Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Un nuovo studio conferma la relazione tra ferro e Alzheimer

Ricercatori del Massachusetts General Hospital affermano di aver scoperto come il ferro contribuisce alla produzione delle placche cerebrali distruttive nei pazienti di Alzheimer.

Il gruppo, che pubblica i risultati dello studio nel numero di questa settimana del Journal of Biological Chemistry, afferma che vi è un legame molto stretto tra elevati livelli di ferro nel cervello e l’aumento di produzione della proteina precursore dell'amiloide, che nella malattia di Alzheimer si scompone in un peptide che costituisce le placche distruttive. 

Il Dr. Jack T. Rogers, capo del laboratorio di neurochimica dell'ospedale che ha curato il lavoro del team, ha detto che i risultati "gettano le basi per lo sviluppo di nuove terapie che rallentano o bloccano gli effetti negativi di accumulo di ferro" nei pazienti con la malattia neurodegenerativa progressiva, i cui sintomi includono perdita di memoria, giudizio alterato, disorientamento e cambiamenti di personalità.

Anche se era noto che l'abbondanza di ferro nelle cellule del cervello in qualche modo si traduce in una grande abbondanza di proteina precursore dell'amiloide o APP, che genera il peptide distruttivo, il team di Rogers ha deciso di aprire nuove strade per le terapie determinando ciò che accade a livello molecolare. Nel 2002, hanno identificato la posizione molecolare dove interagiscono APP e ferro, una scoperta che ha gettato le basi per il lavoro segnalato oggi.

Oggi è chiaro che, in condizioni di buona salute, il ferro e APP si tengono reciprocamente sotto controllo: se c'è troppo ferro in una cellula cerebrale, si produce più APP, e quindi l’APP e una molecola partner espelgono l’eccesso di ferro. E, come il team ha riportato il mese scorso in un documento allegato alla rivista Cell, se c'è troppo poco ferro, un minor numero di molecole di APP sono disponibili per espellere il ferro. Come risultato, il ferro si accumula, e il processo ricomincia da capo in un ciclo di azione-reazione.

Rogers ha detto che il lavoro del team citato nei due documenti recenti, "chiude il cerchio" su quanto si è capito a proposito di APP e ferro e getta le basi per lo sviluppo di farmaci che rafforzeranno la capacità dell’APP e dei suoi partner di espellere il ferro e ripristinare l'equilibrio del ferro quando è necessario.

I ricercatori hanno anche individuato un altro giocatore importante nel sistema di pesi e contrappesi utilizzati per regolare il ferro nelle cellule cerebrali.Conosciuto come IRP1, che sta per proteina ferro-regolatore 1, la molecola speciale si aggrappa al RNA messaggero che detiene la ricetta per fare l’APP. Quando c'è meno ferro nelle cellule cerebrali, è più probabile che l’IRP1 si attacchi all’RNA, impedendo la produzione di APP. Quando c'è presenza di troppo ferro, l’IRP1 non si lega con l'RNA, e la produzione di APP diventa eccessiva.

Le nuove informazioni rafforzano l’intuizione del team che la regione particolare dove l’IRP1 si lega al RNA messaggero è un obiettivo potenziale per un farmaco. "Con altri gruppi di ricerca, stiamo studiando nuove terapie che rimuovono l’eccesso di ferro, e stiamo cercando il punto preciso nel l'RNA messaggero dove si lega l’IRP1, per ricercare i medicinali che prevengono specificamente la produzione di APP", ha affermato Catherine Cahill, una dei principali autori.

La ricerca è finanziata dal National Institutes of Health, l'Alzheimer's Association e l'Istituto per lo Studio dell'Invecchiamento.
Alzheimer Reading Room, 6 ottobre 2010  Fonte originale (inglese)

Notizie da non perdere

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)