Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Possibili nuovi esami del sangue per Alzheimer e malattie autoimmuni

Ricercatori dello Scripps Research Institute (TSRI) di Jupiter in Florida, hanno sviluppato una tecnologia all'avanguardia che potrebbe riuscire ad individuare nel sangue umano i marcatori di varie malattie.

Questo strumento può essere la chiave per una migliore diagnosi e comprensione delle condizioni di salute più pressanti e sconcertanti di oggi, come l'Alzheimer e le malattie autoimmuni.


"Questo studio convalida la teoria che la tecnologia del 'surrogato antigene' sarà davvero uno strumento potente per la diagnostica", scrive Thomas Kodadek, PhD, professore del Dipartimento di Chimica e Biologia del Cancro e vice presidente del Dipartimento di Chimica al TSRI, e il cui gruppo ha sviluppato la tecnologia.


L'ultimo studio, pubblicato sulla rivista Chemistry & Biology il 21 Marzo 2013, mostra come la tecnologia abbia identificato con precisione i marcatori nel sangue umano della neuromielite ottica (NMO), una rara malattia autoimmune simile alla sclerosi multipla, che può portare a cecità e paralisi. Facendo seguito ad uno studio simile su modelli di topo della sclerosi multipla due anni fa, il lavoro conferma che la tecnica può essere applicata con successo all'uomo.

 

Trovare l'ago nel pagliaio

Il sangue è pieno di molecole chiamate "anticorpi", rilasciate dal sistema immunitario per difendere il corpo dalle malattie. Molte malattie autoimmuni producono anticorpi specifici di tale malattia. Tuttavia identificare nel sangue questi anticorpi specifici della malattia tra i milioni di altri anticorpi simili, eppure non specifici della malattia, è come trovare un ago in un pagliaio.


Molti degli attuali metodi diagnostici individuano gli anticorpi specifici della malattia utilizzando parte dei virus, dei batteri o dei componenti cellulari puntati dagli anticorpi nel corpo del paziente, "pescando" essenzialmente l'anticorpo con l'esca del suo specifico bersaglio. Purtroppo molti anticorpi specifici della malattia, e i loro obiettivi, non sono attualmente identificati.


Kodadek e i suoi colleghi hanno trovato un modo per aggirare questo enigma, sostituendo questi obiettivi sconosciuti che vincolano l'anticorpo con molecole biologicamente innaturali chiamate "peptoidi". I peptoidi sono molecole tipo-catena, legate a minuscole perline ed estese "legame per legame" dall'aggiunta sequenziale di piccole subunità chimiche. Usando diverse subunità e randomizzandone l'ordine, i chimici possono produrre librerie di migliaia o addirittura milioni di peptoidi diversi, in modo facile e veloce.


Da queste vaste librerie sono selezionati i peptoidi più diffusi che si legano esclusivamente agli anticorpi presenti solo nei pazienti noti per avere una determinata malattia. "Troviamo i biomarcatori di malattia in modo diverso [da chiunque altro]", spiega Kodadek. "Questo permette il rilevamento di nuovi biomarcatori della malattia". Inoltre, usando i peptoidi risultanti per "pescare" gli anticorpi specifici della malattia, il sistema consente l'individuazione di anticorpi specifici della malattia senza prima conoscere gli obiettivi naturali che vincolano gli anticorpi.

 

Una rivoluzione diagnostica

Con questa tecnologia, il gruppo ha identificato diversi peptoidi che si erano legati esclusivamente agli anticorpi nel siero di sangue di pazienti NMO e non di pazienti sani o con malattie simili, tra cui la sclerosi multipla, il lupus, l'Alzheimer e la narcolessia. Almeno uno dei peptoidi si è legato ad un anticorpo ben noto per essere associato alla NMO.


Lo studio si basa su una tecnologia che il gruppo ha usato con successo per individuare marcatori di malattia in modelli murini della sclerosi multipla, pubblicato nell'edizione di Gennaio 2011 della rivista Cell. "[Il nostro ultimo studio] è la prova che la nostra tecnologia funziona anche in complessi sistemi umani", dichiara Kodadek. Egli nota che il nuovo studio ha anche introdotto un progresso tecnico che aumenta l'utilità della tecnologia, migliorando significativamente il processo di selezione nella biblioteca di peptoidi.


Questa fase in precedenza prevedeva il compito faticoso, lungo e tedioso di rimuovere i peptoidi dalle perline e di applicarli su un diverso supporto solido, chiamato microarray. Invece, "questa è la prima volta che selezioniamo librerie di peptoidi direttamente sulle perline [su cui sono stati prodotti] invece di utilizzare i microarray", dice Bindu Raveendra, PhD, scienziato e primo autore dello studio con il ricercatore post-dottorato Hao Wu. "In precedenza, potevamo vagliare migliaia di peptoidi alla volta, ora siamo in grado di individuarne a milioni. Questo semplicemente non era possibile utilizzando il microarray".


Oltre a Raveendra, Hao e Kodadek, hanno colaborato allo studio Roberto Baccala e Argyrios N. Theofilopoulos dell'Immunology & Microbial Science Department del TSRI; M. Muralidhar Reddy e Jessica Schilke dell'Opko Health; e Jeffrey L. Bennett del Dipartimento di Neurologia e Oftalmologia della School of Medicine alla University of Colorado. Lo studio è stato finanziato da un contratto del National Heart, Lung, and Blood Institute allo Stanford Proteomics Center e da sovvenzioni della Guthy-Jackson Charitable Foundation e della National Multiple Sclerosis Society.

 

 

 

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.
The original English version EnFlag
of this article is here.

 

 

 

 


Fonte: Scripps Research Institute.

Riferimento: Bindu L. Raveendra, Hao Wu, Roberto Baccala, M. Muralidhar Reddy, Jessica Schilke, Jeffrey L. Bennett, Argyrios N. Theofilopoulos, Thomas Kodadek. Discovery of Peptoid Ligands for Anti-Aquaporin 4 Antibodies. Chemistry & Biology, 2013; 20 (3): 351 [ link ].

Pubblicato in Science Daily il 21 Marzo 2013 - Traduzione di Franco Pellizzari - Foto: ISTOCKPHOTO/PMISAK

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:




Notizie da non perdere

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.