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Indizi su causa dell'Alzheimer trovati in campioni di cervello

I ricercatori della School of Medicine alla Washington University di St. Louis hanno trovato una differenza fondamentale nel cervello tra le persone con Alzheimer e coloro che sono cognitivamente normali, ma hanno comunque le placche cerebrali che caratterizzano questo tipo di demenza.

"C'è un gruppo molto interessante di persone il cui pensiero e memoria sono normali, anche in tarda età, ma il loro cervello è pieno di placche di beta amiloide che sembrano identiche a quelle presenti nell'Alzheimer", dice David L. Brody, MD , PhD, professore associato di neurologia. "Come questo può avvenire è un problema clinico inquietante. Rende chiaro che non capiamo esattamente cosa provoca la demenza".


I due campioni di cervello in alto sono di individui
normali: senza placca beta amiloide e senza demenza. I campioni al centro sono di soggetti che
hanno placche, ma non hanno demenza. I campioni
in basso sono di soggetti che hanno l'Alzheimer:
hanno sia la placca che la demenza. Gli scienziati si
chiedono da tempo perché solo alcuni pazienti con
placche sviluppano il morbo. Per la prima volta,
David Brody, MD, PhD, e i suoi colleghi hanno
misurato più oligomeri di beta amiloide disciolti per
placca nei pazienti con Alzheimer. (Credit: Annals of Neurology, courtesy Washington University St. Louis)

Placche rigide composte da una proteina chiamata beta amiloide sono sempre presenti nel cervello di una persona con diagnosi di Alzheimer, secondo Brody. Ma la semplice presenza di placche non sempre provoca compromissione del pensiero e della memoria. In altre parole, le placche sono necessarie - ma non sufficienti - a causare l'Alzheimer.


Il nuovo studio, disponibile online in Annals of Neurology, coinvolge ancora la beta amiloide tra le cause della demenza di Alzheimer, ma non necessariamente in forma di placche. Sono invece le molecole più piccole di beta amiloide disciolte nel liquido cerebrale ad apparire correlate più strettamente allo sviluppo dei sintomi di demenza. Chiamate "oligomeri" di beta amiloide, contengono più di una singola molecola di beta amiloide, ma non così tante da formare una placca.


Gli oligomeri che galleggiano nel liquido cerebrale sono da tempo sospettati di avere un ruolo nell'Alzheimer. Ma sono difficili da misurare. La maggior parte dei metodi rilevare solo la loro presenza o assenza, o le quantità molto grandi. Brody e i suoi colleghi hanno sviluppato un metodo sensibile per contare i numeri anche minimi di oligomeri nel liquido cerebrale e lo ha utilizzato per confrontare i valori dei loro campioni.


I ricercatori hanno esaminato i campioni di tessuto cerebrale e liquido di 33 soggetti anziani deceduti (età 74-107). Dieci soggetti erano normali - senza placche e senza demenza. Quattordici avevano placche, ma non demenza. E nove avevano una diagnosi di Alzheimer - sia placche che demenza.


Hanno scoperto che sia i pazienti cognitivamente normali con placche che i pazienti di Alzheimer avevano la stessa quantità di placca, ma i malati di Alzheimer avevano livelli di oligomeri molto più alti. Ma anche i livelli di oligomeri non distinguono completamente i due gruppi. Ad esempio, alcune persone con placche, ma senza demenza, aveva ancora oligomeri, addirittura in quantità simile ad alcuni pazienti con Alzheimer. Dove i due gruppi differivano completamente, secondo Brody e i suoi colleghi, è nel rapporto tra oligomeri a placche. Hanno calcolato più oligomeri per placca nei pazienti con demenza, e meno oligomeri per placca nei campioni di persone cognitivamente normali.


Nelle persone con placche ma senza demenza, Brody ipotizza che le placche potrebbero servire da tampone, legandosi con gli oligomeri liberi e tenendoli legati. E nella demenza, forse le placche hanno superato la loro capacità di catturare gli oligomeri, lasciandoli liberi di galleggiare nel liquido del cervello, dove possono danneggiare o interferire con i neuroni.


Brody avverte che, a causa della difficoltà di ottenere campioni, i livelli di oligomeri non sono stati misurati in persone viventi. Pertanto, è possibile che questi grumi galleggianti di beta amiloide si formino solo dopo la morte. Anche così, dice, c'è ancora una netta differenza tra i due gruppi. "Le placche e gli oligomeri sembrano essere in una sorta di equilibrio", dice Brody. "Cosa succede che sposta il rapporto tra gli oligomeri e le placche? Come gran parte della ricerca di Alzheimer, questo studio solleva più domande che risposte. Ma è un pezzo successivo importante del puzzle".

 

 

 

 

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Fonte: Materiale della Washington University in St. Louis. Articolo originale scritto da Julia Evangelou Strait.

Riferimento:
Esparza TJ, Zhao H, Cirrito JR, Cairns NJ, Bateman RJ, Holtzman DM, Brody DL. Amyloid-beta oligomerization in Alzheimer dementia versus high-pathology controls. Annals of Neurology, Sept. 1, 2012.

Pubblicato in ScienceDaily il 22 Ottobre 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

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