Molti esperti di nutrizione ci incoraggiano ad aggiungere alla nostra dieta più colore, in forma di bacche il cui effetto protettivo contro l'infiammazione è stato documentato da numerosi studi.
Anche le diete integrate con mirtilli e fragole hanno dimostrato di migliorare il comportamento e le funzioni cognitive in ratti giovani stressati.
Per valutare gli effetti protettivi delle bacche sulla funzionalità del cervello, in particolare nella sua capacità di eliminare l'accumulo tossico, i ricercatori del Centro di Ricerca sulla Nutrizione Umana nell'Invecchiamento della Tufts University e della University of Maryland di Baltimore County, hanno recentemente nutrito dei topi con una dieta di bacche per 2 mesi e ne hanno poi esaminato il cervello dopo l'irradiazione, un modello di invecchiamento accelerato. Tutti i ratti sono stati nutriti con bacche per 2 mesi prima della radiazione e sono poi stati divisi in due gruppi, uno è stato valutato dopo 36 ore di radiazione e l'altro dopo 30 giorni.
"Dopo 30 giorni della stessa dieta di bacche, i ratti hanno sperimentato una significativa protezione contro le radiazioni, rispetto ai [topi di] controllo", comunica il ricercatore Shibu Poulose, PhD. "Abbiamo visto benefici significativi dalle diete con entrambe le bacche, e ipotizziamo che sia dovuto ai fitonutrienti presenti".
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I ricercatori hanno esaminato i cambiamenti neurochimici nel cervello, in particolare quello noto come autofagia, che può regolare la sintesi, la degradazione e il riciclo dei componenti cellulari. E' anche il modo in cui il cervello elimina gli accumuli tossici. "La maggior parte delle malattie del cervello come l'Alzheimer e il Parkinson evidenziano una maggiore quantità di proteina tossica. Le bacche sembrano promuovere l'autofagia, il meccanismo di pulizia naturale del cervello, riducendo in tal modo l'accumulo tossico", scrive Poulose.
I ricercatori stanno attualmente conducendo uno studio umano su persone da 60 a 75 anni. "Abbiamo moltoi lavoro sugli animali che suggerisce che questi composti proteggono il cervello che invecchia e che invertono alcuni dei deficit comportamentali. Speriamo che questo si possa verificare anche negli studi umani", ha detto il Dott. Barbara Shukitt-Hale, il ricercatore responsabile dello studio umano.
Fonte: Federation of American Societies for Experimental Biology, via EurekAlert!, a service of AAAS.
Pubblicato in Science Daily (original English version) il 21 Aprile 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari
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