva.


"Gli estrogeni iniziano a diminuire mentre le donne passano alla menopausa, il che può influire sul loro cervello", ha affermato la coautrice Galit Levi Dunietz PhD/MPH, prof.ssa associata del Dipartimento di Neurologia e Divisione di Medicina del sonno dell'Università del Michigan. “Durante quel periodo, sono più inclini a cambiamenti di memoria, sonno e umore che possono portare al declino cognitivo. L'apnea notturna aumenta in modo significativo dopo la menopausa, ma rimane sottostimata. Abbiamo bisogno di altri studi epidemiologici per comprendere meglio come i disturbi del sonno nelle donne incidono sulla loro salute cognitiva".


A sei milioni di americani è stata diagnosticata ufficialmente l'apnea notturna, ma si ritiene che il disturbo colpisca più di 30 milioni di persone. In un rapporto del 2024, una Commissione Lancet ha identificato diversi fattori di rischio modificabili che insieme rappresentano circa il 40% della demenza globale.


Sebbene il sonno non sia stato incluso come fattore di rischio ufficiale, la Commissione ha osservato che l'apnea del sonno "potrebbe essere associata alla demenza" e che per le persone con il disturbo del sonno, alla valutazione sarebbe utile aggiungere domande sulla demenza. Altri fattori di rischio modificabili per la demenza includono malattie cardiovascolari e problemi di salute mentale, entrambi i quali possono essere esacerbati dall'apnea notturna non trattata.


"Questi danni potenziali causati dall'apnea notturna, molti dei quali minacciano le prestazioni e il declino cognitivo, evidenziano l'importanza della diagnosi e del trattamento precoci", ha affermato Braley. "L'apnea ostruttiva del sonno e la privazione e frammentazione del sonno risultanti sono associate anche a cambiamenti infiammatori nel cervello che possono contribuire alla compromissione cognitiva".


Lo studio ha usato i dati esistenti dello Health and Retirement Study, un sondaggio continuo rappresentativo degli americani over-50. Il coautore Ronald D. Chervin MD/MS, direttore della divisione di medicina del sonno nel Dipartimento di Neurologia della Michigan, ha affermato:


"Questo tipo di studio non può dimostrare pienamente che l'apnea notturna provoca la demenza, che probabilmente richiederebbe uno studio randomizzato, di molti anni, per confrontare gli effetti del trattamento dell'apnea notturna con gli effetti di nessun trattamento
.

“Poiché potrebbe passare molto tempo, ammesso che succeda, prima che sia eseguito un tale esperimento, una analisi retrospettiva come la nostra, su grandi insiemi di dati, può essere molto istruttiva per gli anni a venire.

"Nel frattempo, i risultati forniscono nuove prove che i medici e i pazienti, quando prendono decisioni sui test per l'apnea notturna e la trattano, dovrebbero considerare la possibilità che l'apnea notturna non trattata provochi o aggravi la demenza".

 

 

 


Fonte: Noah Fromson in University of Michigan (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: TJ Braley, [+6], K Shedden. Sex-specific dementia risk in known or suspected obstructive sleep apnea: A 10-year longitudinal population-based study. Sleep Advances, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.