Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Identificato innesco molecolare dell'Alzheimer

Dei ricercatori hanno individuato un innesco catalitico dell'insorgenza dell'Alzheimer: il momento in cui cambia la struttura fondamentale di una molecola proteica, causando una reazione a catena che porta alla morte dei neuroni nel cervello.

Per la prima volta, gli scienziati del Dipartimento di Chimica dell'Università di Cambridge sono stati in grado di mappare in dettaglio il percorso che genera forme "aberranti" di proteine, che sono alla base di malattie neurodegenerative come l'Alzheimer.


Essi ritengono che la scoperta sia un passo fondamentale verso migliori capacità di diagnosticare precocemente le malattie neurologiche come l'Alzheimer e il Parkinson, e apre le possibilità ad una nuova generazione di farmaci mirati, visto che, secondo gli scienziati, essi hanno scoperto le prime fasi di sviluppo dell'Alzheimer che dei farmaci potrebbero eventualmente attaccare.


Lo studio, pubblicato ieri 20 Maggio in Proceedings of the National Academy of Sciences, è una pietra miliare nella ricerca a lungo termine fondata a Cambridge dal professor Christopher Dobson e dai suoi colleghi, a seguito della scoperta fatta da Dobson della natura sottostante del 'misfolding' [=errata piegatura] proteico e del suo legame con la malattia, fatta oltre 15 anni fa. La ricerca con buone probabilità avrà un ruolo centrale nello sviluppo di diagnosi e farmaci per le malattie legate alla demenza, che sono sempre più diffuse e dannose con l'invecchiamento della popolazione.


"Non ci sono terapie che possono modificare l'Alzheimer e la demenza al momento, solo un trattamento limitato dei sintomi. Dobbiamo capire cosa accade a livello molecolare prima di poter progredire e avere un impatto reale", scrive il dottor Tuomas Knowles, l'autore principale dello studio e da lungo tempo collaboratore del professor Dobson. "Abbiamo ora stabilito il percorso che mostra come si formano le specie tossiche che causano la morte delle cellule, gli oligomeri. Questo è il percorso fondamentale per individuare, puntare ed intervenire, il catalizzatore molecolare che sta alla base della patologia".


Nel 2010, l'Alzheimer's Research Trust ha mostrato che la demenza costa all'economia del Regno Unito più di 23 miliardi di sterline, più di cancro e malattie cardiache sommate.Proprio la scorsa settimana, il primo ministro David Cameron ha esortato gli scienziati e i medici a lavorare insieme per "migliorare i trattamenti e trovare innovazioni scientifiche" per affrontare "una delle più grandi sfide sociali e sanitarie che abbiamo di fronte".


Il processo neurodegenerativo all'origine di malattie come l'Alzheimer viene attivato quando vengono danneggiate le normali strutture di molecole proteiche all'interno delle cellule. Le molecole proteiche sono prodotte da 'catene di montaggio' cellulari che uniscono elementi chimici chiamati amminoacidi in un ordine codificato nel nostro DNA.Le nuove proteine emergono come lunghe catene sottili che normalmente hanno bisogno di essere piegate in strutture compatte e intricate per svolgere la loro funzione biologica. In alcune condizioni, però, le proteine possono 'misfold' [=piegarsi male] e intralciare le proteine normali circostanti, che poi si aggrovigliano e si incollano in gruppi che formano masse, spesso milioni, di molecole malfunzionanti che si plasmano in viticci di proteine ingombranti.


Le strutture a viticcio anomale, chiamate "fibrille amiloidi", si sviluppano verso l'esterno attorno al luogo dov'è presente il punto focale, o 'nucleazione', di queste "specie" anomale. Le fibrille amiloidi possono costituire le fondamenta di enormi depositi di proteine - o placche - individuate da molto tempo nel cervello dei malati di Alzheimer, e un tempo ritenute la causa della malattia, prima della scoperta degli 'oligomeri tossici' di Dobson e altri circa dieci anni fa.


La dimensione e la densitàrendono insolubile la placca, e di conseguenza impossibile da rimuovere.Al contrario gli oligomeri, che fanno partire l'Alzheimer, sono abbastanza piccoli da diffondersi facilmente in tutto il cervello, uccidendo i neuroni e interagendo dannosamente con altre molecole, anche se non si sapeva finora come si formano. Il nuovo lavoro, effettuato in gran parte dal ricercatore Samuel Cohen, mostra che non appena si forma un piccolo, ma cruciale, livello di 'grumi' di proteine malfunzionanti, si innesca una reazione a catena fuori controllo che moltiplica in modo esponenziale il numero di questi composti proteici, attivando nuovi punti focali attraverso la 'nucleazione'.


E' questo processo secondario di nucleazione che forgia i viticci giovani, composti inizialmente di gruppi che contengono solo poche molecole proteiche. Sono questi "oligomeri tossici", piccoli e altamente diffondibili, a vagare pericolosamente intorno alle cellule del cervello, uccidendo i neuroni e, in definitiva causando la perdita di memoria e gli altri sintomi di demenza. I ricercatori hanno messo insieme esperimenti cinetici con un quadro teorico basato sulle equazioni principali, strumenti usati di solito in altri settori della chimica e della fisica, ma che finora non erano stati sfruttati al massimo delle loro potenzialità nello studio sul malfunzionamento proteico.


L'ultima ricerca segue la scia di un altro studio rivoluzionario, pubblicato in Aprile di quest'anno, ancora una volta in PNAS, dove un gruppo di Cambridge, in collaborazione con colleghi di Londra e del MIT, ha elaborato la prima struttura atomica di uno dei viticci proteici di fibrille amiloidi dannose.Dicono che gli anni passati a sviluppare tecniche di ricerca ora stanno davvero ripagandoli, e stanno iniziando a risolvere "alcuni dei misteri chiave" di queste malattie neurodegenerative.


"Stiamo in sostanza usando metodi fisici e chimici per affrontare un problema biomolecolare, mappando le reti dei processi e meccanismi dominanti per 'ricreare la scena del crimine' alla radice molecolare dell'Alzheimer", spiega Knowles. "Sempre di più, l'uso di strumenti sperimentali quantitativi e l'analisi teorica rigorosa per capire i processi biologici complessi stanno portando a risultati entusiasmanti e che cambiano il gioco. In una malattia come l'Alzheimer, è necessario intervenire in modo altamente specifico per prevenire la formazione degli agenti tossici. Ora che abbiamo scoperto come nascono gli oligomeri, sappiamo quale processo dobbiamo spegnere".

 

 

 

 

 

 


Fonte: University of Cambridge, via AlphaGalileo.

Riferimento: Samuel IA Cohen, Sara Linse, Leila M. Luheshi, Erik Hellstrand, Duncan A. White, Luke Rajah, Daniel E. Otzen, Michele Vendruscolo, Christopher M. Dobson, and Tuomas PJ Knowles. Proliferation of amyloid-β42 aggregates occurs through a secondary nucleation mechanism. Proceedings of the National Academy of Sciences, 2013; DOI: 10.1073/pnas.1218402110.

Pubblicato in Science Daily il 21 Maggio 2013 (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)