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Editing del DNA mitocondriale: una svolta nella lotta alle malattie neurodegenerative

Mitochondial DNA editing Hong et al Genes and DiseasesManipolare le 'soglie' con strumenti di editing genico mitocondriale. Fonte: Hong et al / Genes&Diseases

La modifica del DNA mitocondriale (mtDNA) è emersa come un approccio rivoluzionario nella lotta contro le malattie neurodegenerative (NDD). Dato che queste malattie continuano a gravare significativamente sui sistemi sanitari a livello globale, l'uso innovativo dell'editing genico mitocondriale offre una strada promettente per affrontare le loro cause sottostanti. La disfunzione dei mitocondri, innescata da mutazioni nel mtDNA, è ora riconosciuta come un fattore fondamentale che contribuisce allo sviluppo di diverse condizioni debilitanti, che includono Parkinson, Alzheimer, Huntington e sclerosi laterale amiotrofica.


I mitocondri sono essenziali per la produzione di energia nelle cellule e hanno un ruolo cruciale nel mantenere la salute dei neuroni. Le mutazioni nel DNA mitocondriale rompono questo equilibrio, portando a stress ossidativo, metabolismo energetico alterato e, infine, neurodegenerazione. Gli approcci terapeutici tradizionali sono stati limitati dalle difficoltà di puntare direttamente il mtDNA. Tuttavia, i recenti progressi nelle tecnologie di editing genico mitocondriale stanno superando queste barriere.


Tra gli strumenti più promettenti ci sono sistemi basati su nucleasi come mitoZFN e mitoTALEN, che possono puntare ed eliminare il mtDNA mutante. Inoltre, sistemi di editing di base come DdCBE e TALED consentono modifiche precise in specifici siti del mtDNA senza provocare rotture nel doppio filamento. Queste tecniche avanzate riducono la percentuale di mtDNA mutato, ripristinando così la popolazione mitocondriale di tipo selvatico (=naturale) e alleviando i sintomi della malattia.


Nonostante questi progressi, una delle sfide principali è portare in modo efficiente gli strumenti di modifica genica ai mitocondri. Per affrontare questo obiettivo, i ricercatori stanno impiegando vettori di consegna innovativi, che comprendono sistemi a base virale come virus adeno-associati (AAV) e vettori non virali come le nanoparticelle lipidiche. Queste strategie mirano a migliorare la consegna mirata e l'espressione prolungata dei componenti di editing, cruciale per l'efficacia della terapia.


L'applicazione dell'editing del DNA mitocondriale ha mostrato un potenziale nei modelli animali per ridurre le mutazioni correlate alle malattie e ripristinare la normale funzione mitocondriale. Man mano che queste tecniche evolvono, possono aprire la strada a terapie geniche personalizzate volte ad affrontare con precisione la variabilità genetica osservata nei pazienti con NDD. Inoltre, la ricerca continua mira a perfezionare questi metodi per ridurre al minimo gli effetti fuori bersaglio e garantire la sicurezza a lungo termine.


Concentrandosi sulle radici genetiche delle malattie neurodegenerative, l'editing del DNA mitocondriale rappresenta un cambio nelle strategie terapeutiche. Man mano che questo campo continua ad avanzare, aumenta il suo potenziale per offrire soluzioni di lunga durata per condizioni che attualmente non hanno trattamenti efficaci.

 

 

 


Fonte: Zhejiang University of Technology via EurekAlert! (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Y Hong, [+3], X Chen. Mitochondrial DNA editing: Key to the treatment of neurodegenerative diseases. Genes & Diseases, 2025, DOI

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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