Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Studio trova un nuovo legame tra cibo, depressione e Alzheimer

Una nuova ricerca ha dimostrato che la dieta potrebbe influenzare il rischio sia di depressione che di Alzheimer. Le prove suggeriscono che i sintomi depressivi sono sia un fattore di rischio dell'Alzheimer sia una reazione ai problemi precoci di memoria.

Seaweeds superfood

La ricercatrice della Edith Cowan University (ECU) di Perth / Australia, la dott.ssa Samantha Gardener, ha osservato che modelli dietetici salutari potenzialmente attenuano alcuni degli impatti che hanno i sintomi depressivi sulle alterazioni dei biomarcatori nel sangue collegati al morbo di Alzheimer (MA).


Questi biomarcatori sono molecole biologiche che si trovano nel sangue che possono essere misurate e usate per tracciare la progressione della malattia. I risultati forniscono contributi approfonditi alla comprensione delle interazioni tra dieta, sintomi depressivi e biomarcatori nel sangue correlati al MA.


"I fattori nutrizionali possono influire sulla salute del cervello attraverso infiammazione, stress ossidativo, funzione vascolare, neuroplasticità e attraverso l'asse intestino-cervello. Questi percorsi biologici possono influenzare i sistemi di neurotrasmettitori e la funzione neuronale, influendo in definitiva su umore e cognizione", ha affermato.


La dieta mediterranea, che consiste in un'abbondanza di cibi vegetali, olio d'oliva, cereali integrali e un'assunzione moderata di vino rosso, è stata inversamente correlata a ictus, depressione, compromissione cognitiva e MA. In confronto, una dieta tipicamente occidentale (=USA) che consiste in una quantità più elevata di cibi trasformati e zuccheri potrebbe comportare un aumento del declino di alcune funzioni cerebrali.


"La dieta mediterranea è piena di antiossidanti e flavonoidi e molti altri composti davvero interessanti che riducono l'infiammazione e lo stress ossidativo nel cervello, insieme ad acidi grassi sani che sono cruciali per l'apprendimento e la memoria", ha detto la dott.ssa Gardener. "È fondamentale notare che, mentre gli studi osservazionali forniscono preziose informazioni, sono necessari studi randomizzati controllati per studiare gli effetti di specifici interventi dietetici sulla depressione e la demenza dovuta al MA. Tali studi possono fornire prove più definitive sui potenziali benefici degli interventi dietetici che puntano a gestire queste condizioni".


Si stima che il MA colpisca circa 50 milioni di persone in tutto il mondo, che dovrebbero aumentare a 152 milioni entro il 2050. I costi annuali associati alla malattia e alle condizioni relative sono stimati in $ 909 miliardi all'anno, circa l'1% del prodotto interno lordo globale. In Australia, circa 3,7 miliardi di dollari vengono spesi ogni anno per diagnosi, trattamento e cura delle persone con demenza. Il dottorando dell'ECU Hilal Salim Said Suliman Al Shamsi ha affermato che la depressione è presente in circa il 50% delle persone con diagnosi di MA:

"Un'analisi longitudinale ha mostrato che il 40% degli anziani con diagnosi di depressione è passato al MA su un periodo mediano relativamente breve di 27 mesi. La stessa analisi ha rilevato che il rischio di progressione verso il MA era significativamente più elevato tra i pazienti che avevano avuto una storia attiva di depressione nei due anni precedenti, rispetto a quelli con una storia più remota di depressione".


Ad oggi, non ci sono misure curative specifiche note per il MA, ma la dott.ssa Gardener ha affermato che il ritardo dell'insorgenza può ridurre la prevalenza della malattia e il suo onere sulla sanità pubblica:

"La ricerca ha identificato 14 fattori di rischio modificabili che si ritiene rappresentino circa il 45% dei casi di demenza, in tutto il mondo. Di questi 14 fattori di rischio modificabili, cinque possono essere influenzati positivamente da una dieta sana, e includono ipertensione, obesità, assunzione di alcol e depressione. Altri fattori di rischio modificabili includono attività fisica e sonno sufficiente. Se potessimo affrontare tutte queste cose, si potrebbe teoricamente impedire quasi il 45% dei casi di demenza".

 

 

 


Fonte: Edith Cowan University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: HSS Al Shamsi, [+7], WMAD Binosha Fernando. The moderating effect of diet on the relationship between depressive symptoms and Alzheimer’s disease-related blood-based biomarkers. Neurobiology of Aging, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

I tuoi ricordi sono governati da timer nascosti nel tuo cervello

10.12.2025 | Ricerche

Uno dei compiti più essenziali del cervello è decidere quali esperienze immagazzinare co...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Come evitare che la demenza derubi i tuoi cari del loro senso di personalità, …

25.11.2025 | Esperienze & Opinioni

Ogni tre secondi, qualcuno nel mondo sviluppa la demenza; sono oltre 57 milioni di perso...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)