Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Astrociti, tipo sottostimato di cellule che orchestrano la ricablatura del cervello

Piuttosto che i neuroni, sono gli astrociti a prendersi carico di modellare la risposta al segnale coinvolto nella vigilanza, secondo uno studio sui topi.

Astrocyte Calcium NE 1Le esplosioni colorate indicano l'attività nelle cellule astrociti in un cervello di topo. L'esposizione a una sostanza chimica di segnalazione, chiamata noradrenalina, innesca un'onda coordinata di attività. Il laboratorio di Thomas Papouin PhD ha scoperto che gli astrociti sono responsabili della modifica dell'attività cerebrale in risposta alla noradrenalina. (Video di T. Papouin/WashU)

I ricercatori della Washington University (WashU) di St. Louis (Missouri/USA) hanno rovesciato il dogma decennale di come vengono riorganizzati i collegamenti tra le cellule cerebrali durante gli stati accentuati di vigilanza o attenzione. Il team ha scoperto che una sostanza chimica del cervello associata alla vigilanza, all'attenzione e all'apprendimento altera la connettività e la funzione del cervello non agendo direttamente sui neuroni, le cellule note per la loro rapida trasmissione di informazioni, ma attraverso il lavoro degli astrociti, un altro tipo di cellula cerebrale, spesso trascurata nel campo delle neuroscienze.


La scoperta, pubblicata su Science il 15 maggio, cambia fondamentalmente la comprensione attuale dei determinanti della comunicazione e dell'attività della rete cerebrale. Chiede inoltre una maggiore attenzione agli astrociti come obiettivi terapeutici nel trattamento di disturbi di attenzione, memoria ed emozione.


"I libri di testo ci dicono che i neuromodulatori, come la noradrenalina, regolano direttamente e precisamente i neuroni; in effetti, i libri di testo ci dicono che tutto nel cervello riguarda i neuroni", ha affermato Thomas Papouin PhD, assistente professore di neuroscienze alla WashU e autore senior dello studio. "Sembra che molti cablaggi e attività del cervello siano invece orchestrati dagli astrociti, su tempi più lenti. Questo è il tipo di scoperta che rimodella profondamente la nostra comprensione di come funziona il cervello".

 

Da tapezzeria del cervello a centro della scena

Affinché il cervello si dedichi a compiti che richiedono attenzione o a rispondere a stimoli inaspettati come un allarme antincendio, deve essere in grado di ricablarsi cambiando il modo di comunicare delle cellule cerebrali. Questo processo è guidato dal rilascio nel cervello di sostanze chimiche note come neuromodulatori, che includono la noradrenalina. Il modo in cui questi neuromodulatori riorganizzano la comunicazione nel cervello è poco chiaro. L'ipotesi degli ultimi 80 anni è che i neuromodulanti agiscono sui neuroni.


Nel frattempo, da almeno 30 anni gli astrociti hanno dimostrato di entrare in contatto e interagire con le sinapsi, che sono le strutture specializzate in cui i neuroni comunicano tra loro. I ricercatori sospettavano da tempo che gli astrociti avessero il potenziale per riorganizzare la comunicazione tra i neuroni e, quindi, il flusso di informazioni nel cervello. A causa della loro forma molto fine e tentacolare, queste cellule sono posizionate idealmente per monitorare e rilevare neuromodulatori come la noradrenalina. "Volevamo testare l'idea che forse la neuromodulazione delle sinapsi da parte della noradrenalina è affare degli astrociti", ha detto Papouin.


Per fare ciò, Papouin e il suo team hanno stimolato la secrezione di noradrenalina dalle cellule cerebrali di topo o hanno esposto fette cerebrali di topo alla noradrenalina, e hanno scoperto che la noradrenalina ha indebolito le connessioni tra i neuroni, come noto da decenni. Tuttavia, i ricercatori hanno scoperto anche che la noradrenalina ha innescato l'attività tra gli astrociti circostanti. Una volta attivati dalla noradrenalina, gli astrociti hanno prodotto una seconda sostanza chimica che hanno rilasciato sulla sinapsi, causando lo smorzamento della sua attività.


Anche quando la capacità dei neuroni di percepire direttamente la noradrenalina veniva rimossa, la noradrenalina era comunque in grado di riorganizzare le connessioni neuronali. Quando, dall'altra parte, è stata messa fuori linea la capacità degli astrociti di percepire o rispondere alla noradrenalina, quest'ultima non è stata in grado di riorganizzare la connettività neuronale. I risultati indicano che i neuromodulatori come la noradrenalina riorganizzano le connessioni neuronali nel cervello segnalando attraverso gli astrociti piuttosto che direttamente sui neuroni.


I risultati suggeriscono anche che puntare gli astrociti potrebbe essere un modo efficace per rimodellare l'attività cerebrale e trattare potenzialmente i disturbi cerebrali. Il team di Papouin ha iniziato a guardare i farmaci esistenti che si ritiene agiscano sui neuroni, per vedere se richiedono che gli astrociti siano efficaci. In tal caso, forse si doverebbero puntare direttamente gli astrociti per scopi terapeutici.


"Ci sono così tanti farmaci là fuori che interferiscono con la segnalazione della noradrenalina nel cervello, in particolare nel trattamento dell'ADHD o della depressione. Mi chiedo quanti di loro richiedono gli astrociti per modificare l'attività cerebrale", ha affermato Papouin.

 

 

 


Fonte: Mark Reynolds in Washington University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: K Lefton, [12], T Papouin. Norepinephrine signals through astrocytes to modulate synapses. Science, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.