Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Correre può contrastare i rischi del gene di Alzheimer

A runner jogs near the Bow River in Calgary, January 18, 2012. - A runner jogs near the Bow River in Calgary, January 18, 2012. | TODD KOROL/REUTERSUn corridore jogging nei pressi del fiume Bow a Calgary, 18 gennaio 2012. | TODD Korol / REUTERSEcco un motivo in più per fare una passeggiata o fare jogging oggi: potrebbe aiutare a combattere l'Alzheimer, soprattutto se siete predisposti alla malattia, secondo un nuovo studio pubblicato su Archives of Neurology.

Precedenti studi hanno esaminato l'effetto dell'esercizio fisico sulla malattia, con risultati alterni. Qualcuno ha scoperto che l'esercizio risulta molto utile, mentre altri hanno definito marginale il suo impatto sulla malattia.

 

Nel tentativo di comprendere meglio gli effetti, i ricercatori della Washington University hanno deciso di studiare le persone con una particolare variante del gene chiamato APOE e4. Tutti abbiamo il gene APOE, ma quelli con questa variante particolare hanno una probabilità 15 volte maggioe di sviluppare l'Alzheimer rispetto a coloro che non lo portano.


Gli scienziati hanno esaminato 201 adulti di età tra 45 e 88 anni. Alcuni avevano una storia familiare di Alzheimer, ma al momento dello studio erano tutti cognitivamente normali - anche i 56 volontari che sono risultati portatori della variante e4 del gene APOE, secondo Denise Head, il professore associato di psicologia che ha guidato il studio. Sono state utilizzate scansioni cerebrali per scoprire il livello delle placche amiloidi, una caratteristica dell'Alzheimer, sul cervello dei volontari. Tali volontari hanno anche completato dei questionari dettagliati per quanto riguarda le loro abitudini di esercizio fisico negli ultimi dieci anni.


Nel suo insieme, l'esercizio fisico ha fatto poco per ridurre l'accumulo di placca, per l'intero gruppo. Tuttavia, quando i ricercatori hanno esaminato solo coloro che portavano la variante e4, i risultati sono stati notevoli. Le persone che portavano la variante del gene e che hanno riferito di camminare o fare jogging per almeno 30 minuti cinque volte ala settimana, avevano lo stesso livello di accumulo di placca delle persone che non erano portatori di e4. In altre parole, l'esercizio fisico sembrava contrastare i maggiori rischi posti dalla variante e4. "Potrebbe essere particolarmente utile allenarsi se si ha il gene a rischio", ha detto il prof. Head. (L'unico modo per sapere se si ha la variante del gene è quello di fare il test specifico).


Il prof. Head ha detto che lo studio fornisce ragioni per essere "cautamente ottimista" per quanto riguarda il legame tra attività fisica e Alzheimer. "Abbiamo un piccolo campione, non abbiamo seguito queste persone nel tempo. Ci sono un sacco di limitazioni in questa storia", ha detto. Ma è sempre una buona idea avere uno stile di vita attivo. "Ci sono molte ragioni per essere aerobicamente attivi", ha detto il Prof. Head. "Questo studio suggerisce che questo potrebbe essercene una in più".


Perché l'esercizio è buono per il cervello:

L'effetto dell'esercizio fisico sul cervello è diventato un tema caldo negli ambienti di ricerca. Molti studi recenti hanno rivelato un legame tra vita attiva e il miglioramento della memoria. Come può l'esercizio migliorare la memoria? Scienziati irlandesi hanno escogitato la risposta in uno studio pubblicato lo scorso autunno sulla rivista Physiology & Behavior. Studenti universitari di sesso maschile sono stati sottoposti a un test della memoria, quindi la metà dei volontari ha guidato una cyclette fino a quando non si sono stancati, mentre l'altra metà sono rimasti seduti inattivi. Entrambi i gruppi hanno rifatto il test. I ciclisti hanno ottenuto risultati molto migliori, mentre quelli che si riposavano non hanno mostrato alcun miglioramento. Coloro che si erano esercitati sono risultati con un aumento dei livelli di una proteina chiamata fattore neurotrofico cerebrale derivato (BDNF), che promuove la salute delle cellule nervose.

In a 2010 study published in the In uno studio del 2010, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences, ricercatori dell'Università di Cambridge e del National Institute on Aging di Baltimora nel Maryland, hanno scoperto che i topi che avevano accesso ad una ruota che girava ottenevano risultati quasi doppi nei test di memoria rispetto ai topi che non avevano accesso [alla ruota]. Inoltre, i topi che correvano avevano una media di 6.000 nuove cellule cerebrali per millimetro cubo nell'ippocampo in più, fatto che i ricercatori hanno ipotizzato fosse dovuto al fatto che l'esercizio fisico aumenta il flusso di sangue al cervello.


In un'altro studio di topi corridori, i ricercatori della University of South Carolina hanno scoperto che i topi che avevano corso su un tapis roulant ogni giorno per otto settimane avevano sviluppato nuovi mitocondri nelle cellule cerebrali. I ricercatori hanno detto, poco dopo che lo studio è stato pubblicato sul Journal of Applied Physiology nel mese di agosto 2011, che i mitocondri, che aiutano dare forza all'attività cellulare, posono aiutare a prevenire le malattie neurodegenerative come il Parkinson e l'Alzheimer.

 

 

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

 

 


Pubblicato in il 22 gennaio 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X.
I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare a informarti. Clicca qui a destra:

Notizie da non perdere

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)